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Cronaca

Napoli, rifiuti sepolti sotto il centro ippico: Pianura affronta l’ennesimo allarme ambientale che scuote la comunità.

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Napoli, rifiuti sepolti sotto il centro ippico: Pianura affronta l’ennesimo allarme ambientale che scuote la comunità.

#AllarmeRifiutiAPianura: Una bomba ecologica minaccia il quartiere partenopeo, richiamando gli spettri della Terra dei Fuochi #Napoli #AmbienteSVesta

A Pianura, uno dei quartieri più martoriati di Napoli, un’ombra sinistra si allunga sul paesaggio, trasformando un’area verde in un potenziale disastro ambientale. Qui, dove la memoria è segnata dai roghi tossici e dai rifiuti sepolti che hanno avvelenato il suolo per decenni, emerge ora un’allerta che fa tremare le fondamenta della comunità. Conosco bene queste strade: come cronista locale, ho visto come le vecchie ferite non si rimarginano mai del tutto, e questa nuova denuncia non fa che confermare quanto la negligenza istituzionale e gli interessi oscuri continuino a giocare con la salute dei residenti.

L’allarme arriva direttamente dal deputato Francesco Emilio Borrelli di Alleanza Verdi-Sinistra, che ha ricevuto una segnalazione dettagliata, completa di foto e video, descrivendo un vero e proprio scempio in atto. In un’area designata come bosco ceduo e protetta dalle regole ambientali, legata a una cooperativa agricola connessa al Centro Ippico di Via Montagna Spaccata, stanno avvenendo scavi e spostamenti di terra senza alcuna autorizzazione apparente. È un classico esempio di come, in territori come il nostro, le norme vengano ignorate per favorire speculazioni che nessuno osa ammettere apertamente. Eppure, questa non è solo una violazione burocratica: è un attacco diretto al nostro ecosistema.

Le testimonianze raccolte parlano di un seppellimento illegale di vari materiali, tra cui rifiuti di ogni genere, potenzialmente tossici e pericolosi. Immaginatevi: cumuli di scarti che potrebbero includere sostanze letali come amianto, idrocarburi e metalli pesanti, nascosti sotto terra in zone destinate all’agricoltura. “Quei suoli sono destinati allo sfruttamento agrario, ed è inaccettabile che alimenti destinati al consumo possano provenire da terreni che potrebbero celare sostanze tossiche e materiali inquinanti,” ha tuonato Borrelli, e ha ragione. Come giornalista che vive qui, vedo quotidianamente come questa pratica non solo contamini il suolo e le acque sotterranee, ma metta a repentaglio l’intera catena alimentare. Pensateci: frutta e verdura che finiscono sulle tavole delle famiglie napoletane potrebbero essere intrise di veleni, perpetuando un ciclo di avvelenamento che ricorda troppo da vicino gli orrori della Terra dei Fuochi.

Il rischio è enorme, non solo per l’ambiente ma per la salute pubblica. “Non si può ripetere l’incubo già vissuto nella Terra dei Fuochi, non si può lasciare che un’altra comunità venga condannata all’avvelenamento silenzioso.” Questa frase risuona come un campanello d’allarme per tutti noi, e non posso fare a meno di riflettere su quanto poco sia cambiato nel tempo. Aggiungete a questo il quadro desolante dei cavalli rinchiusi in condizioni precarie proprio in queste aree contaminate, e gli abusi come i confini illegali e l’occupazione di terreni pubblici, specie attorno all’ex Discarica dei Pisani. È un cocktail di disprezzo per le regole che, nel contesto locale, amplifica le disuguaglianze: i più vulnerabili, come i residenti di Pianura, pagano il prezzo più alto, mentre i responsabili se la cavano spesso indisturbati.

Borrelli non si è limitato a denunciare; ha lanciato un appello pressante per un intervento rapido e coordinato. “È fondamentale che ASL, ARPAC, Comune, Regione, Forze dell’ordine e Autorità giudiziaria si attivino congiuntamente e immediatamente,” ha insistito, delineando passi essenziali come verificare le autorizzazioni, indagare sui materiali sotterrati e analizzare le finanze della società coinvolta. “Ogni giorno di ritardo significa ulteriori rischi per la nostra salute. La legalità non è un optional, la vita non può essere trattata come scarto da sotterrare.” Da qui, da Pianura, mi unisco a questa chiamata: ogni ora che passa senza azione è un affronto alla nostra realtà quotidiana. Le istituzioni devono dimostrare di essere dalla parte della gente, non solo con parole, ma con fatti concreti.

Questa segnalazione, venuta da un cittadino anonimo che ha avuto il coraggio di parlare nonostante i rischi, è un richiamo alla coscienza collettiva. Napoli, e in particolare Pianura, merita di più di queste cicliche emergenze: un ambiente sano, un futuro senza ombre. È ora che il territorio si unisca per fermare questo “avvelenamento silenzioso” prima che sia troppo tardi.

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