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Cronaca

Tragedia in garage, bambino di 8 anni muore ad Avellino

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Tragedia in garage, bambino di 8 anni muore ad Avellino

Un tragico incidente domestico ha scosso la provincia di Avellino, dove un bambino di 8 anni ha perso la vita in seguito a una caduta in garage. Il piccolo avrebbe battuto violentemente la testa, causandogli gravi lesioni che purtroppo si sono rivelate fatali.

Indagine in corso dei carabinieri

Sulla vicenda stanno indagando i carabinieri, che stanno cercando di ricostruire la dinamica di quanto accaduto. Ancora non sono chiare le circostanze esatte dell’incidente e le responsabilità legate alla tragica morte del bambino.

Lutto cittadino proclamato

In seguito alla terribile perdita, è stato proclamato il lutto cittadino nella provincia di Avellino. La comunità locale è stata profondamente colpita da questo incidente e si stringe attorno alla famiglia del piccolo per esprimere solidarietà e condoglianze.

Per ulteriori dettagli sulla vicenda e per seguire gli sviluppi dell’indagine in corso, è possibile continuare a leggere cliccando qui.

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Il summit di Patrizio Bosti, 5 giorni di libertà e l’omicidio di Salvatore Barile: la scelta fatale.

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Il summit di Patrizio Bosti, 5 giorni di libertà e l’omicidio di Salvatore Barile: la scelta fatale.

Il ritorno di Patrizio Bosti alla criminalità organizzata

Patrizio Bosti, a causa di un errore di valutazione sul cumulo delle pene, è stato rilasciato il 11 maggio 2020. Ha trascorso 5 giorni in libertà per poi essere nuovamente arrestato il 16 maggio 2020. Una volta tornato a Napoli, ha ripreso subito il controllo del clan, come dimostrano le intercettazioni, convocando i suoi uomini di fiducia.

In quel momento ha conferito a Migliaccio Antonio, figlio di Giovanni Migliaccio affiliato al clan Contini e detenuto all’epoca, il ruolo di suo nuovo luogotenente. Questo emerge dalle conversazioni intercettate sul telefono di Oliva Annunziata, madre di Migliaccio Antonio, e durante i colloqui in carcere tra Giovanni Migliaccio e i suoi familiari.

La decisione di uccidere Salvatore Barile

Nel corso di queste conversazioni è emerso che Bosti ha deciso di cambiare radicalmente le strategie dell’organizzazione, rompendo una tregua con il clan Mazzarella e pianificando di uccidere Salvatore Barile, anche conosciuto come Totoriello. Questa decisione è stata scoperta solo due anni dopo, dalle intercettazioni ambientali realizzate a casa di Ciro Mazzarella.

Questo piano è stato messo in atto senza il consenso dei reggenti del clan, Botta Carmine e De Luca Gennaro, che evidentemente non erano soddisfatti della loro gestione. Questo ha rafforzato l’ipotesi che Bosti intendesse nominare Migliaccio Antonio come suo nuovo luogotenente.

La situazione finanziaria del clan e i legami con altre organizzazioni criminali

Si ipotizza che alla base di questa decisione possa esserci stato il malcontento di Patrizio Bosti riguardo alla gestione finanziaria del clan. Infatti, successivamente è emerso che c’erano diversi milioni di euro mancanti nelle casse dell’organizzazione.

Inoltre, Bosti si era interessato alla gestione dei territori controllati dall’Alleanza di Secondigliano, come Giugliano in Campania, dove il clan Mallardo era predominante nel cartello criminale. Questo è stato confermato dalle intercettazioni effettuate presso la casa di Maria Lìcciardi, ancora libera e al vertice del clan Licciardi.

In seguito ai piani di Bosti, Salvatore Barile e Ciro Mazzarella hanno iniziato a prepararsi per una possibile guerra con l’Alleanza di Secondigliano, valutando i membri da coinvolgere e verificando la disponibilità di armi. Inoltre, hanno discusso dell’organizzazione criminale sul territorio di Napoli e in provincia.

