Cronaca
Napoli, vertice in Prefettura per arginare l’usura: un segnale che la città non si arrende al problema quotidiano.
#NapoliSiRibellaAllUsura: L’Osservatorio Provinciale Combatte il Fenomeno con Piani Concreti e Collaborazioni
A Napoli, dove il tessuto sociale è da sempre intrecciato con le ombre della criminalità finanziaria, si è riunito l’Osservatorio provinciale sull’usura, un evento che non è solo una formalità burocratica, ma un segnale di allarme per una piaga che erode le fondamenta della nostra economia locale. Come cronista che vive queste dinamiche quotidiane, vedo in questa riunione non solo un passo avanti, ma anche l’ennesima sfida contro un male endemico, dove l’usura non è solo un crimine, ma un veleno che avvelena famiglie e imprese in quartieri come Scampia o il Centro storico. È positivo che il Prefetto Michele di Bari abbia convocato tutti al Palazzo di Governo, ma resta da vedere se queste promesse si tradurranno in azioni tangibili, lontane dalle solite chiacchiere da salotto istituzionale.
La riunione ha radunato un’ampia coalizione di attori locali, un mix che rispecchia la complessità del nostro territorio: dai rappresentanti del Comune e della Città Metropolitana, ai vertici di Banca d’Italia e ABI, passando per la Camera di Commercio, l’Ufficio Scolastico Regionale e le Università napoletane come Federico II, Suor Orsola Benincasa e Parthenope. Non sono mancati i delegati delle Forze dell’Ordine e un nutrito gruppo di enti del terzo settore, tra cui FAI Antiracket, SOS Impresa, e fondazioni come Exodus 94, Finetica Ets, Moscati, Paulus, oltre al Centro Ascolto Pino Puglisi e ai delegati ecclesiastici. Da un napoletano che conosce bene queste realtà, è incoraggiante vedere questa rete collaborare, ma non posso fare a meno di riflettere su quanto spesso questi sforzi siano frammentati, come una tela che si strappa al primo colpo di vento della malavita organizzata.
All’apertura dei lavori, sono stati presentati i dati sull’usura, inclusi i 68 procedimenti amministrativi definiti, risultati della “proficua collaborazione” tra l’ufficio della Prefettura e il Commissario Straordinario del Governo per le iniziative antiracket e antiusura, Prefetto Maria Grazia Nicolò, insieme a tutti i membri dell’Osservatorio. Questo aspetto evidenzia un impegno istituzionale che, pur lodevole, mi fa pensare a quante volte, nei vicoli di Napoli, le vittime esitino a denunciare per paura o sfiducia. È un segnale di speranza, ma anche un richiamo alla realtà: senza un cambiamento culturale, i numeri rimangono solo statistiche.
Il dibattito è presto passato dall’analisi al piano d’azione, con l’obiettivo di sostenere imprenditori e famiglie attraverso gli aiuti normativi. Tutti hanno concordato sulla necessità di rafforzare l’informazione sul territorio, trasformando scuole, università, sportelli della Camera di Commercio, agenzie di Banca d’Italia e persino le diocesi in baluardi di legalità. È una strategia che, dal mio punto di vista, colpisce nel segno, considerando quanto la disinformazione sia un’alleata dell’usura in una città come la nostra, dove il sommerso economico è una piaga quotidiana.
Al cuore della riunione c’è stata la definizione di una “Road Map” anti-usura, un percorso operativo che include:
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Monitoraggio dei Fondi: Una condivisione di dati sulle richieste per i fondi antiracket e antiusura gestiti dal MEF, in collaborazione con Prefettura, Banca d’Italia e ABI, per tenere sotto controllo il fenomeno in modo dinamico. Come osservatore locale, spero che questo non sia solo un esercizio burocratico, ma un vero strumento per intercettare le necessità delle piccole imprese napoletane, spesso lasciate sole.
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Tavoli Tecnici Ristretti: Gruppi di lavoro con l’Ufficio Scolastico Regionale, le Forze dell’Ordine e esperti accademici, per affrontare l’usura con un approccio multidisciplinario. È una mossa intelligente, ma mi chiedo se le scuole, già sovraccariche, possano davvero diventare avamposti contro questo male.
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Campagne Informative Massive: Iniziative di sensibilizzazione, supportate logisticamente dalla Camera di Commercio, mirate alle fasce più vulnerabili della società. In una città come Napoli, dove la precarietà è la norma, queste campagne potrebbero fare la differenza, se ben radicate nel territorio e non limitate a spot televisivi.
L’Osservatorio ha deciso di convocarsi periodicamente per monitorare i progressi, mantenendo alta la vigilanza contro la criminalità finanziaria. Come cronista del posto, vedo in questo un impegno necessario, ma mi resta un velo di scetticismo: quante volte abbiamo assistito a simili promesse che si arenano nei meandri della burocrazia? Tuttavia, per Napoli e i suoi cittadini, è un’opportunità da non sprecare, un passo verso una legalità che deve essere vissuta, non solo proclamata.
