Cronaca
Ischia attende il verdetto: domani la Camera decide sull’archiviazione del caso alluvione.
#IschiaAspettaGiustizia: Domani Napoli decide sul dramma di Casamicciola, tra ferite aperte e lezioni ignorate
Mentre l’isola di Ischia trattiene il fiato, domani la Camera di Consiglio di Napoli emetterà un verdetto cruciale sull’archiviazione della richiesta di responsabilità per l’alluvione che il 26 novembre 2022 ha devastato Casamicciola Terme, lasciando dietro di sé 12 vite spezzate e una comunità ancora affranta da un dolore che non accenna a cicatrizzarsi. Come cronista che vive e respira queste dinamiche da anni, non posso fare a meno di vedere in questa attesa un simbolo di un problema più profondo, che va oltre il singolo disastro: in un’Italia sempre più esposta a piogge torrenziali e mari infuriati, causati da un Mediterraneo che si scalda senza pietà, ogni evento estremo non è solo un capriccio del tempo, ma un campanello d’allarme per come stiamo gestendo i nostri territori.
Qui, tra le colline franose e le coste fragili di Ischia, la domanda che riecheggia non è nuova: i nostri paesaggi, invasi da costruzioni e cemento, sono davvero pronti a reggere l’urto di un clima impazzito? Oppure abbiamo continuato a edificare senza sosta, sacrificando la sicurezza in nome di un progresso miope? È una riflessione che mi porto dietro ogni volta che percorro le strade dissestate di Casamicciola, dove le cicatrici dell’alluvione sono ancora visibili nei vicoli e nelle case abbandonate, e dove la rabbia della gente si mescola a un senso di abbandono istituzionale.
Antonello Fiore, presidente nazionale della Società Italiana di Geologia Ambientale, ha espresso con chiarezza questo allarme: “Un’eventuale archiviazione senza l’individuazione di responsabilità sarebbe molto più di un atto giudiziario: rappresenterebbe un messaggio pericoloso, quello che tutto dipende dal caso, cancellando il peso di scelte errate, pianificazioni inadeguate e una gestione del territorio incapace di prevenire tragedie annunciate.” Le sue parole, che riecheggiano le preoccupazioni di tanti esperti locali, sottolineano l’urgenza di azioni concrete: monitoraggi ambientali seri, interventi per proteggere il suolo che non siano solo promesse elettorali, e piani urbanistici che rispettino finalmente la geologia instabile di posti come il nostro. Basti pensare a come, qui a Ischia, il consumo del suolo ha eroso non solo il paesaggio, ma anche la nostra capacità di resistere alle intemperie, trasformando quello che era un paradiso in un territorio a rischio costante.
In qualità di chi osserva da vicino le lotte quotidiane della mia isola, non posso che commentare con un velo di scetticismo: se questa decisione ignora le responsabilità umane, rischiamo di perpetuare un ciclo di negligenza che penalizza le comunità più vulnerabili. L’intera Italia, e non solo Ischia, ha bisogno di un cambio di rotta, dove la prevenzione non sia un optional ma una priorità. Mentre attendiamo l’esito di domani, spero che questa non sia solo una chiusura di capitolo, ma un’opportunità per riscrivere il futuro del nostro territorio, aprendoci a una convivenza più intelligente con una natura che non perdona errori.
