Cronaca
Ad Agnano, ristorante sotto sequestro: sigilli ignorati e prove video eliminate, ennesimo colpo alla legalità locala.
#SequestroRistoranteAgnano: Quando i sigilli non bastano a fermare i soliti intrighi napoletani
A Napoli, la lotta per proteggere le nostre aree verdi torna sotto i riflettori con un’operazione dei Carabinieri Forestali che svela quanto sia fragile l’equilibrio tra legalità e interessi locali. È una storia che risale a un incendio boschivo devastante del 2022 nell’Oasi degli Astroni, un polmone verde cruciale per la città, e che ora si intreccia con accuse di abusi e ostacoli alle indagini. Come cronista del territorio, non posso fare a meno di riflettere su come questi episodi – purtroppo ricorrenti – evidenzino la scarsa vigilanza su luoghi che dovremmo custodire come tesori, non come terreni per affari discutibili.
I militari del Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale, Agroalimentare e Forestale di Napoli hanno messo in atto un’ordinanza cautelare e un sequestro preventivo, emessi dal GIP del Tribunale su richiesta della Procura. Al centro c’è un imprenditore locale, indagato per violazioni di sigilli e frode processuale relative a eventi di ottobre 2024. Questa inchiesta nasce dalle ceneri di un precedente caso, legato all’incendio dell’agosto 2022 che ha colpito l’Oasi degli Astroni, un’area protetta spesso minacciata da attività umane sconsiderate. Qui, l’attenzione si è concentrata sull’uso improprio di fuochi pirotecnici in zone sequestrate, collegate a una struttura ricettiva ad Agnano gestita proprio dall’indagato, che ironicamente era stato nominato custode giudiziario delle stesse aree.
È qui che la faccenda si complica, e come napoletano che conosce bene le dinamiche del quartiere, vedo l’ironia amara: un custode che tradisce la fiducia, trasformando un’area sotto protezione in un palcoscenico per eventi privati. Durante un controllo mirato a verificare eventuali infrazioni, il gestore ha cancellato furtivamente le registrazioni del sistema di videosorveglianza privato a servizio del ristorante, un gesto che gli inquirenti interpretano come un tentativo deliberato di intralciare le prove. Questo non è solo un reato, è un affronto alla trasparenza che tanto manca nelle nostre comunità, dove il “fai da te” con la giustizia è un vizio radicato.
Grazie a un’analisi forense sul dispositivo sequestrato, gli investigatori hanno ricostruito le violazioni, scoprendo accessi non autorizzati e utilizzi continuati delle aree interdette durante feste e attività nel ristorante di Agnano. Il quadro che emerge è preoccupante: non si tratta di un incidente isolato, ma di un pattern di abusi che mina la tutela ambientale, un tema vitale per Napoli, dove le oasi come quella degli Astroni sono oasi nel deserto urbano. Come giornalista locale, mi chiedo quanto ancora dovremo tollerare questi giochi al limite della legge, che erodono la fiducia nei meccanismi di controllo e alimentano il cinismo tra i cittadini.
Il provvedimento finale è stato severo: all’indagato è stato imposto il divieto di dimora nelle province di Napoli e Caserta, mentre l’intero complesso immobiliare adibito a ristorante è stato posto sotto sequestro con l’obiettivo di sgomberarlo da persone e beni, per evitare ulteriori sfruttamenti illeciti. È una misura necessaria, certo, ma che lascia un’amara riflessione sulle lacune del nostro sistema. In una città come Napoli, dove l’ambiente e l’economia locale sono intrecciati in modo indissolubile, eventi come questo ricordano che la vera protezione viene solo dalla vigilanza costante e da una comunità che non chiude un occhio. Qui, tra le strade di Agnano e l’Oasi degli Astroni, la battaglia per la legalità continua, e speriamo che questa volta serva da lezione.
