Seguici sui Social

Cronaca Giudiziaria

Operazione anti-crimine: 16 arresti per traffico di droga e cellulari nel carcere di Fuorni, Salerno

Pubblicato

il

Operazione anti-crimine: 16 arresti per traffico di droga e cellulari nel carcere di Fuorni, Salerno

Un’operazione della Guardia di Finanza e del Nucleo investigativo centrale della Polizia penitenziaria, noto come Nil, è stata condotta stamattina in undici comuni, in seguito a un’ordinanza del giudice istruttore del tribunale di Salerno.

Tale provvedimento, richiesto dalla procura, applica misure cautelari personali a 16 individui, di cui 9 sono detenuti e 7 sono ai domiciliari. Le accuse riguardano associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti e all’introduzione di telefoni cellulari all’interno della casa circondariale ‘Antonio Caputo’ di Salerno-Fuorni.

Tra gli indagati sottoposti a custodia cautelare in carcere ci sono un agente penitenziario, insieme alla sua compagna, entrambi già arrestati lo scorso 21 dicembre per favorire l’introduzione di stupefacenti e telefoni cellulari in cambio di denaro.

L’operazione ha coinvolto i comuni di Salerno, Angri, Bellizzi, Avellino, Eboli, Ariano Irpino, Montecorvino Rovella, Montecorvino Pugliano, Santa Maria Capua Vetere, Lecce e Forlì. Le misure cautelari includono la custodia in carcere per otto persone e gli arresti domiciliari per sei.

Le indagini, condotte dalla Guardia di Finanza e dal Nil con il supporto del Gruppo mezzi tecnici dello Scico, coinvolgono complessivamente 31 individui. Le accuse spaziano da reati legati agli stupefacenti a episodi corruttivi, estorsione, vendita di un’arma modificata, riciclaggio e autoriciclaggio dei proventi illeciti attraverso l’acquisizione di attività commerciali e auto di grossa cilindrata.

L’ipotesi accusatoria sostiene che uno dei detenuti, affiliato al clan De Feo di Bellizzi, abbia promosso un’associazione per delinquere tra il 2022 e il 2023. Tale associazione, composta da individui sia detenuti che operanti all’esterno, avrebbe gestito attività illegali, controllando piazze di spaccio nei comuni di Bellizzi, Montecorvino Pugliano e Battipaglia.

Le indagini documentano l’ingresso di consistenti quantitativi di droga, con un valore superiore ai 50.000 euro, pagati attraverso carte prepagate intestate a terzi. I proventi sono stati reinvestiti in un centro estetico a Bellizzi e un’auto di grossa cilindrata, successivamente sequestrati.

La Procura di Salerno sostiene l’esistenza di ruoli ben organizzati all’interno dell’associazione, con alcuni individui dedicati al reperimento della droga, altri ai dispositivi cellulari e alle sim, e altri ancora alla gestione delle carte prepagate, coinvolgendo i familiari dei detenuti per il prelievo del contante. Emergono anche episodi di violenza e la vendita di un’arma modificata, con detenuti che facilitavano lo spaccio nel carcere sfruttando la libertà di movimento concessa per lavoro.
Fonte

Continua a leggere

Cronaca Giudiziaria

Latitante tradito dai parenti influencer: arrestato Carabinieri in Spagna per legami con la Camorra.

Pubblicato

il

Latitante tradito dai parenti influencer: arrestato Carabinieri in Spagna per legami con la Camorra.

La scoperta attraverso i social

La storia di Vincenzo Matacena, 39enne del rione Traiano ricercato per traffico di droga, ha preso una piega inaspettata grazie ai social media. Dopo essere fuggito in Spagna per rifarsi una vita come pizzaiolo a Valencia, Matacena è stato individuato grazie all’analisi dei profili social dei suoi familiari.

Le prove sui social

Una storia Instagram pubblicata da un parente ha svelato la presenza di Matacena in Spagna, mentre altri indizi sono emersi da video condivisi da persone vicine al ricercato. In particolare, un video di “unboxing” ha permesso ai Carabinieri di risalire all’indirizzo di Matacena, mentre altri video lo hanno mostrato insieme alla moglie, al figlio e durante il suo lavoro in pizzeria.

Curiosamente, la maglia del figlio in uno dei video ha rivelato il nome della scuola che frequentava, fornendo ulteriori dettagli utili per l’indagine.

L’arresto e l’attesa dell’estradizione

Grazie alla collaborazione con la Polizia Nazionale Spagnola, Matacena è stato arrestato e attualmente si trova in un carcere spagnolo in attesa di estradizione. La sua fuga e il tentativo di ricominciare una nuova vita sono stati vanificati dalla paziente ricerca condotta attraverso i social media, dimostrando una volta di più il potere e l’importanza di questi strumenti nella lotta alla criminalità.