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Aggressione omofoba a ragazze dopo il Pride Napoli, assessore Ferrante: “Indignati e addolorati”

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Aggressione omofoba a ragazze dopo il Pride Napoli, assessore Ferrante: “Indignati e addolorati”

Il Comune di Napoli mostra solidarietà alle due ragazze vittime di aggressione dopo il Pride di Napoli, avvenuto sabato 29 giugno. Le vittime hanno raccontato la loro storia a Fanpage.it, sottolineando l’incredibile violenza subita.

Le testimonianze delle vittime

Le due fidanzate hanno raccontato di essere state picchiate da un gruppo di persone mentre stavano tornando a casa dopo aver partecipato alla manifestazione. Hanno denunciato un’aggressione omofoba, che ha destato grande sconcerto e indignazione nella comunità.

Solidarietà e supporto

L’assessore Ferrante ha espresso la sua indignazione per l’accaduto, manifestando solidarietà alle ragazze e condannando fermamente ogni forma di violenza e discriminazione. Il Comune di Napoli si è detto pronto a supportare le vittime e a lavorare per garantire un ambiente sicuro e inclusivo per tutti i cittadini.

Lotta contro l’omofobia

L’episodio ha scosso profondamente la città di Napoli e ha evidenziato la necessità di continuare la lotta contro l’omofobia e tutte le forme di discriminazione. È importante sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza del rispetto e della diversità, promuovendo una cultura di inclusione e tolleranza.

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Napoli, sgomberati abusi nell’ex canonica del ‘500.

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Napoli, sgomberati abusi nell’ex canonica del ‘500.

Appartamenti abusivi liberati nell’ex canonica di Napoli

Nel centro storico di Napoli, gli appartamenti dell’ex canonica accanto alla chiesa di San Biagio ai Taffettanari sono stati finalmente liberati dopo essere stati occupati abusivamente da famiglie legate alla criminalità organizzata. Lo sgombero, avvenuto sabato su disposizione dell’autorità giudiziaria, ha riportato alla luce questa vicenda che ha coinvolto un gioiello del XVI secolo nella città partenopea.

Il sequestro dell’ex canonica era avvenuto alla fine di maggio, quando al suo interno sono stati trovati alcuni membri della famiglia Macor, tutti con un passato penale. Gli inquirenti hanno scoperto che sette membri della famiglia avevano occupato illegalmente gli immobili, ampliando abusivamente gli spazi abitativi e compromettendo il bene di valore storico-architettonico.

La Procura di Napoli ha confermato i reati contestati, tra cui invasione di terreni ed edifici, realizzazione di opere abusive e deturpamento di beni culturali. Grazie all’operato dell’autorità giudiziaria e alla collaborazione di varie istituzioni, gli occupanti abusivi hanno lasciato la struttura nei tempi stabiliti.

Le dichiarazioni del deputato Francesco Emilio Borrelli

Il deputato Borrelli, che ha seguito da vicino la vicenda presentando un’interrogazione parlamentare, ha commentato: “Gli occupanti abusivi sono andati via nei termini previsti dall’autorità giudiziaria. Adesso tocca alla giustizia fare il suo corso. Ringrazio tutte le istituzioni coinvolte che hanno messo fine a questa vergogna e hanno dimostrato che Napoli non può essere rappresentata da persone come i Macor.”

Borrelli ha proseguito con fermezza: “La mentalità criminale e violenta di queste persone deve essere estirpata dalla nostra città. Il prossimo passo sarà il restauro della palazzina e la sua destinazione a chi realmente ne ha bisogno, per restituire dignità a questo luogo storico.”

Il futuro dell’ex canonica

L’obiettivo ora è quello di restaurare l’ex canonica e destinarla a fini sociali, per garantire un utilizzo positivo e costruttivo di questo patrimonio storico di Napoli. Con il coinvolgimento delle istituzioni competenti, si spera di restituire alla comunità un luogo che possa essere un simbolo di rinascita e solidarietà per la città.

