Cronaca
Bacoli: giovane teme ex, il padre cerca aiuto dal sindaco
Giovane Donna di Bacoli Vive Nel Terrore di Essere Uccisa dall’Ex
Bacoli, un tranquillo comune nei Campi Flegrei nell’area metropolitana di Napoli, è teatro di una tragedia annunciata. Federica, una giovane donna nata nel 1989, vive ormai da oltre un anno e mezzo con il terrore di essere uccisa dal suo ex compagno.
Lettera Al Sindaco: Il Grido d’Aiuto del Padre
Pietro D’Orazio, disperato padre di Federica, ha deciso di rompere il silenzio e inviare una lettera accorata al sindaco Josi Gerardo Della Ragione. La missiva, scritta con l’intento di prevenire una tragica fine, dettaglia punto per punto la spaventosa vicenda.
L’Inizio dell’Incubo
Il calvario di Federica inizia nel novembre 2022. Dopo anni di maltrattamenti, decide di denunciare l’ex compagno. Con l’assistenza di una psicologa e il sostegno della sua famiglia, Federica riesce a trovare il coraggio di rivolgersi alle autorità dopo aver ricevuto un pugno in faccia. L’accaduto non è il primo episodio di violenza, come specificato nella denuncia.
Minacce Fisiche e Verbali
L’incubo continua. A gennaio 2023, Pietro viene minacciato di morte dall’ex compagno della figlia. Le parole dell’uomo sono agghiaccianti: "Tua figlia è una puttana, vi devo vedere morti". Le minacce persistono ad ogni incontro casuale tra Federica e il suo aguzzino.
Aggressioni e Violenza Sul Luogo di Lavoro
A maggio 2023, la situazione degenera ulteriormente. L’ex fidanzato di Federica aggredisce fisicamente i dipendenti dell’agriturismo di famiglia, obbligandoli a non lavorare più per lei sotto minaccia di morte.
Tentativo di Omicidio: Un Piano Premeditato
Il 21 giugno 2023 l’uomo tenta di uccidere Federica. Alle 6 del mattino, si reca presso la casetta dell’agriturismo dove vive la ragazza. Stacca l’elettricità e taglia i fili della connessione internet prima di cercare di investire Federica con la sua auto. Solo l’intervento tempestivo del nuovo compagno di lei evita il peggio.
Nessuna Azione Legale
Nonostante le numerose denunce, l’ex fidanzato non è né fermato né arrestato. Pietro lamenta il disinteresse delle autorità giudiziarie. "Il nostro avvocato ha richiesto più volte misure cautelari per proteggere mia figlia, ma senza risultati," afferma Pietro.
Un Calvario Senza Fine
Federica continua a ricevere minacce di morte anche all’inizio del 2024. L’uomo prende di mira anche i dipendenti dell’agriturismo, aggredendo e minacciando chiunque continui a lavorare lì. Gli episodi di violenza sono innumerevoli.
La Sparizione di Flick
Durante la primavera di quest’anno, il cane di Pietro, Flick, scompare. Nonostante il cane fosse cipato e dotato di due satellitari, non se ne trova traccia. L’ex compagno di Federica si vanta dell’uccisione del cane e continua a minacciare la famiglia D’Orazio.
Una Spirale di Violenza Inarrestabile
L’aggressione ai cinque dipendenti di Pietro e la distruzione del parabrezza del furgone aziendale rappresentano un’escalation di violenza. Le urla intimidatorie dell’uomo suggeriscono che la sua furia non si placherà facilmente.
Ultimo Episodio di Terrore
Il 5 luglio scorso, l’ex compagno di Federica la insegue con un motorino, minacciando di morte lei e il suo cane. Anche questo episodio viene denunciato, ma ad oggi nessun provvedimento è stato preso.
"Viviamo un Incubo Costante"
"Non riusciamo più a vivere, vi chiediamo aiuto," conclude Pietro D’Orazio nella sua lettera. Federica e la sua famiglia sono stremati da un incubo senza fine, una situazione che richiede un intervento immediato delle autorità per evitare una tragedia annunciata.
Ottimizzato per SEO e ripartito in paragrafi, questo articolo mira a sensibilizzare l’opinione pubblica e le autorità su una vicenda di violenza domestica che non può e non deve essere ignorata.
Cronaca
Santo Romano, ucciso a San Sebastiano: “Difficilmente qualcuno indosserà la sua maglia”
A Fanpage.it parla il presidente del Micri, la squadra di Pomigliano d’Arco dove giocava Santo Romano, il 19enne ucciso da un colpo di pistola a San Sebastiano.
