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Cronaca

Un colpo alla nuca mentre era in auto: 20enne sottoposto a intervento al Cto, estratto il proiettile. Le sue condizioni sono stabili.

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Un colpo alla nuca mentre era in auto: 20enne sottoposto a intervento al Cto, estratto il proiettile. Le sue condizioni sono stabili.

Un giovane di 20 anni è stato vittima di un grave episodio di violenza nel quartiere di Chiaiano, Napoli, rimanendo ferito da un colpo di pistola alla nuca. Il drammatico evento è avvenuto mentre il giovane si trovava in auto con alcuni amici.

La dinamica dell’aggressione

Secondo le prime ricostruzioni effettuate dalla Polizia di Stato del commissariato dell’Arenella, i fatti si sono svolti quando uno scooter con a bordo due uomini a volto coperto si è avvicinato alla vettura del giovane. Uno degli aggressori avrebbe improvvisamente estratto una pistola, sparando attraverso il finestrino e colpendo la vittima alla nuca, lasciando il proiettile incastrato nel collo. I due malviventi sono poi fuggiti dal luogo dell’aggressione, facendo perdere le loro tracce.

L’intervento medico

Il ragazzo, originario del quartiere Scampia e con precedenti, è stato immediatamente trasportato al Cto dei Colli Aminei, dove è stato sottoposto a un intervento chirurgico d’urgenza. L’operazione si è conclusa con successo, consentendo l’estrazione del proiettile e salvando la vita del giovane. Attualmente, il ventenne si trova fuori pericolo, con una prognosi di 15 giorni per la completa guarigione.

Indagini in corso

L’aggressione è avvenuta intorno alle ore 2:00 della notte scorsa e al momento le indagini della Polizia di Stato sono in pieno svolgimento. Gli inquirenti stanno cercando di raccogliere ulteriori elementi per far luce sulla vicenda e per identificare i responsabili. Tra le ipotesi al vaglio, vi è anche quella di analizzare le immagini delle telecamere di videosorveglianza presenti nel quartiere, al fine di ricostruire il percorso degli aggressori e la loro via di fuga. L’accaduto ha destato grande preoccupazione tra gli abitanti locali, che sperano in una rapida risoluzione del caso da parte delle forze dell’ordine.

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Bloccato l’ingresso della fabbrica Stellantis a Pomigliano: protesta dei lavoratori Transnova

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Bloccato l’ingresso della fabbrica Stellantis a Pomigliano: protesta dei lavoratori Transnova

I manifestanti hanno bloccato l’ingresso merci dello stabilimento, provocando una lunga coda di tir. I lavoratori Transnova protestano contro il mancato rinnovo della commessa da parte di Stellantis.

La protesta dei lavoratori davanti allo stabilimento Stellantis a Pomigliano (Foto: Marco Sarracino)

A partire dalle prime ore di oggi, lunedì 2 dicembre, è iniziata la protesta dei lavoratori Transnova all’esterno dello stabilimento di Stellantis di Pomigliano d’Arco, nella provincia di Napoli. Dalle 6, i manifestanti hanno bloccato l’ingresso merci della fabbrica, provocando una lunga coda di autoarticolati. La protesta dei lavoratori Transnova – azienda che opera nel settore della logistica e dei trasporti – è contro il mancato rinnovo della commessa da parte di Stellantis, che scade il prossimo 31 dicembre.

Sono circa 400, infatti, i lavoratori di Transnova impiegati negli stabilimenti del colosso automobilisti in tutta Italia e che rischiano il posto di lavoro a causa del mancato rinnovo della commessa. Accanto ai manifestanti, ci sono i rappresentanti dei sindacati Fiom e Fismic, nonché i deputati Marco Sarracino (Partito Democratico) e Alessandro Caramiello (Movimento 5 Stelle).

Protesta anche allo stabilimento Stellantis nel Frusinate

In contemporanea con Pomigliano d’Arco, questa mattina, è scattata la protesta anche all’esterno della fabbrica Stellantis di Piedimonte San Germano, nella provincia di Frosinone: anche qui i lavoratori di Transnova hanno bloccato un ingresso allo stabilimento.

