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Cronaca

Ennesimo tentativo di truffa ad Ancona: due napoletani arrestati mentre mirano a un’anziana del quartiere.

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Ennesimo tentativo di truffa ad Ancona: due napoletani arrestati mentre mirano a un’anziana del quartiere.

#TruffaSfruttandoPaura: Ad Ancona, la cinica manipolazione di due truffatori napoletani finisce in manette!

Ad Ancona, dove la comunità è abituata a combattere contro i venti della precarietà economica e le insidie della solitudine urbana, un episodio di truffa ha riacceso i riflettori su quanto sia facile sfruttare la vulnerabilità delle persone per un guadagno illecito. Questa storia, che vede protagonisti due uomini provenienti da Napoli, non è solo un fatto di cronaca, ma un campanello d’allarme per tutti noi che viviamo in territori come questo, dove la fiducia nelle istituzioni è spesso l’unico scudo contro il caos.

Immaginate la tranquillità di una mattina infranta da una chiamata che trasforma una donna di 65 anni in una vittima inconsapevole. Dall’altra parte, una voce che si spaccia per quella di un alto ufficiale dei Carabinieri, dipingendo un incubo: la figlia della signora avrebbe provocato un grave incidente, con un ciclista in gravi condizioni, a rischio di perdere l’uso di una gamba. Per evitare l’arresto immediato della parente e “risolvere” la situazione, le viene imposto di versare subito una “garanzia”. È un trucco vecchio come il mondo, ma sempre efficace, specialmente quando gioca sulla corda tesa delle emozioni familiari.

Qui ad Ancona, una città che lotta con il suo mix di tradizioni marinare e problematiche sociali, come l’isolamento degli anziani, vediamo spesso queste tattiche predatorie. La donna, travolta dall’ansia, ha raccolto in fretta i suoi beni: orologi, gioielli d’oro e bigiotteria per un valore di circa 3.000 euro, più 250 euro in contanti. I truffatori le hanno promesso – mentendo spudoratamente – che tutto le sarebbe stato restituito una volta chiarita la posizione della figlia, enfatizzando la sua “fedina penale pulita”. È ironico, no? In un territorio dove la gente si conosce e si aiuta, questi esterni approfittano proprio della buona fede per colpire.

Ma ecco il colpo di scena che ci fa respirare un po’ di sollievo: la Squadra Mobile di Ancona era già in allerta, probabilmente grazie a indagini mirate su questi reati sempre più comuni. Mentre uno dei due complici – un quarantenne – si presentava alla porta della vittima per prelevare il bottino, gli agenti erano in posizione. L’auto si ferma vicino al condominio, l’uomo entra e esce in fretta, convinto di averla fatta franca. Invece, viene bloccato all’istante, con il suo complice, un trentenne, ancora al volante. La perquisizione svela tutto: l’intero malloppo, dai gioielli al denaro, era ancora addosso al primo truffatore.

Arrestati in flagranza per truffa aggravata, i due sono stati condotti nelle camere di sicurezza della Questura locale, in attesa dell’udienza di convalida. Come cronista che conosce bene queste strade, non posso fare a meno di riflettere su quanto questo episodio rifletta le fragilità della nostra società anconetana: l’invecchiamento della popolazione, la diffidenza verso le autorità reali e l’aumento di questi colpi da parte di bande provenienti da fuori. È un richiamo alla realtà, un monito che non possiamo ignorare.

Le forze dell’ordine continuano a ribadire con forza: nessun vero carabiniere o agente vi chiederà mai denaro o beni al telefono. Se vi capita qualcosa di simile, spegnete e chiamate direttamente il numero ufficiale della vostra Stazione dei Carabinieri o della Questura per verificare. Ad Ancona, come in tanti posti d’Italia, la vera sicurezza sta nella comunità unita e informata, non nelle promesse false di sconosciuti.

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