Giuseppe Visone, presidente dell’ASD Micri
“Difficile che qualcun altro possa indossare questa maglia, dopo quello che è successo”. Così Giuseppe Visone, presidente dell’Associazione Sportiva Dilettantistica Micri, la squadra calcistica di Pomigliano d’Arco dove giocava Santo Romano, il 19enne ucciso da un colpo d’arma da fuoco nella notte tra venerdì e sabato a San Sebastiano al Vesuvio, in provincia di Napoli. “Sembra di vivere in un incubo, e invece è la cruda realtà”, commenta Visone a Fanpage.it, mostrando la maglia numero uno indossata dal giovane. “Erano 15 anni che stava con noi, finiva di lavorare la sera e veniva ad allenarsi. Qui ci stava cinque volte a settimana, più la partita il sabato o la domenica, praticamente trascorreva tutta la settimana qui”.
Visone ha affidato ai microfoni di Fanpage.it il suo ricordo del giovane: “Era un ragazzo umile, serio, molto più grande della sua età vista la sua maturità. Da uomo di sport ti dico che è difficile tenere insieme tante persone, tante teste, tante situazioni diverse”, ha proseguito Giuseppe Visone, “però bisogna educarli e fargli capire ogni giorno qual è la strada giusta. Perché nel momento in cui desisti e lasci perdere, hai perso. E ieri sera (venerdì sera, ndr) abbiamo perso tutti”. E ora che guarda la maglia con il numero uno che indossava il giovane, non ha dubbi: “I compagni sono…
Cronaca
Lo sfogo di Geolier: “Facili omicidi, la Napoli che non vorrei: basta”
Il rapper napoletano si sfoga su Instagram. Appena un mese fa aveva detto agli studenti di Pompei: “Un libro è meglio di una pistola”
Il rappert Geolier, pseudonimo di Emanuele Palumbo. Foto / Fanpage.it
Un chiaro riferimento ai “facili omicidi” di questi giorni, con l’aggiunta de “La Napoli che non vorrei”, seguita da un “basta”. Si sfoga così, su Instagram, il cantante Geolier (al secolo Emanuele Palumbo), il rapper partenopeo originario di Secondigliano. Lui, che ha un seguito enorme soprattutto tra i più giovani, ha voluto lanciare così un segnale dopo i recenti fatti di cronaca, che hanno visto due giovanissimi essere uccisi a colpi d’arma da fuoco da due minorenni, in due zone e contesti differenti: da una parte Emanuele Tufano, freddato a 15 anni in via Carminiello al Mercato all’angolo con corso Umberto I, nel cuore di Napoli; dall’altra Santo Romano, 19 anni, ucciso davanti il Municipio di San Sebastiano al Vesuvio, mentre cercava di fare da paciere ad una rissa. E prima ancora, gli omicidi di Giovanbattista Cutolo, 24 anni, a piazza Municipio e quello di Francesco Pio Maimone, 18 anni, a Mergellina. Tutti giovanissimi uccisi a colpi d’arma da fuoco da coetanei.
La storia Instagram di Geolier
Un messaggio lapidario quello di Geolieri: “Facili omicidi. La Napoli che non vorrei. Basta”. Il musicista napoletano, arrivato secondo all’ultimo Sanremo, parla chiaro ai suoi tantissimi fan. E mentre proliferano i messaggi per “disarmare Napoli”, come richiesto anche dall’arcivescovo metropolita di Napoli,…
Cronaca
Santo Romano ucciso a 19 anni nel Napoletano, confessa il 17enne fermato: “L’ho ucciso io”
Il 17enne fermato per l’omicidio di Santo Romano, 19 anni, ha confessato: “L’ho ucciso io, la pistola comprata in un campo rom”.
Santo Romano
Aveva inizialmente negato tutto, dicendo di non saperne nulla. Poi, nella tarda mattinata di oggi, ha ammesso agli inquirenti di avere ucciso lui Santo Romano, il 19enne morto per un colpo di pistola a San Sebastiano nella notte tra venerdì e sabato scorsi. Il 17enne, napoletano del quartiere di Barra, ha confessato il delitto al pubblico ministero della Procura dei Minori. Le accuse nei suoi confronti sono di omicidio, porto e detenzioni di armi, spari in luogo pubblico e droga: quest’ultima è stata ritrovata nell’automobile sequestrata dagli inquirenti ed all’interno della quale il 17enne avrebbe fatto fuoco contro Santo Romano, intervenuto a fare da paciere durante una lite tra coetanei. Oltre alla confessione, il 17enne ha aggiunto che avrebbe comprato l’arma in un campo rom.
Le indagini dei carabinieri si sono concentrate su di lui incrociando le immagini delle telecamere di videosorveglianza presenti sul posto, ovvero nei pressi del Municipio di San Sebastiano, con la testimonianza del 17enne amico di Santo Romano, rimasto ferito da uno dei due proiettili esplosi. Il giovane arrestato, che domani sarà sottoposto all’interrogatorio per la convalida del fermo, era stato scarcerato dall’Istituto di Pena Minorile di Nisida lo scorso 28 maggio: era stato condannato a un anno e mezzo, con pena sospesa, per i reati di resistenza a pubblico ufficiale e detenzione ai fini…