Cronaca
Operazione Procura: 30 arresti a Napoli per cellulari in carcere e legami con la camorra
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Cellulari in carcere e camorra, scatta la maxi-operazione della Procura della Repubblica di Napoli, guidata dal procuratore Nicola Gratteri. Dalle prime ore di questa mattina, a Napoli, la Polizia di Stato e la Polizia Penitenziaria, su delega della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, stanno eseguendo due ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti di complessivi 30 destinatari, a vario titolo gravemente indiziati di associazione di tipo mafioso, estorsioni, traffico di stupefacenti, detenzione di armi da fuoco ed accesso indebito a dispositivi idonei alla comunicazione da parte di soggetti detenuti. Il procuratore ha convocato una conferenza stampa per questa mattina.
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(in aggiornamento)
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Cronaca
Aggressioni omofobe a Quarto, la denuncia delle vittime: “Ci hanno lanciato addosso pietre, perfino castagne”
���Ci lanciano pietre, ci prendono a schiaffi, ci insultano e ci molestano. Non solo baby-gang ma anche persone adulte. Nel 2024 non possiamo abituarci alla violenza omofoba”
Da 10 anni Dario Halfaxa denuncia le violenze, fisiche e verbali, perpetrate sia da baby gang, sia da persone adulte, ai danni non solo della comunità lgbtq+ ma anche di ragazzine e ragazzini giovani, presi di mira perché più deboli. Tutto ciò accade a Quarto, comune di oltre 40 mila abitanti alle porte di Napoli.
Negli ultimi mesi, le aggressioni sono diventate più frequenti e si è assistito ad un’escalation di violenza anche nei modi e nelle armi utilizzate per ferire le vittime, dagli insulti si è passati al lancio di castagne e poi di pietre. L’ultima aggressione è avvenuta di notte, fuori a un locale dove Dario lavora come performer: uno sconosciuto gli ha tirato uno schiaffo sulla schiena mentre Dario stava tranquillamente fumando una sigaretta. “Non possiamo abituarci alla violenza – sottolinea Dario – nel 2024 abbiamo il dovere di denunciare e proteggere i ragazzi più giovani”.
Dello stesso parere Lorena, amica di Dario, che si è beccata una pietra direttamente in faccia: “Questa ragazzina mi ha lanciato una pietra in faccia – racconta Lorena Romano – e un’altra ancora mi ha colpito il braccio. L’aggressione è stata condita dai soliti insulti omofobi: trans di merda e altre offese. Sono andata come sempre a denunciare, anche in questo caso contro ignoti”. Lorena racconta anche un grave episodio di discriminazione sul…
Cronaca
Chi è Fabio Cagnazzo, il colonnello dei carabinieri arrestato per l’omicidio del sindaco Vassallo
Il colonnello Fabio Cagnazzo ha guidato negli anni il Gruppo di Castello di Cisterna e il Provinciale di Frosinone; oggi l’arresto per l’omicidio del sindaco di Pollica.
Nato ad Aversa 53 anni fa, il colonnello Fabio Cagnazzo proviene da una famiglia di carabinieri: il padre, Domenico, è generale di Corpo d’Armata e anche il nonno era maresciallo. Ha frequentato la Nunziatella e successivamente l’Accademia Militare di Modena. Per anni ha guidato la Compagnia di Castello di Cisterna. Nel 2010, dopo l’omicidio di Angelo Vassallo, è stato trasferito a Foggia; lo spostamento aveva portato a manifestazioni di vicinanza e solidarietà da parte di molti colleghi e di membri della Direzione Distrettuale Antimafia. Successivamente è passato al Comando Provinciale di Frosinone, che ha guidato dal 2017 al 2020, quando ha assunto un nuovo incarico ai vertici dei Forestali.
L’arresto per l’omicidio di Angelo Vassallo
Cagnazzo è da un anno e mezzo circa tra gli indagati per l’omicidio di Vassallo, ha sempre respinto tutte le accuse. Nel gennaio scorso è stato sottoposto ad un interrogatorio durato 11 ore incentrato sul suo coinvolgimento nell’assassinio, l’accusa ipotizzata dai pm era di concorso in omicidio.
L’arresto è scattato questa mattina, 7 novembre; oltre al colonnello il provvedimento è stato notificato a Lazzaro Cioffi, ex brigadiere e già condannato per vicende di droga, all’imprenditore Giuseppe Cipriano e a Romolo Ridosso, figlio del boss dell’omonimo clan attivo a Scafati (Salerno) e collaboratore di…
Cronaca
Maria e Pietro, sposi scomparsi per 5 giorni e il quadro di Scarface nel salotto, mostrato a “Chi l’ha visto?”
La storia degli sposi Maria Zaccaria e Pietro Montanino si arricchisce di un particolare emerso durante la diretta con “Chi l’ha visto?”: riguarda un quadro all’interno del loro salotto.
Maria Zaccaria e Pietro Montanino, gli sposi di Cesa (Caserta) scomparsi per cinque giorni la scorsa settimana, mercoledì 7 novembre hanno partecipato in diretta a “Chi l’ha visto?” la nota trasmissione di Raitre specializzata nel rintracciare persone la cui scomparsa viene denunciata dai parenti. Breve riepilogo della storia: Pietro e Maria, sposi da appena quattro giorni, scompaiono nel nulla il 29 ottobre, lasciando i due figli, uno di 7 mesi, l’altro di 7 anni avuto da una precedente relazione della donna, ai genitori paterni, senza nemmeno più rispondere al telefono o ai messaggi. Lanciato l’allarme, si susseguono appelli e si diffonde la preoccupazione sulla sorte dei due ragazzi. Che poi, come se nulla fosse, si palesano domenica 3 novembre. Vanno a Frattamaggiore per recuperare i figli, prima di tornare a casa.
Sulla vicenda ora è aperta una indagine della Procura. Nella diretta Rai i due giovani, assistiti dagli avvocati Giuseppe Italia e Nicola Sabatino, hanno spiegato la loro verità:
Abbiamo fatto un matrimonio organizzato in brevissimo tempo e non abbiamo fatto il viaggio di nozze. Lei era triste. Tornavamo dopo il matrimonio a una vita normale come se non fosse successo nulla. Io ho pensato, senza organizzarmi, di farle fare una passeggiata lunga, di farle vedere Milano che lei non conosceva.
Voglio chiedere…