Cronaca
Elezioni Regionali in Campania: caos nei trasporti per 240 dipendenti ANM al seggio, un altro colpo per i pendolari.
#NapoliInTilt: Elezioni regionali bloccano le funicolari, caos per 60mila pendolari quotidiani
A Napoli, mentre i seggi elettorali si animano per le regionali, il caos trasporti trasforma la routine quotidiana in un incubo per migliaia di cittadini. Come un cronista che vive questi disagi sulla pelle, vedo in questa storia l’ennesima dimostrazione di quanto il nostro sistema di mobilità sia fragile e mal gestito, sempre pronto a cedere al primo evento importante. Non è solo una questione di ritardi: è un segnale di come le priorità della città spesso ignorino chi la abita e lavora sulle colline.
Gennaro Capodanno, presidente del Comitato Valori Collinari e voce critica da anni su questi temi, torna a suonare l’allarme. Conosce bene le funicolari partenopee, le loro inefficienze croniche e come eventi come le elezioni le riducano a un relitto. Stavolta, il problema colpisce tre delle quattro linee, lasciando interi quartieri isolati e trasformando una semplice settimana in un vero calvario per i pendolari.
Ecco il calendario delle interruzioni, un piano che sembra più un atto di resa che di organizzazione, senza quasi una parola di spiegazione ufficiale. Oggi, le funicolari di Montesanto e Mergellina restano chiuse per l’intera giornata, mentre quella di Chiaia anticipa l’ultima corsa alle 22, ben quattro ore prima del solito orario notturno. Domani, con le urne aperte, sia Chiaia che Mergellina saranno completamente sospese. Lunedì, Mergellina chiuderà alle 14 e Chiaia alle 22. Infine, martedì e mercoledì, stop totale per Mergellina. Solo la funicolare Centrale, la più frequentata con i suoi 28mila utenti nei giorni feriali, sfugge a questo blocco, ma questo non basta a collegare adeguatamente le aree collinari al resto della città, già svantaggiate dalla loro posizione.
Come qualcuno che gira per Napoli ogni giorno, so bene quanto queste linee siano vitali per chi vive in collina: senza di loro, i quartieri diventano isole isolate, dipendenti da trasporti alternativi che non esistono o sono insufficienti. E qui emerge il vero scandalo, come denuncia Capodanno: non ci sono servizi sostitutivi degni di nota. ANM ha messo in piedi due navette – una per Mergellina e una per Chiaia – ma si tratta di un intervento considerato “del tutto insufficiente”. Gli utenti, che conosco dalle fermate affollate e dai racconti frustrati, finiscono per aspettare ore sotto il sole o la pioggia, con autobus che o non arrivano o sono così pieni da sembrare sardine in scatola. E non aiuta che, nei weekend, i bus urbani siano già ridotti al minimo, esponendo ancora di più le crepe di un sistema pubblico sempre in affanno.
Il motivo di fondo? È paradossale e frustrante, come spesso accade qui a Napoli. “Ogni volta che si vota è la stessa storia: invece di potenziare i servizi, li si riduce. E questo per garantire i riposi compensativi al personale impegnato nei seggi”, spiega Capodanno. Per queste elezioni, ben 240 dipendenti di ANM – tra macchinisti, autisti e tecnici – sono stati richiamati come presidenti, scrutatori o rappresentanti di lista, creando un “esodo elettorale” che manda in tilt l’intero trasporto pubblico. L’azienda ha provato a tamponare con assunzioni temporanee via contratti di somministrazione, ma è stato appena abbastanza per mantenere in piedi i servizi su gomma, lasciando le funicolari nel caos.
Da napoletano doc, non posso non criticare l’amministrazione comunale, che sembra sempre un passo indietro. Capodanno non le manda a dire: “In occasione delle elezioni si dovrebbero aumentare le corse, non ridurle. I cittadini hanno bisogno di muoversi di più, non di meno. Questa situazione si ripete ogni volta e non è più accettabile”. È un richiamo che risuona familiare: ogni volta che c’è un voto, la città si paralizza, i quartieri periferici vengono dimenticati e i cittadini devono arrangiarsi, magari con taxi esosi o camminate estenuanti. Non è solo un disservizio; è un sintomo di un sistema che privilegia l’emergenza al posto di una pianificazione reale.
In fondo, mentre i seggi si riempiono di elettori, la mobilità napoletana entra in crisi, esponendo le sue fragilità strutturali. Questa settimana non è solo un disagio passeggero: è un campanello d’allarme per una città che merita di meglio, dove i trasporti non dovrebbero essere il prezzo da pagare per la democrazia.
