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Cronaca Giudiziaria

Sandokan, al processo Rfi: primo giorno da pentito

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Sandokan, al processo Rfi: primo giorno da pentito

Cresce l’attesa per l’udienza di oggi al tribunale di Santa Maria Capua Vetere relativa al processo sugli appalti Rfi assegnati a ditte colluse con il clan dei Casalesi. Potrebbero essere depositate le prime dichiarazioni del pentito Francesco “Sandokan” Schiavone, boss storico del clan che ha deciso di collaborare con la giustizia. Le sue rivelazioni saranno cruciali per confermare le accuse mosse dalla Dda e per ricostruire il sistema di corruzione e collusione del clan per decenni.

Omicidi, rifiuti, appalti e politica

Si prevedono ammissioni su omicidi, traffico di rifiuti illegali, controllo su cemento, appalti pubblici e collusioni con la politica. Sandokan potrebbe dissipare dubbi sulla sua collaborazione rispetto ad altri pentiti di alto calibro come Antonio Iovine o suo figlio Nicola Schiavone.

La cassaforte del clan e il ruolo di Nicola Schiavone

Nel processo sugli appalti Rfi è imputato Nicola Schiavone, amico di Sandokan e considerato il “colletto bianco” del clan. È accusato di fare da prestanome per il padrino e di mantenere contatti ad alto livello politico ed istituzionale per conto del clan.

Le aspettative del Comitato don Diana

Salvatore Cuoci del Comitato don Diana si aspetta che Sandokan riveli informazioni cruciali, come la localizzazione dei rifiuti interrati illegalmente, i mandanti degli omicidi irrisolti e i politici collusi con il clan. Queste informazioni sono fondamentali per bonificare le aree inquinate e portare alla luce la verità per le famiglie delle vittime.

Un potenziale punto di svolta nella lotta al clan dei Casalesi

Le dichiarazioni di Sandokan potrebbero rappresentare una svolta nella lotta contro il clan dei Casalesi, uno dei più potenti e sanguinosi in Italia. Le sue rivelazioni potrebbero finalmente far luce su tanti crimini irrisolti e portare alla giustizia esponenti di spicco del clan e i loro complici.

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