Cronaca
Tragedia a Piscinola: la Procura indaga su un femminicidio, Nunzia uccisa con un colpo alla testa. La comunità esige risposte urgenti.
Femminicidio a Piscinola: un omicidio che svela le crepe di un quartiere ferito #Napoli #ViolenzaSulleDonne #GiustiziaPerNunzia
In una Napoli periferica che lotta contro le sue ombre, il caso di Nunzia Cappitelli sta scuotendo Piscinola e Marianella, dove la routine quotidiana si è spezzata di fronte a un gesto brutale. Come cronista di queste strade, conosco bene quanto un delitto del genere non sia solo un fatto di cronaca, ma un campanello d’allarme per una comunità che troppo spesso si sente abbandonata dalle istituzioni. La svolta nelle indagini è arrivata grazie ai primi risultati dell’autopsia, che hanno rivelato una ferita alla testa compatibile con un colpo inferto da un oggetto contundente, trasformando ciò che poteva sembrare un incidente in un atto intenzionale di violenza.
Gli investigatori, guidati dal pubblico ministero Antonella Serio e dal procuratore aggiunto Raffaelle Falcone, stanno esplorando dettagli che parlano di una brutalità quotidiana. Tra le piste, si ipotizza l’uso di una bottiglia, dato che cocci di vetro sono stati trovati vicino al corpo – un elemento repertato subito dalla Scientifica. È un particolare che mi fa riflettere: in quartieri come questo, dove le case sono strette e le vite si intrecciano, oggetti banali diventano armi letali, specchio di tensioni represse che covano sotto la superficie.
Quello che mi lascia perplesso, però, è il silenzio dei familiari. Nessuno di loro ha ancora scelto di costituirsi parte offesa o di nominare un legale, nonostante l’appello della Procura per gli accertamenti. Domani mattina, intanto, la comunità si riunirà per i funerali di Nunzia, alle 10:30 nella chiesa vicina alla sua abitazione a Marianella, dove è stata trovata senza vita lo scorso sabato. È un rito che, per chi vive qui, non è solo un addio, ma un momento per interrogarsi su quanto la paura e l’isolamento possano isolare le vittime.
Le indagini della Squadra Mobile, sotto il coordinamento di Giovanni Leuci, stanno setacciando le due denunce per stalking che Nunzia aveva presentato. La prima coinvolge un uomo della sua età, un corteggiatore insistente respinto più volte, che abita nello stesso quartiere. Secondo le sue dichiarazioni, era fuori città al momento dei fatti, e al momento non ci sono prove che lo leghino al crimine – ma come locale, so che in posti come Piscinola, le coincidenze non bastano a tranquillizzare la gente. L’altra figura è un 21enne che ha scoperto il corpo: tra loro c’era stata una breve relazione, evoluta in amicizia, con Nunzia che lo aiutava persino per un inserimento nei Servizi sociali. Frequentava spesso la veranda che lei stava trasformando in un piccolo giardino, ma le verifiche non hanno rilevato indizi contro di lui. Eppure, questi dettagli mi spingono a commentare: quante donne, qui nel nord di Napoli, si trovano a navigare relazioni che sfociano in pericoli, senza il sostegno adeguato?
L’ipotesi dominante è che Nunzia conoscesse il suo assassino, un’idea che si rafforza dall’assenza di segni di effrazione sulla porta, spesso lasciata aperta dalla vittima stessa. Potrebbe essere stato un incontro che è degenerato in un litigio improvviso, con un colpo alla testa inferto in un raptus, aggravato dalla caduta sul pavimento. Presto potrebbe esserci un nuovo sopralluogo per cogliere dettagli sfuggiti – e da cronista del territorio, vedo in questo la necessità di un’attenzione maggiore alle storie personali, quelle che si perdono tra le vie affollate di Piscinola.
Un altro aspetto nebuloso è l’orario della morte: l’autopsia non ha chiarito del tutto, e Nunzia era stata vista per l’ultima volta mercoledì sera. Abitudinaria, usciva sempre tra le 10:30 e le 11 del mattino, ma giovedì nessuno l’ha incrociata, lasciando un vuoto che potrebbe essere cruciale. È un buco temporale che, per me, simboleggia quanto la violenza possa insinuarsi nella banalità del quotidiano, in quartieri dove i legami sono forti ma le protezioni fragili.
Questa storia, purtroppo, si aggiunge a un elenco fin troppo lungo di femminicidi in Italia: donne che denunciano, cercano aiuto, e finiscono per essere dimenticate. A Piscinola, dove le voci riecheggiano nei vicoli, resta una domanda pressante: chi ha tolto la vita a Nunzia, e perché il nostro territorio continua a pagare un prezzo così alto? La Procura ora ha il compito di svelare la verità, ma noi, come comunità, dobbiamo riflettere su come prevenire queste tragedie.
