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Cronaca Nera

Minacce via social al figlio dell’imprenditore che ha fatto arrestare gli usurai

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Minacce via social al figlio dell’imprenditore che ha fatto arrestare gli usurai

Il figlio dell’imprenditore del quartiere Soccavo di Napoli ha inviato via WhatsApp minacce a sei usurai, che sono stati arrestati grazie alla denuncia del padre. I militari hanno notificato l’arresto in carcere a due persone e ai domiciliari a altre due, con l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria per altre due. Il gip ha anche disposto il sequestro del denaro presente sui conti correnti di alcune persone coinvolte. La vittima, in difficoltà economiche a causa della pandemia, è stata costretta a restituire circa 100.000 euro per prestiti tra i 6.000 e i 71.000 euro. Inoltre, gli usurai vantavano rapporti con “gli amici siciliani” e facevano minacce alla sua famiglia, sostenendo anche di appartenere a un clan di Secondigliano.

Il Partito Democratico ha espresso solidarietà e vicinanza al tesserato PD del circolo di Soccavo, vittima del racket. Denunciare e collaborare con le forze dell’ordine è essenziale per contrastare queste attività illegali e riappropriarsi della propria libertà. Il PD ribadisce che è fondamentale mettersi dalla parte giusta e non far vincere la subcultura dell’illegalità.

Il segretario metropolitano del PD, il capogruppo in consiglio comunale e la segretaria del circolo PD di Soccavo hanno dichiarato solidarietà alla vittima e sottolineato che la denuncia è l’unico modo per contrastare l’usura e tutelare le vittime.

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Agguato mancato: l’innocente donna ferita a Fuorigrotta

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Agguato mancato: l’innocente donna ferita a Fuorigrotta

Casco abbandonato sul luogo della sparatoria a Fuorigrotta

Un evento violento è avvenuto alle giostrine di Fuorigrotta, dove un individuo ha aperto il fuoco ferendo una donna di 50 anni mentre giocava con sua figlia. L’identità del colpevole potrebbe essere svelata grazie al casco lasciato sul luogo della sparatoria.

Indagini in corso e identificazione del responsabile

Le autorità competenti stanno conducendo approfondite indagini sulla sparatoria a Piazza Italia, sotto il coordinamento della Procura di Napoli. Il casco abbandonato contiene il Dna del responsabile, facilitando così la sua identificazione. Allo stesso tempo, sono state visionate le registrazioni delle telecamere pubbliche e private presenti nella zona.

La vittima e la reazione dell’opinione pubblica

La donna colpita alla coscia sinistra è stata prontamente trasportata all’ospedale di via Terracina, nonostante la gravità della ferita non sia compromessa la sua vita. L’opinione pubblica si stringe intorno alla vittima e denuncia la crescente insicurezza presente nelle aree destinate al gioco dei bambini, trasformate in luoghi pericolosi da atti di violenza.

Caccia al killer e l’azione dei clan criminali

Le forze dell’ordine sono concentrate sulla ricerca del responsabile della sparatoria, attuata in una zona sottoposta al controllo del clan Troncone. I clan criminali del rione Traiano stanno cercando di estendere il proprio dominio su Fuorigrotta, come dimostra l’agguato a Piazza Italia che poteva avere conseguenze ancora più tragiche se colpiva persone innocenti.

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Imprenditore legato al Pd denuncia usurai e fa arrestare sei aguzzini a Soccavo, Napoli

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Imprenditore legato al Pd denuncia usurai e fa arrestare sei aguzzini a Soccavo, Napoli

Napoli. Un imprenditore napoletano stanco di dover pagare gli usurai a cui si era rivolto durante la crisi economica causata dalla pandemia da Covid, si è rivolto ai carabinieri per portare le prove e ha fatto arrestare gli aguzzini.

I carabinieri della Compagnia Napoli Bagnoli hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare all’alba di oggi nei confronti di sei persone, accusate di usura, estorsione e tentata estorsione aggravata ai danni dell’imprenditore napoletano. L’imprenditore si era indebitato con alcune persone per ottenere prestiti in denaro per sostenere la sua attività economica durante la pandemia.

Dopo la denuncia, i carabinieri hanno avviato un’indagine coordinata dalla Procura di Napoli, che ha raccolto prove gravi di colpevolezza a carico degli indagati. Gli usurai hanno imposto tassi di interesse usurari, fino a oltre il 200% e la vittima è stata costretta a restituire un totale di circa 100.000 euro.