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Incendia le auto della moglie e della suocera, ma perde il cellulare nella fuga: 37enne arrestato a Giugliano

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Incendia le auto della moglie e della suocera, ma perde il cellulare nella fuga: 37enne arrestato a Giugliano

Un uomo di 37 anni è stato arrestato dai carabinieri a Giugliano, nella provincia di Napoli, dopo aver dato fuoco alle automobili della moglie e della suocera; l’uomo è stato rintracciato poiché nella fuga ha perso il cellulare.

Immagine di repertorio

Ha dato fuoco alle automobili della moglie e della suocera. Ma, durante la fuga, ha perso il cellulare, grazie al quale i carabinieri sono riusciti a risalire a lui: a Giugliano, nella provincia di Napoli, un uomo di 37 anni è stato arrestato nella serata di ieri, domenica 1 dicembre, per maltrattamenti in famiglia e danneggiamento seguito da incendio.

I carabinieri della Sezione Radiomobile della locale compagnia, grazie anche alla testimonianza delle vittime, sono riusciti a ricostruire quanto accaduto. Il 37enne, insieme a moglie e figli, avrebbe assistito a una partita di calcetto del figlio maggiore. Durante il match, l’uomo avrebbe alzato troppo il gomito, così alcuni conoscenti lo hanno convinto a far guidare la moglie. Durante il tragitto verso casa, però, il 37enne, nonostante la presenza dei figli di 8 e 3 anni, ha insultato e minacciato la donna.

Una volta giunti a casa, temendo di essere aggredita, la donna ha lasciato il marito ed è fuggita altrove. In tutta risposta, l’uomo ha dato fuoco all’auto della moglie e a quella della suocera, poi si è allontanato, facendo perdere le sue tracce. Nella fuga, però, il 37enne ha perso il telefonino, ritrovato dai carabinieri durante le operazioni di spegnimento degli incendi: sul cellulare tanti i messaggi inviati alla moglie, tra i quali anche minacce. I militari dell’Arma hanno rintracciato l’uomo e lo hanno arrestato: il…

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Gennaro Giordano morto suicida a 39 anni a Napoli. Il papà: “Discriminato al lavoro perché gay, indagate”

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Gennaro Giordano morto suicida a 39 anni a Napoli. Il papà: “Discriminato al lavoro perché gay, indagate”

Il papà di Gennaro Giordano, morto suicida esattamente un anno fa, chiede verità e giustizia per il figlio. Il 39enne ha lasciato 5 lettere alla famiglia per spiegare le motivazioni del suo gesto. Sulla vicenda indaga la Procura di Torre Annunziata.

Gennaro Giordano

Chiede che emerga la verità e sia fatta giustizia per suo figlio, Gennaro Giordano, 39enne morto suicida esattamente un anno fa, il 2 dicembre del 2023, a Napoli. Secondo Armando Giordano, papà del 39enne, che ha sporto denuncia alle autorità, Gennaro si sarebbe lanciato nel vuoto quella tragica sera di 365 giorni fa poiché vittima di pressioni psicologiche e discriminazioni sul luogo di lavoro per la sua omosessualità. Ad avvalorare questa ipotesi ci sono 5 lettere che Gennaro Giordano ha lasciato ai familiari, spiegando le motivazioni dietro il suo gesto e facendo anche i nomi di chi lo osteggiava e discriminava sul posto di lavoro. Dopo la denuncia presentata dal papà del 39enne, la Procura di Torre Annunziata indaga sull’accaduto; nella città oplontina, infatti, Gennaro Giordano lavorava.

Nelle lettere lasciate da Gennaro Giordano i nomi di chi lo discriminava

“Mi sento un peso per la mia famiglia e per le persone che mi stanno attorno, tutto questo è cominciato con la situazione lavorativa in cui mi trovo, dove mi sento perseguitato h24” avrebbe scritto Gennaro Giordano in una delle cinque lettere lasciate alla famiglia e ritrovate in seguito al suicidio. Nelle missive, il 39enne, tra le altre cose, spende parole d’amore per i genitori e i fratelli, affidandogli la cura dei suoi due cani, ma lancia anche accuse: “Non datevi colpe, sono io, entrato in un loop…

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