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Cronaca

Napoli dice addio a Aniello Scarpati, l’eroe della legalità: tra il dolore quotidiano e la promessa dello Stato che resta da onorare.

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Napoli dice addio a Aniello Scarpati, l’eroe della legalità: tra il dolore quotidiano e la promessa dello Stato che resta da onorare.

#NapoliPiangelAniello: I funerali di un eroe locale che ricordano i rischi del nostro territorio quotidiano

Napoli e Torre del Greco si sono unite in un abbraccio di dolore e rispetto per Aniello Scarpati, l’assistente capo della Polizia di Stato che ha perso la vita in un tragico incidente mentre era in servizio. Un evento che, come cronista del posto, mi porta a riflettere su quanto spesso i nostri eroi quotidiani debbano affrontare pericoli invisibili nelle strade che tutti percorriamo, dove il caos del traffico e le imprevedibili emergenze locali trasformano una semplice pattuglia in una potenziale trappola. #EroeDelSud #LegalitàInPericolo #TorreDelGrecoUnita

La comunità di Torre del Greco, e più in generale quella napoletana, ha vissuto un momento di profonda commozione con i funerali solenni di Aniello Scarpati, celebrati nella chiesa evangelica ADI strapiena di colleghi, amici e cittadini. Scarpati, che aveva dedicato oltre due decenni al suo ruolo nella Polizia di Stato, è morto nella notte tra sabato e domenica quando la volante su cui si trovava è stata urtata da un SUV, un incidente che ha lasciato un vuoto non solo nella sua famiglia, ma in tutto il tessuto sociale locale. Qui, dove le strade sono sempre affollate e le forze dell’ordine sono spesso il primo baluardo contro disordini e criminalità, eventi come questo ci ricordano quanto sia fragile l’equilibrio tra servizio e pericolo quotidiano.

Tra i presenti, un corteo di figure istituzionali ha sottolineato l’importanza nazionale di questa perdita, con il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, il Capo della Polizia Vittorio Pisani, il cardinale Domenico Battaglia, il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, il prefetto di Napoli Michele di Bari e il comandante generale dell’Arma dei Carabinieri Salvatore Luongo. Come chi vive queste dinamiche sul territorio, vedo in questa affluenza non solo un gesto formale, ma un segnale di quanto la dedizione di uomini come Scarpati sia vitale per una zona come la nostra, dove la legalità è un impegno costante contro sfide endemiche come il traffico caotico e le tensioni sociali.

Durante la cerimonia, il ministro Piantedosi ha offerto parole che risuonano profondamente tra noi locali: “Ogni volta che una vita si spegne mentre si serve lo Stato è una ferita collettiva che ci spinge a riflettere – ha affermato il ministro Piantedosi durante il suo intervento –. La morte di un poliziotto in servizio ci dice che la legalità ha un costo, che non si difende da sola.” È una dichiarazione che, dal mio punto di vista, colpisce al cuore: quante volte abbiamo visto le pattuglie lottare contro le insidie delle nostre vie, dove un errore può costare la vita, e ci fa interrogare se le promesse istituzionali si traducano davvero in misure concrete per proteggere chi ci protegge.

Rivolgendosi direttamente alla famiglia, Piantedosi ha aggiunto un impegno che, come giornalista del territorio, spero diventi realtà: “Le parole possono poco – ha sottolineato, rivolgendosi alla moglie e ai figli – ma la presenza dello Stato deve essere e sarà costante e concreta. Il riconoscimento espresso oggi deve rappresentare un sostegno e una memoria viva: nel servizio della responsabilità e della solidarietà si costruisce la forza di una nazione.” In un contesto come il nostro, dove le famiglie delle forze dell’ordine spesso portano il peso di questi rischi, questa promessa è un raggio di speranza, anche se il nostro scetticismo locale, forgiato da anni di promesse non sempre mantenute, ci spinge a monitorare se diventerà azione tangibile.

Non è mancato un tributo personale dal pastore Raimondo Mennella della chiesa evangelica di Torre del Greco, che ha dipinto Scarpati come un pilastro della comunità: “Il nostro amico Aniello ha dato un grande esempio a tutti noi, esempio di amore per la famiglia, per il Signore, per il suo lavoro che svolgeva con passione, fedeltà e amore.” Parole che, per chi come me conosce bene questa zona, evidenziano come gli eroi non siano solo figure uniformate, ma persone integrate nella vita quotidiana, che bilanciano fede, famiglia e dovere in un ambiente dove questi valori sono spesso messi alla prova.

Al termine dell’evento, Piantedosi e Pisani si sono spostati in ospedale per assistere l’agente Ciro Cozzolino, l’unico sopravvissuto all’incidente e collega di Scarpati. Come cronista radicato in queste strade, questo gesto mi fa riflettere su quanto tali tragedie non solo spezzino vite, ma rafforzino la resilienza della nostra comunità, spingendoci a chiedere un maggiore impegno per la sicurezza delle forze dell’ordine e a onorare chi, come Scarpati, ha dedicato tutto al nostro territorio. Una perdita che, purtroppo, non è isolata, ma che ci ricorda la necessità di un’azione collettiva per rendere le nostre città un posto più sicuro per tutti.

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