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Cronaca

“Arcangelo mi sfidava a sparare”: Renato Caiafa resta in carcere, può condizionare gli amici

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“Arcangelo mi sfidava a sparare”: Renato Caiafa resta in carcere, può condizionare gli amici

Il gip non ha convalidato il fermo per Renato Caiafa ma ha disposto il carcere: la sua versione e quella degli amici vengono ritenute inverosimili, per il giudice l’arma era già in possesso dei giovani.

A sinistra Renato Caiafa, a destra Arcangelo Correra

La versione di Renato Caiafa sul ritrovamento dell’arma viene ritenuta totalmente inverosimile dagli inquirenti, secondo i quali anche gli amici hanno concordato una versione di comodo per non ammettere che quella pistola era già nelle disponibilità del gruppetto: è il ragionamento del gip che, pur non convalidando il fermo, ha firmato l’ordinanza di custodia cautelare nei confronti del 19enne, in carcere per la detenzione e l’uso della pistola e indagato per la morte dell’amico, Arcangelo Correra, raggiunto da un proiettile in fronte nella notte del 9 novembre nel centro di Napoli, adiacente a via dei Tribunali.

Il ritrovamento della pistola

Renato Caiafa, prima agli inquirenti e agli investigatori e successivamente al gip, ha raccontato di non avere mai visto prima quella pistola. Di averla trovata in piazzetta Sedil Capuano, dove spesso stava con gli amici, e di averla impugnata credendo che si trattasse di una replica, di un giocattolo. Di averla maneggiata mentre Arcangelo, mostrando il petto, lo sfidava. E che si sarebbe accorto di avere tra le mani una pistola vera soltanto dopo il colpo, partito involontariamente, e dopo avere visto il sangue dell’amico.

Innanzitutto, rileva il giudice, quella pistola ha un grosso valore per i criminali, essendo un’arma con matricola abrasa, quindi non rintracciabile, e dotata di un caricatore esteso che può contenere 26 cartucce; di…

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Cronaca

Scoperta officina per modificare le armi giocattolo: trovati gli appunti su come rendere vere le pistole

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Scoperta officina per modificare le armi giocattolo: trovati gli appunti su come rendere vere le pistole

In manette sono finiti due uomini di 58 e 62 anni, che avevano messo in piedi a Sant’Anastasia, nella provincia di Napoli, una vera e propria officina in cui modificavano le armi da fuoco.

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A Sant’Anastasia, nella provincia di Napoli, avevano messo in piedi una vera e propria officina nella quale modificavano, preparavano e riparavano le armi da fuoco, con tanto di appunti sulle parti da sostituire per rendere funzionanti le pistole “replica”: due uomini di 58 e 62 anni sono stati così arrestati dalla Polizia di Stato per detenzione e porto abusivi in luogo pubblico di armi clandestine e detenzione abusiva di armi, parti di esse e munizioni.

I poliziotti della Squadra Mobile di Napoli, unitamente ai colleghi dei commissariati Poggioreale e Ponticelli, hanno sorpreso i due uomini mentre, all’interno dei locali dell’azienda in cui lavoravano, si stavano scambiando una pistola, risultata una semiautomatica calibro 6,35 con caricatore da sei proiettili e matricola abrasa. Gli agenti hanno così proceduto a perquisire l’armadietto di uno dei due arrestati, rinvenendo un’altra pistola dello stesso calibro.

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Dal luogo di lavoro, i poliziotti sono passati poi alle perquisizioni delle rispettive abitazioni degli indagati. In una prima casa, nel quartiere Poggioreale a Napoli, gli agenti hanno rinvenuto una pistola replica Beretta mod. 92, circa 20 munizioni di diverso calibro e numerose parti di armi da fuoco utili all’impiego. In un’altra abitazione, a Sant’Anastasia, i poliziotti hanno…

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Parcheggiatore abusivo si schianta con l’auto di una cliente: non aveva la patente

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Parcheggiatore abusivo si schianta con l’auto di una cliente: non aveva la patente

� accaduto nel cuore di Napoli: l’uomo, alla vista della Polizia Municipale, si è schiantato contro un furgone in sosta. Il parcheggiatore abusivo è stato denunciato, insieme alla proprietaria dell’auto.

