Cronaca
Scoperto laboratorio di marijuana in immobile confiscato: 115 kg
Laboratorio di Marijuana Scoperto in Un Immobile Confiscato: Sequestrate 369 Piante e 5 Chili di Droga Essiccata
Un’operazione delle forze dell’ordine ha portato alla scoperta di un laboratorio per la produzione di marijuana situato in un immobile confiscato a Trecase, nei pressi del Vesuvio, in provincia di Napoli. L’intervento ha portato al sequestro di 369 piante di marijuana e oltre 5 chili della sostanza già essiccata, pronte per essere immesse sul mercato.
Un Ritrovamento Inaspettato
La scoperta del laboratorio è avvenuta durante un controllo di routine degli immobili confiscati alla malavita. Il locale ospitava un vero e proprio centro di produzione di marijuana, con tutte le attrezzature necessarie per coltivare e processare la droga.
La Coltivazione illecita
All’interno dell’immobile sono state trovate 369 piante di marijuana in piena coltivazione. Gli addetti utilizzavano tecniche avanzate per massimizzare la resa. Questo dimostra come il laboratorio fosse gestito da persone altamente competenti nel settore delle coltivazioni illecite.
La Produzione di Marijuana Essiccata
Oltre alle piante in crescita, gli agenti hanno rinvenuto oltre 5 chili di marijuana già essiccata e pronta per essere distribuita. Secondo le stime delle autorità, la capacità produttiva del laboratorio sfiorava i 115 chili di marijuana già trattata.
Le Implicazioni Legali
La scoperta di questo laboratorio ha notevoli implicazioni legali, soprattutto per quanto riguarda l’utilizzo di immobili confiscati alla criminalità organizzata. Le indagini sono ancora in corso per identificare i responsabili e comprendere il network di distribuzione della droga.
Prevenire il Riuso dei Beni Confiscati
Questo episodio sottolinea l’importanza di un monitoraggio costante e di un sistema di controlli rigorosi per evitare che gli immobili confiscati alla malavita vengano riutilizzati per attività illegali. Le autorità locali e nazionali sono ora chiamate a rafforzare le misure di sicurezza e la gestione di questi beni.
Per ulteriori dettagli sull’operazione e le conseguenze legali, si può consultare l’articolo originale sul sito di Fanpage. Continua a leggere
Cronaca
Agguato a Bagnoli, 27enne ferito da un proiettile al ginocchio
Un giovane è stato ferito ieri sera in via Beccadelli; indaga la Polizia di Stato, in due gli avrebbero sparato contro diversi colpi, non si sarebbe trattato di una rapina.
In due lo avrebbero affiancato in via Beccadelli e, senza dire nulla, avrebbero cominciato a sparare, centrandolo con una pallottola al ginocchio. Versione attualmente al vaglio degli investigatori, quella di C. F., 27enne di Fuorigrotta, che nella serata di ieri, 19 novembre, è arrivato all’ospedale “San Paolo”. Sull’accaduto indaga la Polizia di Stato, non si esclude che il ferimento possa essere inquadrato nei contrasti tra i gruppi criminali dell’area Ovest di Napoli.
Il 27enne è arrivato al Pronto Soccorso con mezzi propri e con una ferita al ginocchio sinistro; i medici hanno escluso il pericolo di vita. In ospedale sono intervenuti gli agenti del commissariato San Paolo per l’avvio delle indagini. Secondo il racconto del giovane non si sarebbe trattato di una rapina: i due, entrambi a volto coperto, lo avrebbero raggiunto all’altezza dell’ex hotel San Germano e non gli avrebbero detto nulla, avrebbero direttamente esploso diversi colpi, dinamica che farebbe pensare all’intento di uccidere e non solo di ferire.