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Tragedia alla Reggia di Caserta: operaio 49enne muore mentre smonta allestimento esterno

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Tragedia alla Reggia di Caserta: operaio 49enne muore mentre smonta allestimento esterno

La Reggia di Caserta: tragedia sul posto di lavoro

Un tragico incidente sul posto di lavoro ha colpito la Reggia di Caserta, dove un operaio di 49 anni ha perso la vita mentre smontava un allestimento per un evento esterno alla struttura. L’uomo sembra essere stato colto da un malore improvviso, che purtroppo si è rivelato fatale.

Lavoro in sicurezza: l’importanza della prevenzione

L’incidente alla Reggia di Caserta ci ricorda l’importanza di lavorare in sicurezza e di mettere in atto tutte le misure necessarie per prevenire situazioni di pericolo. La tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori deve essere una priorità in ogni contesto lavorativo, soprattutto in ambienti come quelli della Reggia, dove si possono presentare rischi specifici legati alle attività svolte.

Regole e controlli per garantire la sicurezza sul lavoro

È fondamentale che sia rispettata la normativa in materia di sicurezza sul lavoro e che vengano effettuati controlli periodici per verificare che le misure di prevenzione adottate siano efficaci e adeguate al contesto lavorativo. Solo così si possono evitare tragedie come quella avvenuta alla Reggia di Caserta e garantire un ambiente di lavoro sicuro per tutti i dipendenti.

Se vuoi continuare a leggere l’articolo, puoi farlo cliccando qui.

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La bambina contesa, minacce alla madre: “Vado a scavare a Gesù Cristo”. Indagati: 16.

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La bambina contesa, minacce alla madre: “Vado a scavare a Gesù Cristo”. Indagati: 16.

La bambina contesa, le minacce alla madre: “Vado pure a scavare a Gesù Cristo”. I 16 INDAGATI

Una recente indagine condotta dai Carabinieri di Torre del Greco ha portato alla luce una situazione angosciante legata al clan camorristico dei De Martino di Ponticelli. La vicenda ruotava attorno a una bambina di soli 3 anni, vittima di minacce e violenze inflitte alla sua famiglia materna.

Le nefaste consegne della bambina al clan, avvenute in un clima intimidatorio e scortate da affiliati armati, avevano l’obiettivo di instillare il terrore. I nonni paterni, ritenuti capi del clan De Martino, giungevano persino a utilizzare altri bambini come scudi umani per proteggersi da eventuali attacchi dei rivali.

La madre della piccola, costretta a subire continue minacce di morte e violenze brutali, si trovava in una situazione di terrore costante. Qualsiasi scusa per non far recare la bambina dai nonni paterni ogni giorno era seguita da vessazioni e soprusi. Il disagio non si placava nemmeno dopo la separazione tra la madre e il rampollo del clan, con quest’ultima confinata in una solitudine opprimente e con minacce di non frequentare altri uomini.

Grazie alla coraggiosa denuncia dei nonni materni, preoccupati per la sicurezza della nipotina, le forze dell’ordine hanno avviato un’indagine che ha portato agli arresti dei responsabili. Questa triste vicenda mette in luce le devastanti conseguenze dell’infiltrazione della camorra nella società, con una bambina innocente usata come strumento per affermare il potere mafioso.

Le minacce di Carmela Ricci alla mamma della bambina

Un messaggio inviato da Carmela Ricci alla madre della bambina contesa rivela la ferocia della situazione. Le minacce di violenza e intimidazione trasparivano chiaramente dal tono della comunicazione, che evidenziava il tentativo di mantenere il controllo sulla situazione a ogni costo.

La lista degli indagati comprende 16 nomi, di cui 9 sono finiti in carcere. Tra di loro, spiccano il boss Francesco De Martino, sua moglie Carmela Ricci e il figlio Salvatore. L’operazione dei Carabinieri ha permesso di liberare la famiglia dalla minaccia costante e di proteggere la bambina dall’influenza nefasta del clan.

Questa vicenda rappresenta un monito per tutti a non sottovalutare la pericolosità della criminalità organizzata e a denunciare qualsiasi forma di sopruso o illegalità. Solo così si potrà contrastare efficacemente l’avanzata della criminalità e proteggere le vittime innocenti come la piccola coinvolta in questa storia.

