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Cronaca

Pagamenti per lavori mai eseguiti all’ospedale Cotugno di Napoli: emessi due inviti a dedurre

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Pagamenti per lavori mai eseguiti all’ospedale Cotugno di Napoli: emessi due inviti a dedurre

La Guardia di Finanza di Napoli ha notificato un invito a dedurre nei confronti di due soggetti, ritenuti responsabili di aver provocato un danno patrimoniale all’Azienda Ospedaliera dei Colli.

Lavori pagati ma mai eseguiti all’ospedale Cotugno di Napoli: per questo il Nucleo di Polizia Economico-Giudiziaria della Guardia di Finanza, su delega della Procura Regionale per la Campania della Corte dei Conti, ha notificato un invito a dedurre nei confronti di due soggetti, ritenuti responsabili di aver provocato un ingente danno patrimoniale all’Azienda Ospedaliera dei Colli. Nei confronti di uno dei destinatari del provvedimento, inoltre, è stato eseguito un sequestro conservativo di beni per un valore di 3.329.504,20 euro.

Le indagini, scaturite dopo la denuncia della direzione generale dell’Azienda Ospedaliera dei Colli, hanno permesso di accertare il pagamento di lavori di ristrutturazione e manutenzione mai effettivamente svolti all’ospedale Cotugno, da parte di due società sprovviste di maestranze e della documentazione attestante la regolarità contributiva e la sicurezza sui luoghi di lavoro. Le società, rivelatesi vere e proprie “scatole vuote”, hanno beneficiato di sostanziosi bonifici grazie alla compiacenza dell’ex direttore dell’Ufficio tecnico manutentivo del nosocomio napoletano che, grazie alla complicità di un sodale, ha presieduto a tutto l’iter, dall’avvio delle gare fino all’attestazione di regolare esecuzione dei lavori e di liquidazione.

È emerso, inoltre, che una delle due società…

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Sparatoria in piazza Mercato a Napoli: sparati cinque colpi, ipotesi stesa

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Sparatoria in piazza Mercato a Napoli: sparati cinque colpi, ipotesi stesa

Una stesa a ridosso del corso Umberto I, non lontano dalla zona in cui poco tempo fa venne ucciso Emanuele Tufano, di soli 15 anni. Cinque cartucce recuperate.

Immagine di repertorio

Cinque colpi di pistola, tre contro un palazzo: una sparatoria o forse una stesa. Si torna a sparare a Napoli, in pieno centro storico. Questa mattina, attorno alle 5.30, la Polizia di Stato è intervenuta sul posto, a ridosso del Corso Umberto I e non lontano dal luogo della sparatoria in cui perse la vita il giovane Emanuele Tufano, ucciso a 15 anni in via Carminiello al Mercato pochi giorni fa. Stavolta gli spari si sono registrati in via Casciari al Pendino, una delle tante traverse che si trovano tra il Corso Umberto I e piazza del Mercato.

Cinque le cartucce ritrovate a terra dagli inquirenti, tre i fori dei colpi andati a segno. Due di questi hanno raggiunto una saracinesca in zona, un altro ha raggiunto una parete. Non è escluso che sia trattato di una stesa, ovvero una dimostrazione di forza da parte di soggetti armati che, spesso sfrecciando su motorini, sparano all’impazzata rischiando talvolta di colpire anche persone inermi che si trovano in casa. Nessuna pista è però esclusa: indagano gli agenti della Polizia di Stato.

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I punti ancora oscuri dell’omicidio Vassallo: non si sa ancora chi sparò al sindaco. Il gip: “Clima omertoso”

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I punti ancora oscuri dell’omicidio Vassallo: non si sa ancora chi sparò al sindaco. Il gip: “Clima omertoso”

A distanza di 14 anni, e dopo 4 arresti, non si chiudono le indagini sulla morte del “sindaco pescatore”: gli inquirenti non hanno individuato gli esecutori materiali.

Angelo Vassallo

Ricostruiti (anche se non completamente) gli scenari, i retroscena e il contesto, ma nelle indagini sulla morte di Angelo Vassallo, il “sindaco pescatore”, resta ancora un grande interrogativo: non sono stati individuati gli autori materiali dell’omicidio, ovvero chi materialmente fece fuoco nella serata del 5 settembre 2010. È un aspetto su cui il gip che ha firmato l’ordinanza si è soffermato più volte, lasciando intendere che l’inchiesta non si chiude con l’arresto dei quattro indagati.

Il colonnello Cagnazzo tra i quattro arrestati

Gli arresti sono scattati ieri mattina, 7 novembre. Destinatari dell’ordinanza della Procura di Salerno, emessa a seguito delle indagini dei carabinieri del Ros di Roma, sono il colonnello Fabio Cagnazzo, l’ex carabiniere Lazzaro Cioffi (già condannato a 15 anni per droga), l’imprenditore Giuseppe Cipriano e Romolo Ridosso, collaboratore di giustizia e figlio del boss del clan omonimo attivo a Scafati (Salerno).

L’accusa contestata a Cagnazzo è di omicidio volontario in concorso aggravato per avere agevolato un clan e per coprire un altro reato; il riferimento è a un traffico di droga, nel quale i due carabinieri sarebbero stati coinvolti, e che il sindaco Vassallo aveva scoperto e che voleva denunciare. Secondo le dichiarazioni del collaboratore di giustizia Eugenio D’Atri, Cagnazzo avrebbe…

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Rubano farmaci per la chemioterapia in ospedale: valgono 2 milioni. Arrestati due fratelli a Napoli

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Rubano farmaci per la chemioterapia in ospedale: valgono 2 milioni. Arrestati due fratelli a Napoli

Il furto è andato in scena lo scorso 22 dicembre nella farmacia dell’ospedale Sant’Orsola-Malpighi di Bologna. A quasi un anno di distanza, due fratelli napoletani sono stati arrestati nel capoluogo campano.

A quasi un anno di distanza dal reato, due fratelli napoletani sono stati arrestati nel capoluogo campano dai carabinieri. I due sono indagati per aver rubato, insieme ad altri complici, alcuni farmaci antitumorali, utilizzati per la chemioterapia, dalla farmacia dell’ospedale Sant’Orsola-Malpighi di Bologna: i medicinali valgono 2 milioni di euro. Per il maggiore dei due fratelli i militari dell’Arma hanno eseguito una ordinanza di custodia cautelare in carcere, mentre il minore è stato sottoposto agli arresti domiciliari, con l’applicazione del braccialetto elettronico.

Il furto risale alla notte del 22 dicembre 2023. I malviventi, dopo aver forzato una grata di metallo e una finestra, riuscirono ad entrare nella farmacia del nosocomio bolognese e a rubare 815 confezioni di farmaci chemioterapici antitumorali, del valore complessivo di 1.909.680 euro. Grazie alla collaborazione dei carabinieri del Nucleo Investigativo di Bologna e di quelli partenopei, i due fratelli sono stati individuati e rintracciati, 11 mesi dopo, e nei loro confronti sono state applicate le misure cautelari emesse dal gip del Tribunale di Bologna, su richiesta della Procura emiliana.

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