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Cronaca

Caldo a Pomigliano: protesta lavoratori Stellantis

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Caldo a Pomigliano: protesta lavoratori Stellantis

Oggi si è svolta una protesta all’interno del reparto plastica dello stabilimento Stellantis a Pomigliano d’Arco, dove numerosi lavoratori hanno incrociato le braccia per circa due ore. Il motivo principale della protesta è stato il microclima ritenuto insopportabile dai dipendenti. Mario Di Costanzo, responsabile automotive della Fiom di Napoli, ha comunicato l’accaduto.

Le Promesse di Tavares sulla Sicurezza dei Lavoratori

Di Costanzo ha sottolineato che durante un recente incontro con i vertici aziendali a Torino, l’amministratore delegato Carlos Tavares aveva garantito che non ci sarebbero stati limiti di spesa per assicurare la sicurezza dei lavoratori. Tuttavia, secondo Di Costanzo, la situazione attuale nel reparto plastica racconta un’altra storia. “All’interno delle officine del reparto plastica,” ha aggiunto, “il clima è diventato insostenibile e il caldo asfissiante impediva ogni attività”.

La Sicurezza Ignorata

Di Costanzo ha espresso forti dubbi riguardo alle responsabilità di chi consente agli operai di lavorare in condizioni così difficili, nonostante le promesse fatte da Tavares. “Ci chiediamo se ci siano responsabilità da parte di chi permette che gli operai lavorino in queste condizioni, nonostante le promesse di Tavares sulla sicurezza e la salute dei lavoratori. I nostri delegati continueranno a supportare i lavoratori,” ha affermato.

Impatto sulla Produzione

Fortunatamente, la protesta nel reparto plastica non ha avuto ripercussioni sulla produzione degli altri reparti dello stabilimento. Questo dettaglio è cruciale per comprendere l’impatto limitato, almeno a breve termine, di questa protesta sulle operazioni complessive dell’impianto Stellantis di Pomigliano d’Arco.

Conclusioni

La protesta dei lavoratori nel reparto plastica dello stabilimento Stellantis mette in luce problematiche legate al microclima e alla sicurezza sul lavoro, nonostante le rassicurazioni dei vertici aziendali. Il malumore tra i dipendenti e la presa di posizione della Fiom di Napoli segnalano una necessità urgente di interventi per migliorare le condizioni lavorative.

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Scontro mortale a Nola: giovane di 19 anni di Ottaviano perde la vita in un incidente tra moto e auto.

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Scontro mortale a Nola: giovane di 19 anni di Ottaviano perde la vita in un incidente tra moto e auto.

Un tragico incidente stradale ha avuto luogo in via Vittorio Veneto, nella frazione Piazzolla di Nola. Un giovane di 19 anni ha perso la vita a causa delle gravi ferite riportate. L’incidente sarebbe avvenuto durante una manovra di sorpasso.

Dinamica dell’Incidente

Le prime ricostruzioni indicano che il giovane, in sella alla sua moto, stava effettuando un sorpasso quando è avvenuto lo scontro con un’automobile. L’impatto è stato violento, lasciando poco scampo al 19enne. Le autorità sono ancora impegnate a chiarire le esatte circostanze dell’accaduto.

Interventi e Soccorsi

Subito dopo l’incidente, sono stati chiamati i soccorsi che sono giunti rapidamente sul posto. Nonostante gli sforzi dei medici per salvare il giovane, le ferite riportate si sono rivelate fatali. Le forze dell’ordine hanno avviato un’indagine per stabilire eventuali responsabilità.

Per ulteriori dettagli e aggiornamenti sull’incidente, è possibile consultare questo link.

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Chiuso un reparto dell’Ospedale del Mare per festa, il primario è stato condannato.

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Chiuso un reparto dell’Ospedale del Mare per festa, il primario è stato condannato.

Nel 2018, l’ospedale del Mare di Napoli è stato al centro di una vicenda che ha catturato l’attenzione di molti. Il primario del reparto di chirurgia cardiovascolare, Francesco Pignatelli, è stato condannato a un anno e un mese di reclusione per aver chiuso il reparto in modo che il personale potesse partecipare a una festa organizzata in suo onore. Questo episodio suscitò numerose polemiche e critiche, dando vita a un dibattito pubblico sulla responsabilità dei medici e l’importanza di garantire la continuità dei servizi sanitari.

Un episodio controverso

La chiusura del reparto, avvenuta nel 2018, è stata percepita come un abuso di potere da parte del primario, generando indignazione tra i cittadini e i pazienti che contavano sul servizio. La decisione di chiudere il reparto, sebbene temporanea, ha sollevato questioni etiche e professionali. Inoltre, ha aperto un confronto sul comportamento dei professionisti della salute e la necessità di mantenere un equilibrio tra le celebrazioni personali e le responsabilità lavorative.

La decisione della corte

Dopo un processo giudiziario, Francesco Pignatelli è stato riconosciuto colpevole per l’azione compiuta, ricevendo una condanna a un anno e un mese di reclusione. L’accaduto ha messo in evidenza le conseguenze legali a cui possono andare incontro coloro che abusano della propria posizione a scapito del servizio pubblico. La sentenza ha voluto inviare un messaggio chiaro sull’importanza di mantenere alti standard professionali nel settore sanitario, indipendentemente dalle circostanze personali o sociali.

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Taralli nelle bare: la manifestazione dei proprietari dei chioschi chiusi sul Lungomare di Napoli

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Taralli nelle bare: la manifestazione dei proprietari dei chioschi chiusi sul Lungomare di Napoli

I titolari dei chioschi situati sul Lungomare di Napoli hanno espresso il loro malcontento attraverso una protesta simbolica e singolare. Da oltre cinque mesi, le loro attività sono chiuse e, per attirare l’attenzione sulle difficoltà che stanno affrontando, hanno inscenato un "funerale" per le loro attività utilizzando dei taralli posti dentro delle bare.

Taralli nelle Bare come Simbolo di Protesta

Questa originale manifestazione mira a evidenziare la situazione precaria in cui versano molti piccoli imprenditori della zona. La scelta dei taralli, tipico prodotto locale, sottolinea l’importanza delle tradizioni culturali e gastronomiche che rischiano di scomparire a causa delle chiusure prolungate.

La Situazione sul Lungomare di Napoli

I chioschi rappresentano non solo un’attività economica, ma anche un punto di incontro sociale e tradizionale per cittadini e turisti. La chiusura prolungata di queste strutture ha avuto un impatto significativo sull’economia locale e sul tessuto sociale del Lungomare, portando i titolari a chiedere soluzioni e interventi urgenti.

Senza un pronto intervento, si rischia di perdere una parte dell’identità culturale della città che è fortemente legata a queste attività storiche. Per ulteriori dettagli sulla protesta e la situazione, puoi visitare questo link.

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