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Tragica morte di bimbo 9 mesi all’ospedale Santobono: febbre alta

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Tragica morte di bimbo 9 mesi all’ospedale Santobono: febbre alta

Un neonato di 9 mesi muore in ospedale dopo aver lottato contro una febbre alta
L’ospedale Santobono di Napoli ha dovuto affrontare una tragedia quando un neonato di soli 9 mesi è stato ricoverato per febbre alta e purtroppo non ce l’ha fatta. Il piccolo è stato trasportato inizialmente al Moscati di Avellino, ma purtroppo non è stato possibile salvargli la vita nonostante tutti gli sforzi del personale medico.

Cause della febbre e complicazioni

Le cause dell’alta temperatura del neonato non sono ancora chiare, ma è noto che la febbre in giovani pazienti può portare a complicazioni serie. La lotta contro la febbre è stata difficile e nonostante il trasferimento in un ospedale più attrezzato come il Santobono di Napoli, il bambino non è riuscito a superare la malattia.

Appello alla prevenzione e alla prontezza nell’intervento

Questa tragica storia ci ricorda l’importanza di essere sempre pronti a intervenire di fronte a sintomi preoccupanti nei neonati e nei bambini. È fondamentale monitorare da vicino la loro salute e agire tempestivamente in caso di malessere. L’appello alla prevenzione e alla prontezza nell’intervento è quindi cruciale per evitare tragedie simili.

Conclusioni

La perdita di un neonato è sempre una tragedia devastante per la famiglia e per la comunità. In questi momenti di dolore, è importante essere uniti e cercare conforto gli uni negli altri. Ci auguriamo che questa triste vicenda sensibilizzi sull’importanza della prevenzione e della prontezza nell’affrontare eventuali problemi di salute nei bambini.

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Napoli: banda del buco alle poste di Barra, bottino da 400mila euro.

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Napoli: banda del buco alle poste di Barra, bottino da 400mila euro.

La banda del buco colpisce l’ufficio postale di Barra

A Napoli, la banda del buco è entrata in azione all’ufficio postale di via Minichino, nella periferia della città. Il bottino ammonta a 400mila euro, rubati dalla cassaforte durante il weekend. I criminali sono riusciti ad introdursi negli uffici attraverso un foro, compiendo il colpo in modo rapido ed efficace.

Le indagini della polizia a San Giovanni-Barra

Le indagini sono state avviate dagli agenti del commissariato di polizia San Giovanni-Barra, che sono intervenuti sul posto per raccogliere le prime prove e testimonianze. Grazie ai filmati delle telecamere di videosorveglianza, gli investigatori stanno già seguendo le tracce dei membri della banda responsabile del furto nell’area di San Giovanni a Teduccio.

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Da Salerno a Bagnoli: la cocaina rosa davanti ai locali della movida

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Da Salerno a Bagnoli: la cocaina rosa davanti ai locali della movida

Un 30enne di Castel San Giorgio arrestato a Coroglio per spaccio di droga

Un giovane di 30 anni residente a Castel San Giorgio è stato arrestato dalla Polizia a Coroglio per spaccio di droga. Il ragazzo è stato condannato a un anno e mezzo di carcere con pena sospesa. La sua attività criminale avveniva principalmente nei locali della movida a Bagnoli, dove si dedicava allo spaccio di sostanze stupefacenti, tra cui anche la cocaina rosa.

L’arresto del 30enne di Castel San Giorgio

Il giovane è stato bloccato dalle forze dell’ordine mentre si trovava a Coroglio, zona situata vicino ai locali della movida a Bagnoli. Le indagini condotte dagli agenti hanno permesso di accertare la sua attività illecita e procedere con l’arresto. Grazie alla collaborazione tra Polizia e magistratura, è stato possibile fermare il traffico di droga gestito dal 30enne.

La condanna con pena sospesa

Dopo l’arresto, il giovane spacciatore è stato condannato a scontare un anno e mezzo di carcere, ma gli è stata concessa la pena sospesa. Questa decisione è stata presa tenendo conto delle circostanze e della sua incolumità, ma non lo esonera dall’obbligo di rispettare determinate prescrizioni imposte dalla legge.