Nelle prime ore del 19 dicembre 2023, i carabinieri hanno eseguito le misure cautelari: due persone sono state arrestate in carcere, due agli arresti domiciliari e due sottoposte all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Sono stati anche sequestrati beni e conti correnti per un valore complessivo di circa 200.000 euro.

L’operazione, nota come “Sofferenza”, è stata condotta dal Nucleo Operativo della Compagnia Bagnoli, con il supporto del Nucleo Investigativo di Napoli e del Raggruppamento Operativo Speciale Carabinieri. Tra gli indagati ci sono Carlo Capezzuto, Giuseppe Barretta, Nicola Siano, Giovanni Minopoli, Gennaro Di Napoli e Francesco Di Donato, tutti di Napoli e con varie fasce d’età. Alcuni sono in custodia in carcere, altri agli arresti domiciliari e altri sottoposti all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.

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Due sparatorie in 24 ore a Pomigliano: quale la causa?

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Due sparatorie in 24 ore a Pomigliano: quale la causa?

La scorsa sera, il nucleo operativo e radiomobile di Castello di Cisterna è intervenuto in via Roma a Pomigliano d’Arco, precisamente all’altezza del civico 193, in seguito all’esplosione di colpi d’arma da fuoco.

Da una prima ricostruzione, è emerso che individui sconosciuti avrebbero aperto il fuoco contro un condominio. Sulla scena, sono stati rinvenuti diversi bossoli calibro 9×21. Fortunatamente, non si segnalano feriti. Attualmente, sono in corso approfondite indagini per chiarire la dinamica dell’evento.

Questa sparatoria fa seguito a un episodio simile avvenuto la sera precedente in via Enrico de Nicola. Anche in quel caso, individui non identificati avrebbero sparato proiettili in direzione di un edificio al civico 41, situato nel complesso popolare della “219”.

La ripetizione di simili incidenti ha innescato preoccupazioni nella comunità locale, sollevando la necessità di ulteriori misure di sicurezza e vigilanza.

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A figlio imprenditore minacciato su social per arresto usurai

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Minacce via social al figlio dell’imprenditore che ha fatto arrestare gli usurai

Il figlio di un imprenditore di Soccavo di Napoli ha inviato diversi messaggi minacciosi tramite WhatsApp, con minacce di rompere le corna a suo padre e di violenza nei confronti della sua famiglia. Il padre ha denunciato queste minacce, portando all’arresto di sei usurai responsabili di aver costretto l’imprenditore a restituire circa 100.000 euro a causa di prestiti ottenuti in momenti di difficoltà economica durante la pandemia.

I sospettati, tra cui intermediari e usurai, sono stati arrestati in seguito a indagini coordinate dalla Procura di Napoli. Sono stati sequestrati dei conti correnti e una pistola illegale è stata rinvenuta e confiscata presso l’abitazione di uno degli indagati.

Il Partito Democratico di Soccavo ha espresso solidarietà e supporto all’imprenditore vittima del racket, sottolineando l’importanza della denuncia e della collaborazione con le forze dell’ordine per contrastare attività illegali come l’usura. Questo caso rappresenta un esempio di come l’usura possa colpire anche le persone più vulnerabili ed è fondamentale denunciare tali attività per proteggere le vittime.

Un messaggio di solidarietà è stato inviato anche dal segretario metropolitano del PD, Giuseppe Annunziata, il capogruppo in consiglio comunale, Gennaro Acampora, e la segretaria del circolo PD di Soccavo, Concetta De Fleury. Durante le operazioni è stata rinvenuta una pistola illegale presso l’abitazione di uno degli indagati e quest’ultimo è stato quindi arrestato e trasferito in carcere.

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Due sparatorie in 24 ore a Pomigliano: la città sotto shock

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Due sparatorie in 24 ore a Pomigliano: quale la causa?

La scorsa sera, il nucleo operativo e radiomobile di Castello di Cisterna è intervenuto in via Roma a Pomigliano d’Arco, precisamente all’altezza del civico 193, in seguito all’esplosione di colpi d’arma da fuoco. Da una prima ricostruzione, è emerso che individui sconosciuti avrebbero aperto il fuoco contro un condominio.

Sulla scena, sono stati rinvenuti diversi bossoli calibro 9×21. Fortunatamente, non si segnalano feriti. Attualmente, sono in corso approfondite indagini per chiarire la dinamica dell’evento. Questa sparatoria fa seguito a un episodio simile avvenuto la sera precedente in via Enrico de Nicola.

