Cronaca
Napoli, città delle ombre: racket ed estorsioni al potere
CampaniaInPericolo, ecco perché la nostra regione è sempre più insicura
Il Sole 24 Ore riporta un quadro desolante della Campania, con Napoli al vertice per reati di mafia e un calo che non nasconde le ferite. La provincia di Napoli è “capitale” indiscussa delle estorsioni e del contrabbando, e non solo: è anche terza in Italia per furti d’auto, un business che va dal semplice “colpo” di strada al riciclaggio per bande transnazionali. E non è tutto: quarta per rapine in strada, scippi e usura; sesta per rapine in generale; ottava per omicidi e assalti agli uffici postali; nona per furti tout court.
Le altre province campane non sono da meno, contribuendo a un quadro regionale che vede la Campania tra le regioni più esposte d’Italia. Caserta, ad esempio, balza al secondo posto nazionale per usura, con tassi che riflettono il cappio finanziario stretto sulle piccole imprese e le famiglie indebitate. Salerno, più a sud, si difende con 34.044 denunce totali, ma inciampa al settimo posto per contrabbando e al decimo per furti d’auto.
Ma c’è un’eccezione: Benevento, con sole 5.771 denunce, si colloca terzultima in Italia, una sorta di “isola felice” nel Sannio, dove la criminalità sembra aver perso terreno grazie a una rete sociale più coesa e a controlli capillari. Sviluppando questi dati, l’Indice del Sole 24 Ore non si limita a una mera contabilità dei reati, ma invita a una riflessione profonda sulle radici strutturali del fenomeno. In Campania, dove la disoccupazione giovanile sfiora il 40% e il tessuto economico è fragile, estorsioni e usura non sono solo crimini isolati, ma leve di un’economia parallela che strangola lo sviluppo legittimo.
Il calo nazionale di Napoli è un segnale positivo, ma i vertici per reati “tipici” del Sud Italia segnalano una resilienza criminale che richiede interventi urgenti: “più risorse per le procure, programmi di reinserimento per i giovani a rischio e un piano anti-contrabbando che colpisca le rotte balcaniche e nordafricane”. Altrimenti, la “capitale” del racket rischia di diventare sinonimo di un’intera regione intrappolata in un ciclo vizioso. La sicurezza non è un lusso, ma il presupposto per un futuro senza catene. il momento di agire, prima che sia troppo tardi.