Per ricostruire l’accaduto si parte dal profilo della vittima e dalle sue frequentazioni: residente a Fuorigrotta, con precedenti per stupefacenti, sarebbe vicino ad un gruppo criminale attivo nella zona di via Campegna e antagonista del clan Troncone. Il ferimento potrebbe quindi essere inquadrato nel riassetto degli equilibri criminali dell’area ovest, in fibrillazione in particolar modo dopo l’arresto del boss Massimiliano Esposito alias “lo…
Cronaca
Chi sono Sara e Aurora Esposito e Samuel Tafciu, i giovani morti nell’esplosione ad Ercolano
La Procura indaga per omicidio plurimo e disastro colposi per la tragedia di Ercolano, dove è esplosa una fabbrica di fuochi d’artificio uccidendo tre ragazzi.
La conferma ufficiale delle loro identità non c’è ancora, ma ormai si tratta soltanto di una terribile formalità: i giovani morti nell’esplosione della fabbrica di fuochi d’artificio abusiva sono le sorelle gemelle Aurora e Sara Esposito, 26 anni, di Marigliano, e Samuel Tafciu, 18enne di origini albanesi che viveva a Napoli. Erano loro, tutti giovanissimi, i tre al lavoro nella baracca di via Patacca, dove si confezionavano i botti per Capodanno: niente autorizzazioni, locali inadeguati, praticamente un bomba a pochi passi dalle abitazioni.
Indagine per omicidio colposo e disastro colposo
Samuel Tafciu aveva una bimba di 4 mesi. L’esplosione ha scagliato il suo corpo a decine di metri. Era il suo primo giorno di lavoro, ha raccontato la madre della compagna 17enne. Primo giorno anche per Aurora Esposito e la sorella Sara, i cui corpi sono stati recuperati oggi: la fabbrica era stata allestita nel fine settimana ed era stata avviata ieri. Una manciata di ore di attività e, intorno alle 15, il botto che ha spazzato via tre vite.
I carabinieri e i vigili del fuoco sul luogo dell’esplosione, ad Ercolano
Sulla vicenda la Procura di Napoli ha aperto un fascicolo, affidato al sostituto Vincenzo Toscano. Al momento non ci sono indagati iscritti nel registro, i reati ipotizzati sono di omicidio colposo plurimo e disastro colposo. Il proprietario dell’immobile è stato nel frattempo identificato dai carabinieri; accompagnato dal suo avvocato, non ha voluto rilasciare…
Cronaca
Ragazzino accoltellato a Giugliano, il bimbo di 10 anni va dai carabinieri: un incidente, arma trovata in strada
Accompagnato dai genitori e da un avvocato, il bimbo di 10 anni che domenica sera ha accoltellato un 13enne a Giugliano, dopo una lite per un pallone, si è presentato spontaneamente dai carabinieri.
Immagini di repertorio
Ha ammesso di aver accoltellato il 13enne, ma ha sottolineato si sia trattato di un incidente e di aver trovato il coltello per strada. Il bambino di 10 anni che, nella serata di domenica 17 novembre ha accoltellato un coetaneo a Giugliano, nella provincia di Napoli, dopo una lite per un pallone, ieri si è presentato spontaneamente dai carabinieri, accompagnato dai genitori e da un avvocato. Alla presenza dei militari dell’Arma e del pubblico ministero della Procura dei Minori di Napoli, il bambino ha rilasciato delle dichiarazioni spontanee, raccontando la sua versione della violenza andata in scena in piazza Gramsci, nel centro di Giugliano, domenica sera.
Il coltello trovato per strada: il racconto del bambino di 10 anni
Agli inquirenti, l’aggressore ha raccontato di aver notato dei ragazzini che giocavano nei campetti alle spalle di piazza Gramsci: intenzionato a prendere il pallone, quando se l’è trovato a tiro se n’è impossessato. Così, quando il 13enne ha provato a riprenderselo, il bimbo di 10 anni ha estratto un coltello che, secondo quanto riferito agli inquirenti, avrebbe trovato per strada: a questo punto, avrebbe ricevuto uno spintone da dietro, ferendo involontariamente il 13enne, che ha rimediato un taglio alla gamba sinistra. Il bimbo è poi fuggito, abbandonando il coltello in strada.
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