Cronaca
Rubano farmaci per la chemioterapia in ospedale: valgono 2 milioni. Arrestati due fratelli a Napoli

Il furto è andato in scena lo scorso 22 dicembre nella farmacia dell’ospedale Sant’Orsola-Malpighi di Bologna. A quasi un anno di distanza, due fratelli napoletani sono stati arrestati nel capoluogo campano.
A quasi un anno di distanza dal reato, due fratelli napoletani sono stati arrestati nel capoluogo campano dai carabinieri. I due sono indagati per aver rubato, insieme ad altri complici, alcuni farmaci antitumorali, utilizzati per la chemioterapia, dalla farmacia dell’ospedale Sant’Orsola-Malpighi di Bologna: i medicinali valgono 2 milioni di euro. Per il maggiore dei due fratelli i militari dell’Arma hanno eseguito una ordinanza di custodia cautelare in carcere, mentre il minore è stato sottoposto agli arresti domiciliari, con l’applicazione del braccialetto elettronico.
Il furto risale alla notte del 22 dicembre 2023. I malviventi, dopo aver forzato una grata di metallo e una finestra, riuscirono ad entrare nella farmacia del nosocomio bolognese e a rubare 815 confezioni di farmaci chemioterapici antitumorali, del valore complessivo di 1.909.680 euro. Grazie alla collaborazione dei carabinieri del Nucleo Investigativo di Bologna e di quelli partenopei, i due fratelli sono stati individuati e rintracciati, 11 mesi dopo, e nei loro confronti sono state applicate le misure cautelari emesse dal gip del Tribunale di Bologna, su richiesta della Procura emiliana.
Cronaca
Sub di Molfetta colpito da embolia: salvato dai medici

Una giornata d’estate che sembrava perfetta, con il sole splendente e il mare calmo, si è trasformata in un incubo per un sub di Molfetta. L’uomo si era immerso nelle acque del Cilento, ma subito dopo l’immersione ha iniziato a manifestare sintomi improvvisi e devastanti, culminati in un collasso. La sua vita è stata appesa a un filo, con i medici che hanno dovuto correre contro il tempo per salvargli la vita.
La Grave Embolia
Il sub di Molfetta è stato colpito da una grave embolia da decompressione, una condizione medica estremamente pericolosa che richiede un intervento immediato. L’embolia da decompressione si verifica quando i gas disciolti nel sangue si espandono troppo rapidamente, formando bolle che possono bloccare il flusso sanguigno e provocare danni ai tessuti.
Il Salvataggio
I medici del Ruggi d’Angelo di Molfetta sono intervenuti tempestivamente, salvando la vita al sub in difficoltà. La prontezza e la professionalità dei medici hanno fatto la differenza, permettendo all’uomo di ricevere le cure necessarie per superare la crisi. La vicenda è un esempio di come la velocità e l’efficienza nel trattamento medico possano essere decisive nel salvare una vita.
La Riabilitazione
Dopo l’intervento medico, il sub di Molfetta è stato sottoposto a un percorso di riabilitazione per recuperare completamente dalle conseguenze dell’embolia. La riabilitazione è un passaggio fondamentale nel processo di guarigione, poiché aiuta il paziente a ripristinare le funzioni fisiche e a ridurre il rischio di recidive. La storia di questo sub è un monito a tutti gli appassionati di immersioni subacquee sull’importanza di rispettare le norme di sicurezza e di essere consapevoli dei rischi associati a questa attività.
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Cronaca
Il Rolex rifiutato: ex dg Asl smaschera “sistema Ferraro”

Napoli è stata teatro di un evento che sta facendo molto parlare: un Rolex da 8mila euro, regalato come “biglietto da visita” per accedere al mondo degli appalti pubblici, è stato rispedito al mittente e si è trasformato in una prova a carico del cosiddetto “sistema Ferraro”. Questo sistema, noto per la sua rete di interessi, appalti pilotati e tangenti, è al centro dell’attenzione a causa di questo dono costoso.
Il Contesto
Il “sistema Ferraro” rappresenta una rete complessa di relazioni e interessi che coinvolge appalti pubblici e pratichelittle trasparenti. L’offerta di un Rolex come “biglietto da visita” sembra essere stata un tentativo di infiltrarsi in questo sistema, ma il rifiuto del dono ha portato a una serie di conseguenze impreviste.
Le Implicazioni
Le implicazioni di questo evento sono profonde e suggeriscono che il “sistema Ferraro” possa essere più ampio e radicato di quanto inizialmente pensato. La capacità di influenzare gli appalti pubblici e di creare un sistema di tangenti e favoritismi è un tema che richiede un’attenta indagine e azioni concrete per essere risolto.
La Risposta delle Autorità
In risposta a questi eventi, le autorità sono chiamate a intervenire con fermezza per clarire i contorni del “sistema Ferraro” e per assicurare che la legge sia applicata in modo equo e trasparente. Ciò include indagini approfondite e, se necessario, azioni legali contro coloro che sono coinvolti in pratiche illecite.
La Trasparenza come Soluzione
La trasparenza è fondamentale per prevenire e contrastare sistemi come quello di Ferraro. Ciò richiede una maggiore apertura e responsabilità nelle procedure di appalto, nonché un impegno a punire severamente le violazioni. Solo attraverso la trasparenza e la giustizia può essere possibile creare un ambiente più pulito e onesto per gli appalti pubblici.
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Cronaca
Arzano: 3 del clan della 167 a processo per minacce

Nella città di Arzano, una nuova pagina si è aperta nella lotta contro la criminalità organizzata, grazie all’impegno del giornalista Mimmo Rubio, che da anni denuncia le attività illecite dei clan locali. Recentemente, il Tribunale dei Minori ha emesso una decisione significativa, mandando a processo tre nuovi soggetti accusati di minacce di stampo camorristico nei confronti del giornalista. Questi individui, identificati come Raffaele Piscopo, Vincenzo Sica e Salvatore Rea, sono membri del temuto clan della 167, noto per le sue attività criminali nella zona.
I Protagonisti dell’Attentato
I tre soggetti coinvolti, Raffaele Piscopo, Vincenzo Sica e Salvatore Rea, sono stati rinviati a giudizio con l’accusa di aver minacciato il giornalista Mimmo Rubio. Queste minacce sono state classificate come di stampo camorristico, evidenziando così la natura preoccupante delle azioni intraprese contro chi si impegni nella denuncia della criminalità organizzata.
Il Clan della 167
Il clan della 167, di cui Piscopo, Sica e Rea sono membri, è una delle organizzazioni criminali più temute nella zona di Arzano. La sua influenza e il suo potere sono noti per essere particolarmente radicati nella comunità locale, rendendo difficile la lotta contro le sue attività illecite. L’impegno di giornalisti come Mimmo Rubio è fondamentale per smascherare le azioni di tali organizzazioni e per cercare di limitarne l’influenza.
La Lotta Contro la Criminalità
La decisione del Tribunale dei Minori di mandare a processo i tre membri del clan della 167 rappresenta un passo importante nella lotta contro la criminalità organizzata. Questo atto dimostra che le autorità sono determinate a contrastare le attività illecite dei clan e a proteggere coloro che, come Mimmo Rubio, lavorano per denunciare e smantellare tali organizzazioni. La lotta contro la camorra e le altre forme di criminalità organizzata è un processo lungo e complesso, ma con determinazione e impegno, è possibile ottenere risultati positivi e creare una società più sicura e giusta.Fonte