Cronaca
Insulti antisemiti su panificio kosher

Nella giornata del 6 ottobre 2025, Roma è stata teatro di violenti disordini e atti di vandalismo. Tra gli episodi più gravi, un attacco antisemita è stato compiuto in un panificio kosher situato vicino a via Guglielmo Marconi. Sul luogo del reato, è stato trovato un messaggio inquietante che incitava all’odio contro gli ebrei, costringendo i dipendenti a contattare le autorità. La polizia è intervenuta prontamente e ha avviato un’indagine, aumentando nel frattempo le misure di sicurezza nel Ghetto degli Ebrei, un’area già a rischio.
Esternazioni Antisemite
Cartelli Provocatori
Il Clima di Tensione
Le esternazioni antisemite durante la manifestazione hanno incluso cori e striscioni provocatori, tra cui uno che celebrava la “resistenza” del 7 ottobre, accompagnato da bandiere di gruppi considerati criminali. L’Unione Giovani Ebrei d’Italia ha espresso la sua preoccupazione, sottolineando che mentre Israele e Gaza attendono un cessate il fuoco, in Italia si celebra la resistenza armata di Hamas. Questo contrasto tra aspirazioni pacifiche e l’odio manifesto è palpabile, con cori come “min el-mayeh lil-mayeh, Falastin Arabiyeh” e cartelli provocatori che paragonano Auschwitz a Gaza.
La copertura di diverse pietre d’inciampo a Trastevere con adesivi pro-Gaza è un altro episodio allarmante. Mara Bizzotto, vicepresidente vicario del gruppo Lega al Senato, ha denunciato la presenza di bandiere di Hamas e striscioni che inneggiano al massacro del 7 ottobre durante il corteo pro-Pal a Roma. Il clima di tensione crescente alimenta preoccupazioni per il futuro, con il mondo pro-Pal che sembra abbandonare ogni maschera e mostrare un lato di odio inaccettabile. Questi eventi sono stati documentati e condannati dalle autorità e dalle organizzazioni ebraiche, che chiedono una maggiore vigilanza e azioni concrete per prevenire future manifestazioni di odio e violenza.
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Cronaca
Parroco dimentica trascrizione, marito si rifiuta di ripetere.

Il matrimonio, un’istituzione antica e sacra, può a volte essere complicato dalle vicissitudini della burocrazia. Una storia recente è emersa, dove una coppia, a pochi mesi dalle nozze, ha deciso di separarsi, ma si è trovata di fronte a un ostacolo inaspettato. Il parroco, infatti, aveva dimenticato di trasmettere l’atto per la registrazione civile del matrimonio, creando così una situazione intricata e piena di conseguenze legali.
La vicenda giudiziaria
La donna, impossibilitata a procedere con la separazione legale, ha chiesto un risarcimento per i danni subiti, innescando uno scontro serrato con il suo ex marito, che rifiuta legittimamente di dare il consenso per la trascrizione tardiva. Questo caso ha sollevato questioni fondamentali sull’interazione tra leggi civili e canoniche, mettendo in evidenza le complessità che possono sorgere quando la fede e la burocrazia si incontrano.
La decisione della Corte di Cassazione
La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 24409 del 2 settembre 2025, si è trovata a dover decidere su un caso tanto singolare quanto complicato. La decisione della corte potrebbe avere ripercussioni non solo sulla vita della coppia, ma anche su come vengono gestiti i procedimenti matrimoniali in Italia. Questo caso solleva interrogativi importanti sulla gestione della burocrazia e sulla responsabilità dei soggetti coinvolti nei procedimenti matrimoniali.
Reazioni e implicazioni
La questione è così piccante che è facile immaginare le reazioni del pubblico, pronto a lanciarsi in discussioni sul tema dei matrimoni e delle responsabilità che ne derivano. Il caso in questione mette in luce la necessità di una maggiore chiarezza e coordinamento tra le autorità civili e religiose, al fine di evitare situazioni analoghe in futuro. La vicenda giudiziaria in corso rappresenta un importante punto di riflessione sulla complessità dei rapporti tra diritto, fede e società.
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Cronaca
Detenuti hanno stanze per incontri privati con partner in carcere