Anche in quel caso, individui non identificati avrebbero sparato proiettili in direzione di un edificio al civico 41, situato nel complesso popolare della “219”.

La ripetizione di simili incidenti ha innescato preoccupazioni nella comunità locale, sollevando la necessità di ulteriori misure di sicurezza e vigilanza.

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Napoli: imprenditore legato al Pd denuncia usurai, arrestati sei aguzzini a Soccavo.

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Imprenditore legato al Pd denuncia usurai e fa arrestare sei aguzzini a Soccavo, Napoli

A Napoli, un noto imprenditore si è rivolto ai carabinieri stanco di essere vittima di usurai durante la crisi economica causata dalla pandemia da Covid. Con le prove in mano, è riuscito a far arrestare sei persone accusate di usura, estorsione e tentata estorsione nei suoi confronti.

L’imprenditore, proprietario di un’azienda di assistenza su prodotti informatici e referente d’area del Partito Democratico di Soccavo, si era indebitato con degli usurai per ottenere prestiti necessari alla sopravvivenza della sua attività economica durante la pandemia. Dopo la denuncia, i carabinieri hanno avviato un’indagine che ha portato all’arresto degli indagati.

Secondo le indagini, gli usurai hanno imposto tassi di interesse usurari, fino al 200%, approfittando dello stato di bisogno dell’imprenditore. Quest’ultimo ha dovuto restituire, finché ha potuto, un totale di circa 100.000 euro, per prestiti che variavano tra i 6.000 e i 71.000 euro.

Nelle prime ore del 19 dicembre 2023, i carabinieri hanno eseguito le misure cautelari, arrestando due persone e mettendone altre due agli arresti domiciliari. Due persone sono invece sottoposte all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Sono stati sequestrati anche beni e conti correnti per un valore complessivo di circa 200.000 euro.

L’operazione, chiamata “Sofferenza”, è stata condotta dal Nucleo Operativo della Compagnia Bagnoli, con il supporto del Nucleo Investigativo di Napoli e del Raggruppamento Operativo Speciale Carabinieri. I nomi degli indagati sono: Carlo Capezzuto, in custodia in carcere; Giuseppe Barretta, in custodia in carcere; Nicola Siano, agli arresti domiciliari; Giovanni Minopoli, agli arresti domiciliari; Gennaro Di Napoli, con obbligo di presentazione alla polizia giudiziara; Francesco Di Donato, con obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.

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Sequestrati 123mila pacchetti di sigarette a Varcaturo, record di contrabbando

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Sequestrati 123mila pacchetti di sigarette a Varcaturo, record di contrabbando

I Carabinieri hanno scoperto un deposito di sigarette di contrabbando a Varcaturo, una frazione di Giugliano, nella parte settentrionale di Napoli. All’interno dello stabile sono stati trovati 123.100 pacchetti di sigarette illegali, equivalenti a 2 tonnellate e 462 chili di bionde illegali. Questa quantità di sigarette avrebbe prodotto una grande quantità di nicotina e catrame, pari al peso di due automobili. Tale quantità avrebbe generato una torre di pacchetti di oltre 11 chilometri.

I Carabinieri hanno arrestato due persone, un uomo di 58 anni e un altro di 27, dopo averli seguiti fino a una palazzina a Giugliano. Durante la perquisizione, sono stati trovate le chiavi di un magazzino poco distante, contenente numerosi scatoloni di sigarette di contrabbando. Queste sigarette, imitazioni di un noto marchio, erano prive dei sigilli dei Monopoli di Stato. Le autorità ritengono che se fossero state immesse sul mercato, avrebbero fruttato circa 500.000 euro.

Le sigarette illegali e i due individui sono stati sequestrati e arrestati rispettivamente. Attualmente si trovano in carcere in attesa di giudizio. Le indagini dei Carabinieri continuano per determinare i ruoli dei due arrestati all’interno dell’organizzazione che gestiva un traffico così esteso di contrabbando.

Il carico sequestrato, se immesso sul mercato nero, avrebbe portato alla gang dei contrabbandieri un guadagno di almeno mezzo milione di euro.