A Napoli continuano le operazioni delle forze dell’ordine volte a contrastare il fenomeno dei parcheggiatori abusivi. Dopo i controlli in Zona Ospedaliera, che hanno portato alla denuncia di una donna per la 41esima volta nel 2024, gli agenti dell’Unità Operativa Chiaia della Polizia Municipale hanno rivolto la loro attenzione al centro storico del capoluogo campano. E così, in via Santa Brigida, gli agenti si sono imbattuti in un parcheggiatore abusivo, intento a spostare la Smart affidatale da una cliente; alla vista degli operatori, l’uomo ha tentato la fuga, ma si è schiantato contro un furgone in sosta, provocando danni a entrambi i veicoli.

Quando lo hanno raggiunto, grande è stata la sorpresa degli agenti nello scoprire che il parcheggiatore abusivo, già più volte sanzionato per lo svolgimento dell’attività illecita, era sprovvisto della patente di guida. Pertanto, l’uomo è stato denunciato alla competente Autorità Giudiziaria e sanzionato per guida senza patente.

Gli agenti hanno provveduto anche a rintracciare la proprietaria della Smart, la quale è stata a sua volta sanzionata per aver affidato il proprio veicolo a un soggetto senza patente. Al proprietario del furgone danneggiato, infine, sono stati forniti tutti gli elementi necessari per consentirgli di fare richiesta di risarcimento del danno.

A Bagnoli furti d’auto e bande di giovanissimi dopo l’arresto del…

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Neres rapinato in inglese. Tra i complici due dipendenti Asia, i vestiti nel camion dei rifiuti

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Neres rapinato in inglese. Tra i complici due dipendenti Asia, i vestiti nel camion dei rifiuti

Dopo la rapina al calciatore David Neres i tre criminali sono stati aiutati da due dipendenti dell’Asia, uno dei quali è il padre di uno degli indagati.

I rapinatori ripresi senza scarpe dalle telecamere

Ad aiutare i criminali che hanno rapinato l’orologio da oltre 100mila euro al calciatore David Neres sono stati due dipendenti dell’Asia, l’azienda che si occupa della raccolta rifiuti a Napoli: il primo, padre di uno dei tre, ha recuperato il gruppetto dopo il raid e si è disfatto dei vestiti e dei caschi, consegnandoli a un suo collega che era al lavoro. Il particolare emerge dall’ordinanza che ha portato in carcere tre persone, eseguita dai carabinieri: gli indagati sono Gianluca Cuomo, detto ‘o chiatto, Giuseppe Vitale, detto ‘o Lobo, e Giuseppe Vecchio, tutti residenti nel Rione Lauro, a Fuorigrotta.

La rapina al calciatore in inglese

Nella denuncia sporta presso la Polizia di Stato l’attaccante brasiliano aveva raccontato che il criminale si era rivolto a lui in inglese. Evidentemente i criminali avevano scelto di usare quella lingua per evitare di perdere tempo. A quel tempo il calciatore era arrivato a Napoli da pochissime settimane, tanto che, scrive il gip nell’ordinanza, “questo era, in pratica, il deprecabile comitato d’accoglienza con cui gli sconosciuti davano il benvenuto al calciatore a nome dei napoletani”.

Il minivan del calciatore seguito dai rapinatori davanti allo stadio Maradona

Il minivan del calciatore seguito dai rapinatori davanti allo stadio Maradona

Neres era stato bloccato in via Nino Bixio, dopo la partita tra Napoli e Parma al Maradona; i rapinatori avevano affiancato il suo minivan, avevano mandato in frantumi il finestrino e, puntandogli la pistola all’addome, lo avevano…

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