Il carcere “Due Palazzi” di Padova è pronto a lanciare un nuovo progetto rivoluzionario: le “stanze dell’amore”. Questo iniziativa, prevista per partire lunedì 6 ottobre, mira a fornire una maggiore privacy ai detenuti e ai loro coniugi durante i colloqui, come riportato da Il Gazzettino. Il progetto è stato reso possibile grazie al contributo di diverse associazioni di volontariato padovane.
Il contesto e la genesi del progetto
La polemica e le resistenze
La decisione della direttrice e il futuro del progetto
Il progetto delle “stanze dell’amore” trae origine da una sentenza della Corte Costituzionale che ha dichiarato incostituzionale la parte della legge 26 del luglio 1975 che vietava ai detenuti di avere colloqui con il coniuge senza il controllo a vista del personale di custodia. Questa sentenza ha aperto la strada a una nuova era di diritti per i detenuti, ma non senza incontrare resistenze. L’associazione “Ristretti Orizzonti” di Ornella Favero ha svolto un ruolo chiave nella promozione di questo progetto, nonostante l’opposizione del sottosegretario leghista alla Giustizia, Andrea Ostellari.
La nuova direttrice del penitenziario, Maria Gabriella Lusi, ha deciso di procedere con l’apertura delle stanze, accogliendo una richiesta di tre detenuti al magistrato di sorveglianza. Questa decisione segna un passo importante verso la tutela dei diritti dei detenuti, ma la controversia è destinata a proseguire. Il dibattito su cosa significhi realmente sostenere i diritti dei detenuti è più vivo che mai, e le “stanze dell’amore” rappresentano un tentativo concreto di affrontare questa questione.
In conclusione, le “stanze dell’amore” del carcere “Due Palazzi” di Padova rappresentano un passo significativo verso la promozione dei diritti dei detenuti e la tutela della loro privacy. Sebbene il progetto abbia incontrato resistenze, la decisione della direttrice di procedere con l’apertura delle stanze segna un importante passo avanti nella tutela dei diritti umani. Il futuro di questo progetto sarà certamente oggetto di dibattito e attenzione, ma per ora, le “stanze dell’amore” rappresentano un tentativo concreto di migliorare la vita dei detenuti e delle loro famiglie.
Articolo pubblicato il 6 Ottobre 2025 – 20:53 – Erminia Iuliano
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Cronaca
Acerra: fermati pusher grazie alla deputata Auriemma

Un episodio di cronaca nera a Acerra: la denuncia della deputata Auriemma
Ieri pomeriggio, in piazza Renella, cuore pulsante della vita cittadina di Acerra, si è verificato un episodio di cronaca nera che ha scosso la comunità. La deputata Carmela Auriemma, vicepresidente vicaria del gruppo alla Camera e coordinatrice provinciale a Napoli del Movimento 5 Stelle, ha assistito in diretta allo spaccio di droga in piena luce e ha immediatamente denunciato il fatto alle forze dell’ordine.
L’intervento della polizia
Grazie alla pronta segnalazione della deputata Auriemma, gli agenti del commissariato di Acerra sono intervenuti sul posto e hanno fermato due presunti spacciatori. Le indagini sono ora in corso per accertare le dinamiche precise e l’entità del giro di droga.
La denuncia politica
La deputata Auriemma ha scatenato una feroce critica contro l’amministrazione comunale guidata dal sindaco Raffaele Lettieri, accusandola di essere “ignava e inesistente” nella lotta controgowia criminalità. “Ad Acerra si spaccia in pieno giorno, sotto gli occhi di tutti, in una piazza centralissima”, ha attaccato la parlamentare. “È assurdo che nonostante siano stati assunti molti nuovi vigili urbani non si riesca a garantire un minimo di controllo”.
Le reazioni del sindaco
Al momento, non è pervenuta alcuna replica ufficiale dal sindaco Lettieri o dalla sua giunta all’attacco della deputata. La palla passa ora all’amministrazione, chiamata a rispondere a quelle che non sono più solo lamentele, ma una denuncia pubblica e documentata da un episodio di cronaca nera.
La situazione a Acerra
La vicenda ha scatenato le reazioni più dure sul piano politico-istituzionale. La deputata Auriemma ha dipinto un quadro di grave degrado e abbandono delle istituzioni locali, accusando l’amministrazione comunale di non essere in grado di garantire un minimo di ordine pubblico. La situazione a Acerra sembra essere critica e richiede un’immediata risposta da parte delle autorità locali.