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Cronaca

In Campania, esplode il riciclaggio con criptovalute: la criminalità locale si reinventa, cambiando le regole del gioco. (82 caratteri)

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In Campania, esplode il riciclaggio con criptovalute: la criminalità locale si reinventa, cambiando le regole del gioco. (82 caratteri)

#CriptoCriminalità in Campania: La Regione Diventa L’Epicentro del Riciclaggio Digitale

La battaglia contro il riciclaggio di denaro in Italia sta vivendo un momento decisivo, con la Campania che emerge come il vero fronte caldo di questa evoluzione sotterranea. Qui, dove la criminalità organizzata ha sempre intrecciato il suo destino con l’economia locale, il passaggio al mondo digitale non è solo un adattamento: è una sfida che ci colpisce dritti al cuore del territorio.

Come cronista che vive e respira queste strade, vedo chiaramente come i “panni sporchi” della Camorra e delle organizzazioni mafiose stiano lasciando da parte i vecchi borsoni di banconote per abbracciare le criptovalute. Questa trasformazione rende la regione un vero e proprio hub invisibile per il riciclaggio digitale, sfruttando l’anonimato e la rapidità di transazioni che travalicano i confini. È un cambiamento che non sorprende chi, come me, ha seguito per anni le dinamiche locali: in Campania, l’innovazione tecnologica è stata rapida per i criminali, mentre le istituzioni arrancano.

I dati del “Quaderno dell’antiriciclaggio” pubblicato dalla UIF per il primo semestre del 2025 dipingono un quadro allarmistico, confermando ciò che molti di noi sospettavano. Le operazioni sospette (SOS) legate alle cripto-attività sono esplose, sfiorando i 3,4 miliardi di euro segnalati – un balzo che sottolinea come il crimine stia superando le difese tradizionali. Cripto contro contante: il sorpasso epocale, come è stato definito, evidenzia un ribaltamento epocale: le criptovalute ora rappresentano il 7,0% del totale delle SOS, mentre il contante crolla al 3,4%. Per noi qui in Campania, questo significa che il denaro sporco non si nasconde più nei vicoli o nei bar, ma in un ecosistema virtuale che ignora i checkpoint della polizia.

La nostra regione è diventata una “zona rossa” del rischio, con un incremento delle attività sospette che mi fa riflettere sui rischi per la comunità. Le SOS sul territorio sono passate da 7.146 a 10.439 in un anno, con un aumento del 15,6%, e Napoli si conferma come una delle province più esposte, proprio per la sua concentrazione di gruppi criminali. Da locale, so bene come questo boom, combinato con un quasi raddoppio delle segnalazioni estere, stia permettendo alla criminalità campana di espandersi in una rete transnazionale. È frustrante vedere come queste reti digitali stiano erodendo il tessuto sociale: i giovani talenti locali, magari attratti dalle criptovalute per buone ragioni, rischiano di essere risucchiati in un vortice che alimenta corruzione e diseguaglianze.

La vera sfida ora è adattarsi a questo nuovo mondo, dove il riciclaggio non si limita più alle banche, ma invade la blockchain. Le segnalazioni totali sono cresciute del 15,6%, spinte in parte da banche e poste, ma il vero salto arriva dai prestatori di servizi per cripto-attività: da 1.353 a 2.675, con un incremento del 97,7%. Eppure, come un giornalista del posto non può ignorare, c’è una lentezza preoccupante – gli operatori cripto impiegano in media 78 giorni per segnalare, contro i 11-24 giorni di notai e banche. In un contesto come il nostro, dove il crimine agisce in tempo reale, questa burocrazia rischia di lasciare che i fondi illeciti evaporino, complicando ulteriormente il lavoro delle forze dell’ordine che conosciamo e stimiamo.

Guardando al futuro, la Campania deve imparare a navigare questa tempesta digitale senza perdere il suo spirito resiliente. La criminalità ha già colto l’opportunità, ma spetta a noi, come comunità e istituzioni, accelerare per contrastarla, trasformando questo allarme in una occasione di rinnovamento locale. La posta in gioco è alta: non solo per le tasche, ma per l’anima di una regione che merita di più di essere definita solo dal suo passato oscuro.

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