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Cronaca

Nel Casertano, l’ennesimo opificio clandestino di botti: sequestrati oltre 10mila ordigni pirotecnici, un pericolo ricorrente per la comunità.

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Nel Casertano, l’ennesimo opificio clandestino di botti: sequestrati oltre 10mila ordigni pirotecnici, un pericolo ricorrente per la comunità.

#BottiClandestini a Carinola: Un pericolo silente nei campi del Casertano che minaccia le nostre feste! #CasertanoSicuro #StopAiBottiIllegali

Nei meandri rurali di Carinola, proprio in località Torello, un’officina apparentemente innocua si è rivelata una bomba a orologeria per l’intera comunità. Come cronista locale, che conosce bene le pieghe di questo territorio segnato da un’economia grigia e da rischi sottovalutati, non posso fare a meno di riflettere su come queste operazioni clandestine mettano a nudo le fragilità della nostra zona: un misto di imprenditoria informale e pericolosa indifferenza verso la sicurezza pubblica.

È stato il Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza di Caserta, con la loro solita tenacia, a smascherare questo covo dopo un’indagine meticolosa fatta di appostamenti e verifiche incrociate. In supporto, gli artificieri della Polizia di Stato di Napoli hanno contribuito a neutralizzare una minaccia che, da queste parti, è fin troppo familiare – pensiamo solo a quante volte simili scoperte hanno sfiorato tragedie durante le nostre feste tradizionali.

All’interno di quella che era una semplice officina, ora svelata come un laboratorio abusivo, gli agenti hanno rintracciato un’intera catena di produzione per materiali pirotecnici: dalle polveri detonanti ai macchinari per il confezionamento, passando per articoli in fase di assemblaggio. “Ad alto effetto detonante”, come lo hanno definito gli investigatori, questo materiale era di una instabilità allarmante, pronto a esplodere non solo metaforicamente, ma con rischi reali per chi vive nei dintorni. Immaginatevi: in un’area rurale come Torello, dove le famiglie coltivano i campi e i bambini giocano all’aperto, un simile sito è una roulette russa per l’intera comunità. Non è solo un reato, è un affronto alla quotidianità che tutti noi, qui nel Casertano, cerchiamo di preservare nonostante le difficoltà.

Il bilancio dell’operazione è impressionante: sequestrati circa 10.500 artifizi pirotecnici, tra manufatti artigianali e pezzi già pronti, insieme a tutti gli attrezzi e le materie prime coinvolte. Il responsabile è stato segnalato alle autorità per accuse gravi come la produzione e il possesso illecito di esplosivi, un capitolo ricorrente nei nostri archivi che grida la necessità di interventi più incisivi. Da queste parti, dove il mercato nero prospera tra feste patronali e Natale, queste attività non sono solo un business sporco, ma un pericolo costante che alimenta paure collettive – basta pensare a quanti incidenti evitati per un soffio.

E arriviamo al cuore della questione: con le festività alle porte, questo sequestro è un campanello d’allarme. Come giornalista radicato in questa terra, non posso ignorare come, proprio in periodi del genere, la produzione illegale di botti esplode – è il caso di dirlo – diventando una minaccia concreta per l’incolumità di tutti. È un ciclo che si ripete, e che ci spinge a interrogarci sul perché, nonostante i controlli, queste officine nascoste continuino a spuntare come funghi tra i nostri terreni. Serve più consapevolezza locale, un maggiore dialogo tra istituzioni e residenti, per spezzare questa catena prima che sia troppo tardi.

In fondo, storie come questa non sono solo cronaca, ma un invito a riflettere: nel Casertano, dove la resilienza è un marchio di fabbrica, è ora di trasformare questi rischi in opportunità per un futuro più sicuro.

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