Seguici sui Social

Cronaca

L’omicidio di Borriello: epurazione tra clan o attacco agli Aprea? La nostra comunità si interroga sui vecchi rancori local. (95 caratteri)

Pubblicato

il

L’omicidio di Borriello: epurazione tra clan o attacco agli Aprea? La nostra comunità si interroga sui vecchi rancori local. (95 caratteri)

#OmicidioABarra: Un’altra esecuzione nel cuore di Napoli, tra faide e silenzi del clan Aprea #NapoliCamorra #GiustiziaRitardata

In una Napoli che sembra non trovare pace dalle ombre della criminalità organizzata, Salvatore Borriello, un 26enne legato al clan Aprea di Barra, è stato freddato con due colpi di pistola in pieno giorno. Conosciuto nei vicoli del quartiere come una figura controversa nel giro dello spaccio, la sua morte non è solo un fatto di cronaca, ma un campanello d’allarme per una comunità stanca di vedere le sue strade trasformate in teatri di vendette. Qui, a Barra, dove la vita quotidiana si mescola con il peso opprimente delle cosche, questo episodio riecheggia le vecchie faide, alimentando dubbi su quanto il potere criminale stia ancora erodendo il tessuto sociale. Come cronista del territorio, non posso fare a meno di riflettere su come questi “regolamenti” interni non facciano altro che perpetuare un ciclo di violenza, lasciando famiglie innocenti nel terrore e le forze dell’ordine a rincorrere ombre.

Gli assassini, professionisti del genere, hanno colpito con precisione: Borriello è stato raggiunto dai proiettili mentre si trovava in via Suor Maria della Passione Beata, e nonostante il disperato trasferimento all’ospedale del Mare, non c’è stato nulla da fare. Le indagini, affidate alla squadra mobile e al commissariato locale sotto il coordinamento della Dda, puntano dritte al clan Aprea. È probabile che si tratti di un’epurazione interna, anche se non va sottovalutata l’ipotesi di una sfida aperta da parte di clan rivali della zona. Dal mio punto di vista, come chi vive qui e conosce le dinamiche, queste esecuzioni non sono mai casuali; sono messaggi codificati in un linguaggio di sangue che parlano di potere conteso e alleanze fragili, spesso ignorate dai più fino a quando non è troppo tardi.

L’agguato è avvenuto poco dopo mezzogiorno, in un orario e in un luogo che gridano a un piano premeditato. I killer, a bordo di una moto e con caschi integrali a coprire i volti, hanno reso l’identificazione quasi impossibile, ma le telecamere della zona potrebbero rivelarsi cruciali per tracciare i loro movimenti di arrivo e fuga. È frustrante, per noi del posto, vedere come questi predatori si muovano con tale impunità, sfruttando la familiarità del territorio per colpire e sparire. Le indagini si appoggeranno anche all’analisi del cellulare di Borriello – con chiamate, chat e messaggi – e alle testimonianze di familiari e amici, elementi che, nonostante la complessità, potrebbero dare una svolta. Ma, come spesso accade qui, il vero ostacolo è il muro del silenzio che la camorra impone, un’omertà che conosco fin troppo bene e che rallenta la giustizia, lasciando il quartiere in balia di paure ataviche.

Tornando al passato di Borriello, gli inquirenti stanno riesumando un capitolo torbido: non è la prima volta che ’o pirata – un soprannome che lo legava al mondo dello spaccio, ma da non confondere con altri – finisce nel mirino. Nel 2021, un raid fallito contro di lui ferì tragicamente l’innocente Federica Mignone e portò all’arresto di quattro esponenti del clan, tra cui Luigi Aprea, detto “Gennaro ’o lione”, figlio del boss Ciro Aprea. È proprio questo elemento a rafforzare l’ipotesi di frizioni interne: Borriello, vicino a Francesco Relli e sospettato di esserne l’autista personale, potrebbe aver urtato i “pezzi grossi” del clan. Come osservatore locale, mi chiedo quanto questi scontri tra “nuove leve” e “vecchie guardie” siano il sintomo di un declino inevitabile, dove la brama di controllo supera ogni logica, culminando in esecuzioni brutali che non risparmiano neanche il cuore del giorno. Napoli, e in particolare Barra, merita di più di queste faide interminabili, che non fanno altro che perpetuare un circolo vizioso di violenza e disperazione, sottraendo futuro a una generazione già segnata.

Fonte

Continua a leggere

Questo sito web non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità.
Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n° 62 del 7.03.2001.
Alcuni contenuti sono generati attraverso una combinazione di una tecnologia proprietaria di IA e la creatività di autori indipendenti.
Per contatti [email protected]