La pericolosa attività di spaccio nei locali della movida

Il 30enne di Castel San Giorgio sfruttava i locali della movida a Bagnoli per vendere sostanze stupefacenti ai giovani presenti in quei luoghi. La presenza di cocaina rosa tra gli stupefacenti sequestrati conferma la pericolosità delle sostanze commercializzate dal giovane spacciatore. Ora l’uomo dovrà rispondere delle sue azioni di fronte alla giustizia.

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Napoli: incidente tra bus EAV e auto, danni ma nessun ferito

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Napoli: incidente tra bus EAV e auto, danni ma nessun ferito

Incidente stradale tra autobus EAV e un’auto

Un incidente stradale ha coinvolto un autobus sostitutivo messo a disposizione dall’EAV per compensare la chiusura temporanea della linea ferroviaria Napoli-Baiano. L’autobus è stato tamponato da un’auto e, a seguito dell’impatto, ha terminato la sua corsa contro un pilastro in cemento. Fortunatamente, nessuno dei passeggeri a bordo ha riportato ferite.

Servizio di bus sostitutivi Air Campania

Nonostante l’incidente, il servizio di autobus sostitutivi, gestito dalla società regionale Air Campania, ha proseguito senza ulteriori disagi. EAV ha sottolineato che il servizio è stato garantito “senza particolari problemi e nessun passeggero è rimasto a piedi”. EAV ha anche fornito alcuni dati sull’affluenza.

Capacità dei bus sostitutivi in periodo estivo

Durante il periodo invernale, la linea di Baiano trasporta quotidianamente circa 10.000 persone con una frequenza di 46 treni al giorno. Nel periodo estivo, a causa della chiusura delle scuole, l’utenza diminuisce del 40-45%, attestandosi intorno alle 5.000 persone al giorno.

Per affrontare questa riduzione della domanda, EAV ha istituito “circa duecento corse bus sostitutive al giorno”, con una capacità complessiva di 10.000 posti a sedere e 4.000 in piedi. Attualmente, a causa dell’impiego di bus da 16 posti per la circolare di Volla (25 corse al giorno), la capacità è di circa 9.000 posti a sedere e 3.500 in piedi, comunque superiore alla domanda stimata per il periodo estivo.

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Ragazza costretta a prostituirti a Caserta: condannata a 20 anni la “madame”

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Ragazza costretta a prostituirti a Caserta: condannata a 20 anni la “madame”

Napoli: giovane costretta a prostituirsi a Caserta e schiavizzata con il rito “JuJu”

Una drammatica storia di sfruttamento sessuale si è recentemente conclusa con la condanna di una giovane donna a 20 anni di prigione. La ragazza, originaria di Napoli e arrivata in Italia per studiare, è stata costretta a prostituirsi a Caserta dopo essere stata schiavizzata con il rito “JuJu”.

Il rito “JuJu” e la schiavitù sessuale

Il rito “JuJu” è una pratica tradizionale nigeriana che viene utilizzata per controllare le persone attraverso la magia nera. La giovane donna è stata vittima di questa pratica e ha subito quattro anni di schiavitù prima di riuscire a chiedere aiuto alle forze dell’ordine nel 2020.

La condanna e l’arresto della “madame”

Dopo le indagini della polizia, è emerso che una donna nigeriana, conosciuta come la “madame”, aveva organizzato e gestito la rete di prostituzione che coinvolgeva la giovane donna. La “madame” è stata condannata a 20 anni di prigione per sfruttamento sessuale e schiavitù.

La sentenza ha portato un po’ di giustizia per la giovane costretta a prostituirsi, ma resta l’amara consapevolezza che molte altre persone potrebbero essere vittime di sfruttamento sessuale e schiavitù in tutto il mondo. Si spera che storie come quella della giovane napoletana possano sensibilizzare l’opinione pubblica e le autorità sui gravi fenomeni legati alla tratta di esseri umani e alla schiavitù moderna.

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