Cronaca Giudiziaria
Testimone omicidio don Peppe Diana: Augusto Di Meo abbandonato dallo Stato a Casal di Principe
Augusto Di Meo, testimone oculare dell’omicidio del sacerdote Don Peppe Diana, avvenuto il 19 marzo del 1994 a Casal di Principe, ha denunciato in Commissione Antimafia di essere stato lasciato solo dallo Stato dopo aver denunciato il killer.
Nonostante non sia mai stato riconosciuto come testimone di giustizia, Di Meo ha raccontato di essere stato costretto ad abbandonare Casal di Principe a causa delle minacce ricevute dai clan. Ha dovuto chiudere il suo laboratorio di fotografia e trasferirsi a Spello, in Umbria.
Di Meo ha espresso delusione nel constatare di essere stato abbandonato dallo Stato dopo aver denunciato il killer di don Peppe. Ha raccontato di aver dovuto affrontare le indagini e il processo da solo, senza alcun sostegno economico o morale da parte delle istituzioni.
Il testimone ha riferito di essere stato vittima di insulti e minacce durante le sue visite al tribunale di Santa Maria Capua Vetere, definendolo un’esperienza di terrore in cui si sentiva completamente solo.
Di Meo ha lottato per ottenere il riconoscimento come testimone di giustizia in ritardo rispetto ai termini di legge e ha cercato di percorrere la strada della legge che tutela i familiari delle vittime innocenti di camorra, ma senza successo.
Le parole di Di Meo hanno suscitato un forte dibattito in Commissione Antimafia, con la presidente Chiara Colosimo esprimendo solidarietà al testimone e annunciando l’approfondimento della vicenda. Il caso di Di Meo è un esempio delle difficoltà che incontrano i testimoni di giustizia in Italia.
È necessario che lo Stato faccia di più per tutelarli e sostenerli, altrimenti si rischia di scoraggiare le persone che hanno il coraggio di denunciare la criminalità organizzata.
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