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Cronaca

Ennesimo blitz a Porta Capuana: sequestri e multe contro l’abusivismo locale, la routine che non sorprende più.

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Ennesimo blitz a Porta Capuana: sequestri e multe contro l’abusivismo locale, la routine che non sorprende più.

Blitz serrato a Porta Capuana: Napoli non dorme, tra abusi e controlli che fanno riflettere #Napoli #Carabinieri #LegalitàSulTerritorio

Porta Capuana, quel crocevia pulsante di Napoli dove la vita di strada si mescola con le ombre dell’illegalità, è di nuovo sotto i riflettori per un’operazione dei carabinieri della Compagnia Stella che ha lasciato poco spazio alle scuse. Come cronista che calpesta queste strade da anni, so bene quanto questo quartiere sia un microcosmo di contrasti: da un lato, la vitalità dei mercati e delle botteghe; dall’altro, un fertile terreno per piccoli e grandi soprusi che erodono la quotidianità dei residenti. Questa irruzione, con perquisizioni, identificazioni e sequestri, non è solo una routine, ma un segnale che le istituzioni stanno provando a tenere a bada un caos che, per molti di noi, è fin troppo familiare.

Prendete quei due sessantenni napoletani, beccati con le mani nella presa: allaccio diretto alla corrente, rubavano energia come se fosse acqua del rubinetto. Non è solo un reato, è un’affronto alla comunità, un furto che si ripercuote su tutti noi con rischi di blackout o sovraccarichi. In un quartiere dove le famiglie lottano già con bollette esorbitanti, vedere qualcuno bypassare le regole con tanta spudoratezza mi fa riflettere su quanto la crisi economica abbia distorto il senso comune. Sono stati denunciati per furto aggravato, e come locale, mi chiedo: quante altre storie simili sfuggono al controllo, alimentando un circolo vizioso di disuguaglianza?

Non finisce qui. Un 41enne è stato arrestato per estorsione, pensava di essere il padrone del vicolo, pretesa il pizzo come se fosse un diritto acquisito. È un classico di queste zone, dove il racket si insinua tra le crepe del tessuto sociale, intimidendo chi prova a vivere onestamente. Poi, c’è quel 51enne che se la godeva in libertà nonostante i domiciliari – una beffa per la giustizia, e per noi che assistiamo impotenti a queste violazioni. E non dimentichiamo il re dei parcheggiatori abusivi, un 46enne che ormai è una presenza fissa, quasi un’istituzione non ufficiale. Pizzicato di nuovo, aspetta multa e daspo: ma quante volte dobbiamo vedere questa danza? Come napoletano, mi vien da ironizzare: se i parcheggiatori abusivi fossero un’attrazione turistica, Porta Capuana sarebbe una meta mondiale, ma la realtà è che tolgono spazio a chi lavora perbene e intasano un’economia già precaria.

Il vero colpo al cuore, però, arriva dal settore alimentare. Un titolare di 34 anni è stato beccato a importare farmaci stranieri senza autorizzazione, con sequestrate 111 confezioni di pillole sospette e 60 chili di roba da mangiare tenuta in condizioni da film horror: benvenuti nel regno delle muffe. Qui, il mio spirito critico si accende: in un’area dove la gente compra da questi negozi per necessità, esponendosi a rischi sanitari gravi, ci troviamo di fronte a un’incuria che non è solo illegale, ma moralmente indecente. Non è una sorpresa per chi, come me, sa quanto la regolazione qui sia debole, lasciando spazio a operatori improvvisati che mettono in pericolo la salute pubblica.

Anche tre bar e rosticcerie non sono scampati al giro di vite: verbali a pioggia e un ordine di allontanamento con l’articolo 2 del TULPS, quello che ti sbatte fuori dalle “zone rosse” senza se e senza ma. È una misura drastica, ma necessaria in un contesto dove l’igiene e la legalità spesso vacillano, influenzando la reputazione del quartiere. Dal mio punto di vista, questi interventi non bastano se non sono seguiti da un sostegno reale per i piccoli esercenti, molti dei quali navigano in acque difficili senza cadere nella tentazione dell’illegalità.

A chiudere il bilancio di questa operazione, parliamo di numeri concreti: 96 persone controllate (tra cui 33 stranieri), 27 veicoli fermati, 16 multe per un totale di 9.000 euro, e 10 grammi di hashish sequestrati. Cifre che, per un cronista locale come me, raccontano una storia più grande: quella di un quartiere che ha bisogno di più che blitz sporadici. Porta Capuana merita un’attenzione continua, non solo per reprimere, ma per promuovere un cambiamento reale, rafforzando i legami comunitari e offrendo alternative a chi scivola nel buio. Se non interveniamo con più incisività, queste storie continueranno a ripetersi, erodendo la fiducia in un posto che, nonostante tutto, resta il cuore pulsante di Napoli.

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