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Arrestato Gaetano Angrisano, boss latitante della Vinella Grassi: nuovo colpo alla Camorra

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Arrestato Gaetano Angrisano, boss latitante della Vinella Grassi: nuovo colpo alla Camorra

Gaetano Angrisano, un boss della camorra di 31 anni, è stato catturato dai Carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale di Napoli. Angrisano era considerato uno dei 100 latitanti più pericolosi d’Italia dal ministero dell’interno e era ritenuto uno dei boss emergenti del clan “Vinella Grassi”, con base nel lotto G di Scampia.

Nonostante avesse una condanna a 10 anni di reclusione pendente per associazione per delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti, Angrisano è riuscito a sfuggire alle manette per un anno e mezzo. I Carabinieri hanno seguito le sue tracce e svolto indagini tecniche e tradizionali che li hanno portati a individuarlo nel suo quartiere.

La cattura di Angrisano è avvenuta con un’operazione che ha coinvolto più di 250 carabinieri, che hanno circondato il lotto G e perquisito tutte le abitazioni. Angrisano è stato trovato mentre partecipava a una festa e ha dovuto lasciare immediatamente amici e parenti per essere portato in carcere.

Con l’arresto di Angrisano, i Carabinieri hanno catturato il 15° latitante quest’anno.

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La successione di Angrisano a capo della Vinella Grassi, l’eredità della Camorra.

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La successione di Angrisano a capo della Vinella Grassi, l’eredità della Camorra.

Gaetano Angrisano, un 31enne noto per le sue attività criminali, è stato arrestato a Scampia dopo essere stato latitante per un anno e mezzo. La sua fama criminale era legata alla sua parentela con Salvatore Petriccione, anche conosciuto come o’ marenar, una figura importante della Camorra di Secondigliano. Quando Petriccione, il capo e fondatore della Vinella Grassi, finì in carcere, Angrisano prese il comando del gruppo.

Il suo quartier generale si trovava tra il Lotto G e Malaga, dove è stato arrestato nel 2021. Angrisano doveva scontare una pena di 10 anni per associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti, una sentenza derivante da un processo scaturito dalla retata del 2014 che portò in carcere i vertici della cosca.

La sentenza è stata successivamente annullata dalla Cassazione, ma Angrisano è stato condannato nuovamente dalla Corte d’Appello di Napoli a febbraio dell’anno scorso, e da allora si è mantenuto in latitanza, probabilmente godendo di protezione nel suo quartiere.

I carabinieri hanno seguito le sue tracce attraverso indagini tecniche e tradizionali. Ogni elemento investigativo faceva pensare che non fosse allontanato dal suo quartiere. Quella notte, più di 250 carabinieri hanno circondato il Lotto G, dove si stava svolgendo la festa per il secondo compleanno del figlio del latitante, impedendo qualsiasi entrata o uscita.

Le abitazioni nei “blocchi edifici” sono state perquisite e Angrisano è stato individuato. Il 31enne è ora detenuto nel carcere di Secondigliano, diventando il 15esimo latitante catturato quest’anno dai carabinieri.

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Aumento suicidi in carcere: 67 morti dall’inizio anno

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Aumento suicidi in carcere: 67 morti dall’inizio anno

Il numero dei suicidi in carcere in Italia continua ad aumentare, con 67 detenuti deceduti da inizio anno al 10 dicembre, di cui 46 per impiccamento. Questo dato è stato reso noto dal rapporto “Morire di carcere” di Ristretti Orizzonti, che ha censito tutte le morti avvenute in prigione nel corso dell’anno.
La situazione è particolarmente critica nelle carceri di Roma e Milano, dove si sono registrati rispettivamente 4 e 3 suicidi. In queste due istituzioni, i detenuti si sono tolti la vita impiccandosi, soffocandosi con piccole bombole di gas o bruciandosi. Altre carceri in cui si sono verificati più di un suicidio sono Terni (3), Taranto (3), la sezione femminile di Torino (3), Milano Opera (3), Verona (3), Pescara (3) e Venezia (3).
In alcuni casi, i detenuti si sono lasciati morire facendo lo sciopero della fame, come accaduto ad Augusta, dove due detenuti si sono tolti la vita dopo 40 giorni di digiuno.
Il rapporto di Ristretti Orizzonti denuncia la grave situazione di sofferenza nelle carceri italiane, con detenuti sottoposti a condizioni di sovraffollamento, degrado e isolamento, che possono portare a gravi problemi psicologici e a gesti estremi.
L’associazione chiede alle istituzioni di intervenire urgentemente per migliorare le condizioni di vita in carcere e prevenire i suicidi.

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