Seguici sui Social

Cronaca

La camorra si aggiorna: il casinò fantasma dei clan Licciardi e Russo spaventa il quartiere.

Pubblicato

il

La camorra si aggiorna: il casinò fantasma dei clan Licciardi e Russo spaventa il quartiere.

#Camorra4.0: Il Fantasma delle Scommesse Clandestine che Arricchisce Clan in Campania #CamorraExposed #InchiesteLocali

In un angolo grigio della Campania, dove le vecchie logiche di territorio si fondono con il mondo digitale, l’inchiesta sul clan Licciardi e Russo smaschera un impero sotterraneo di scommesse illegali, un sistema che prosciuga milioni dalle tasche dei cittadini e ingrassa le casse della criminalità organizzata. Come cronista locale, cresciuto tra le strade di Nola e Napoli, non posso fare a meno di riflettere su come questo “casino fantasma” non sia solo un affare criminale, ma un riflesso della precarietà economica che spinge tanti a cadere nella rete, mentre i boss reinventano il controllo del quartiere in un business high-tech.

L’inchiesta, culminata in un blitz due giorni fa, ha svelato una struttura piramidale che gestiva scommesse clandestine, portando milioni di euro alle consorterie. Al vertice, figure come Gennaro e Antonio Licciardi, insieme a Luigi e Francesco Pio Carella, dettavano le regole come veri proprietari delle piattaforme di gioco. È un meccanismo ben oliato, dove i profitti fluiscono dal basso verso l’alto, e qui in Campania, tra le pieghe di quartieri come Masseria Cardone e Nola, questo non sorprende: è la stessa logica che trasforma piccoli commercianti in anelli di una catena criminale, alimentando un’economia parallela che erode quella legale.

Sotto di loro, organizzatori tecnici come Endri Alla e Maiello Mario fungevano da ingranaggi essenziali, supportati da collaboratori quali Cavezza Domenico e De Maria Giovanni, che curavano la gestione informatica e i siti. Come giornalista del territorio, vedo in questo una evoluzione preoccupante: i clan non sono più solo muscoli e intimidazioni, ma si affidano a competenze digitali, reclutando giovani locali con skills tecniche. È un’eredità amara, dove il talento dei nostri ragazzi finisce intrappolato in un ciclo di illegalità, anziché alimentare imprese oneste.

L’ingresso dei Russo di Nola ha aggiunto un tocco locale alla rete, sfruttando l’agenzia “PJ Nola” e sub-agenzie per controllare il territorio nolano nei giochi online. Figure come Ammirati Mario, Biondi Antonietta, Costanzo Pasquale, Mazzola Giovanni e Pezone Alessio gestivano queste operazioni, veicolando scommesse verso piattaforme clandestine legate all’alleanza Russo-Licciardi. Da queste parti, è chiaro che i Russo non stanno solo espandendo il business: stanno consolidando un’influenza che va oltre le scommesse, influenzando la vita quotidiana di Nola, dove le agenzie di facciata diventano punti di raccolta per un’intera comunità. Criticamente, questo rafforza il dominio camorristico, trasformando quartieri già fragili in hub di corruzione.

Il modello tecnico-organizzativo si basa su piattaforme estere come “GOODBET”, “PLANET365/Planetbet365” e “MYBET”, dove gli indagati operavano come “banco” o “agente”. Nel primo caso, noleggiavano una pagina personalizzata, la cosiddetta “skin”, pagando un canone; nel secondo, dividevano le vincite al 50% con possibilità di sub-agenzie. Intercettazioni del maggio e novembre 2023 catturano conversazioni che delineano questo sistema: ad esempio, in una del 13 novembre 2023, Gennaro Licciardi definisce “MYBET” come piattaforma di famiglia intestata al fratello Antonio, spiegando il modello “reseller”. Altre, come quelle di marzo e settembre 2023 presso l’abitazione di Gennaro Nappi, rivelano come Michele Russo “piccolo” volesse inserirsi nel network, sfruttando i contatti di Cavezza. Come osservatore locale, mi chiedo: è questa l’innovazione che i nostri leader politici promettono? Un’evoluzione criminale che sfrutta la tecnologia per eludere controlli, lasciando i cittadini a pagare il prezzo in termini di sicurezza e opportunità perse.

La “skin” emerge come un elemento chiave, un pacchetto che include veste grafica, assistenza h24 e infrastrutture, dietro un canone periodico assimilato a una “fattura”. Ma, come evidenziato nelle intercettazioni, non mancano le tensioni: in una del novembre 2024, si discute di “pagare la fattura” per poi destinare i proventi allo “Zio” (identificato come Gallucci Antonio), dimostrando come i soldi salgano verso i vertici. Questo flusso finanziario è un campanello d’allarme per la nostra economia locale, dove le agenzie territoriali fingono legalità collegandosi a siti .it autorizzati dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (ADM), ma operano su un doppio binario: una facciata lecita e un circuito illegale con domini .com e .net. Le intercettazioni catturano frasi come “nella sala fai il punto .it tutto apposto… i clienti da casa li butti sopra al .com”, che illustrano come i giocatori vengano dirottati per evitare tasse e tracciabilità.

In ultima analisi, questo sistema rappresenta una camorra 2.0, guidata da personaggi come Gennaro “’o Baffone” Licciardi e Michele Russo, che hanno mutato il tradizionale controllo del territorio in una vera e propria holding delle scommesse online. Come cronista immerso in queste dinamiche, non posso ignorare il danno sociale: non si tratta solo di milioni evasi, ma di un tessuto comunitario sfilacciato, dove la disperazione economica alimenta il gioco illegale, perpetuando un ciclo di dipendenza e povertà. È tempo che la Campania guardi oltre, investendo in alternative reali per i giovani, prima che questi “fantasmi” digitali diventino l’unica eredità del nostro territorio.

Fonte

Questo sito web non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità.
Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n° 62 del 7.03.2001.
Alcuni contenuti sono generati attraverso una combinazione di una tecnologia proprietaria di IA e la creatività di autori indipendenti.
Per contatti [email protected]