Fonte

Continua a leggere

Cronaca Giudiziaria

Gratteri: mafia in pareggio, lotta ancora in corso

Pubblicato

il

Gratteri: mafia in pareggio, lotta ancora in corso

La trasformazione della mafia e la necessità di investire in ingegneri informatici

Il procuratore della Repubblica di Napoli, Nicola Gratteri, ha presentato il report della Fondazione Magna Grecia sul cyber crime nella sede Onu di New York, evidenziando la rapida trasformazione della mafia. Secondo Gratteri, le organizzazioni criminali sono in grado di gestire grandi quantità di droga e oro attraverso transazioni online senza spostarsi dai propri luoghi di residenza.

La lotta alla mafia e il ruolo delle forze dell’ordine

Gratteri ha sottolineato l’importanza di investire in giovani ingegneri informatici per contrastare efficacemente la criminalità organizzata. Ha evidenziato che le mafie stanno abbandonando i tradizionali mezzi di estorsione per concentrarsi sul commercio di droga, un settore estremamente redditizio che genera ingenti profitti ogni anno.

Le nuove sfide della lotta al crimine online

L’evoluzione delle mafie verso il cyber crime rappresenta una sfida per le forze dell’ordine, che devono adattarsi e potenziare le proprie capacità investigative. Gratteri ha evidenziato come le mafie siano in grado di sfruttare le nuove tecnologie per compiere azioni illegali, come il riciclaggio di denaro attraverso banche online create ad hoc.

Gratteri ha anche avvertito sul pericolo che le mafie accumulino sempre più ricchezza, con conseguente impatto sull’economia globale. È quindi fondamentale intensificare gli sforzi nella lotta al crimine organizzato e investire in nuove competenze per contrastare questa nuova forma di criminalità.

Fonte

Continua a leggere

Cronaca Giudiziaria

Scopri i misteri del pentimento di Schiavone, il boss sanguinario.

Pubblicato

il

Scopri i misteri del pentimento di Schiavone, il boss sanguinario.

Perché Sandokan si è pentito?

La decisione di collaborare con la giustizia da parte dell’ex boss dei Casalesi, Sandokan, ha suscitato domande tra gli addetti ai lavori dell’antimafia. I magistrati stanno ascoltando le sue confessioni da circa un mese, ma il motivo preciso del suo pentimento non è ancora chiaro agli occhi del pubblico.

Le ipotesi sul pentimento di Sandokan

Una delle ipotesi riguarda il miglioramento delle condizioni detentive come motivazione principale di Sandokan per collaborare. Potrebbe aver scelto questa strada per ottenere benefici penitenziari e puntare a una possibile liberazione anticipata in futuro.

Un’altra possibile ragione potrebbe essere legata alla sicurezza dei suoi familiari. La moglie Giuseppina Nappa e i sette figli potrebbero aver avuto un ruolo determinante nel suo pentimento, con alcune figlie che si sono già dichiarate disponibili a collaborare con le autorità e ad entrare nel programma di protezione.

La riunificazione familiare potrebbe essere un altro motivo dietro la decisione di Sandokan di pentirsi. Con alcuni figli già in carcere e uno che ha rifiutato di collaborare, la scelta potrebbe essere stata volta a cercare una forma di unità familiare, anche attraverso la collaborazione con la giustizia.

Infine, motivi personali come una diagnosi di tumore nel 2018 potrebbero aver giocato un ruolo nel pentimento di Sandokan. La consapevolezza della sua malattia e la possibile disgregazione del suo clan potrebbero averlo spinto a compiere questa scelta per mandare un messaggio agli ex affiliati e rivali.

Il futuro di Sandokan

Le confessioni di Sandokan potrebbero avere un impatto diretto nella lotta alla criminalità organizzata in Campania. Il destino dell’ex boss dipenderà dalle informazioni che fornirà attraverso la collaborazione e dalla loro importanza per le indagini in corso.

Al momento, le vere ragioni del suo pentimento rimangono avvolte nel mistero. Solo il tempo e lo sviluppo del processo di collaborazione potranno fare chiarezza sui reali motivi che hanno spinto Sandokan a tradire il suo clan.

Fonte

Continua a leggere

Questo sito web non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità.
Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n° 62 del 7.03.2001.
Alcuni contenuti sono generati attraverso una combinazione di una tecnologia proprietaria di IA e la creatività di autori indipendenti.
Per contatti [email protected]