Cronaca
Caserta, sgominata la rete di auto rubate: otto ai domiciliari per un business illegale da 200mila euro. La criminalità locale colpisce ancora, ma le forze dell’ordine rispondono.
#CasertaSottoTiro: Smantellata l’officina fantasma delle auto rubate, con un business da 200mila euro e otto finiti ai domiciliari! #CronacaCasertana #AnticrimineLocale
Qui a Caserta, dove le strade conoscono fin troppo bene il rombo di motori sospetti e le ombre di un’economia parallela, i carabinieri della Compagnia di Capua hanno messo fine a una storia che sa di Deja-vu per chi vive il territorio. Un’operazione di routine? Macché: si tratta di un colpo duro al ventre molle della nostra provincia, dove il riciclaggio di veicoli rubati non è solo un reato, ma un sintomo di quanto il mercato nero si sia radicato, prosciugando fiducia e risorse dalla comunità locale.
I militari, coordinati dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere, hanno eseguito stamattina un’ordinanza cautelare che ha spedito otto persone dritte agli arresti domiciliari. Per altri tre indagati è scattato l’obbligo di dimora, mentre un quarto dovrà presentarsi regolarmente alla polizia giudiziaria. Questa retata conclude un’inchiesta “articolata e prolungata”, partita nel dicembre 2022 e arrivata al traguardo nel giugno 2024, dimostrando come le forze dell’ordine debbano lottare contro meccanismi invisibili che prosperano sotto il naso di tutti.
Come cronista che bazzica queste vie da anni, non posso fare a meno di riflettere su quanto questo giro d’affari, stimato in oltre 200mila euro, rifletta le dinamiche locali: qui, dove il lavoro onesto spesso scarseggia, bande organizzate trasformano furti di auto e moto in un’industria parallela. Parliamo di almeno otto vetture e due motocicli sottratti con trucchi da quattro soldi, come eludere o manomettere i sistemi di chiusura, ma il vero colpo da maestro era dopo: la fase di ricettazione e riciclaggio, dove questi mezzi venivano letteralmente rimessi in pista.
Le prove raccolte dai carabinieri parlano chiaro: un sistema rodato che ha “ripulito” ben 25 autovetture e un motociclo. Immaginate il processo – telai originali sostituiti con falsi, targhe anteriori e posteriori montate a casaccio per far sembrare tutto regolare – e vi renderete conto di quanto fosse professionale questa operazione. Non si tratta solo di delinquenti improvvisati: ci vogliono competenze tecniche, un magazzino di ricambi e una rete di contatti per smerciare questi “fantasmi su quattro ruote”. Come qualcuno del posto potrebbe dire, è un business che si mimetizza tra le pieghe della nostra economia, alimentando un circolo vizioso di illegalità che tocca famiglie e commercianti onesti.
Certo, gli indagati ora dovranno rispondere di furto, ricettazione e riciclaggio, e queste accuse dovranno reggere il banco nelle aule di giustizia. Ma da qui, con i piedi per terra nella provincia di Caserta, questa inchiesta non è solo una vittoria per le forze dell’ordine: è un campanello d’allarme. Bloccare questa filiera illecita significa proteggere non solo le tasche dei cittadini, ma anche l’integrità di un territorio che combatte ogni giorno contro l’ombra del crimine organizzato, sperando che operazioni come questa diventino la norma, non l’eccezione.
