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Cronaca

A Saxifraga 2025, l’orgoglio napoletano resiste: premiato il professor Ascierto per la sua eccellenza. (72 caratteri)

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A Saxifraga 2025, l’orgoglio napoletano resiste: premiato il professor Ascierto per la sua eccellenza. (72 caratteri)

Napoli celebra il suo campione nella lotta al cancro: Ascierto e il spirito indomito della città! #PremioSaxifraga #EccellenzeNapoletane #OrgoglioPartenopeo

Qui a Napoli, dove le storie di resilienza si intrecciano con il caos quotidiano, il Premio Saxifraga 2025 non è solo un riconoscimento, ma un simbolo di come la nostra città sappia estrarre bellezza e valore dalle crepe della vita, proprio come quel fiore tenace che spunta tra le rocce. Quest’anno, il prestigioso award è andato al professor Paolo Ascierto, ordinario di Oncologia all’Università Federico II, per il suo lavoro pionieristico nella ricerca sul cancro e nelle terapie innovative – un contributo che ha eco internazionale, ma che qui, tra le strade affollate e i vicoli storici, ci fa sentire orgogliosi di un figlio della nostra terra.

Come cronista locale che ha visto Napoli evolversi tra sfide economiche e trionfi culturali, non posso fare a meno di notare come questo premio rifletta il nostro carattere: un popolo che trasforma le difficoltà in opportunità, proprio come l’associazione “Le mani di Napoli” fa da anni, valorizzando eccellenze nei campi della sanità, cultura, artigianato e imprenditoria. È un evento che va oltre la semplice cerimonia, quasi un richiamo all’anima partenopea, quella che non si arrende mai, nemmeno di fronte alle rocce più dure.

La serata ha toccato corde profonde, con un omaggio commovente alla memoria del giornalista Franco Di Mare, il cui coraggio nel raccontare la verità ha lasciato un’impronta indelebile. Suo fratello Gino ha ricevuto una targa commemorativa, in un momento che ha unito tutti noi presenti, ricordandoci quanto i narratori come lui siano pilastri della nostra comunità. È un tributo che, da un punto di vista locale, sottolinea come Napoli non dimentichi chi ha dedicato la vita a difendere i valori della città, anche quando il mondo esterno spesso ci guarda con scetticismo.

Tra i protagonisti dell’evento, non potevano mancare le figure istituzionali che rendono Napoli viva e pulsante: il sindaco Gaetano Manfredi, il rettore Matteo Lorito, Maria Rosaria Campitiello dal Ministero della Salute, Antonio Parlati della Rai e Giovanni Esposito dalla Scuola di Medicina Federico II. E ovviamente, i pilastri dell’associazione “Le mani di Napoli”, con il presidente Giancarlo Maresca e il direttore generale Damiano Annunziato, che hanno orchestrato tutto con quell’efficienza tipica dei napoletani quando si tratta di celebrare il proprio.

Ma è stato il vincitore a rubare la scena con parole che risuonano autentiche per chi, come me, vive queste dinamiche quotidiane. “Questo riconoscimento rappresenta un’emozione profonda”, ha detto Ascierto, e in quelle parole si sente l’eco del nostro territorio, dove ogni successo è condiviso. “Non è solo un onore personale, ma un tributo al lavoro silenzioso e tenace di tantissime persone che operano per il bene della comunità”. Come locals, sappiamo bene quanto questo sia vero: dietro ogni progresso scientifico, ci sono le fatiche di team che lavorano nei nostri ospedali, spesso con risorse limitate, yet pushing forward con quella grinta che fa la differenza.

Ascierto non si è limitato a ringraziare; ha dedicato il premio all’intera squadra dell’Istituto Nazionale Tumori IRCCS Pascale, evidenziando un’aspetto che critico da anni: “Le ‘mani’ che celebriamo sono quelle che lavorano nei laboratori e nei reparti per offrire nuove speranze. Continueremo a impegnarci affinché le mani della scienza possano stringere quelle di chi combatte la battaglia contro il cancro”. È un commento che, da un osservatore locale, mi porta a riflettere su quanto Napoli stia diventando un hub per la ricerca medica, nonostante le solite battaglie burocratiche e i fondi incerti. Qui, dove il sistema sanitario è un misto di eccellenze e carenze, questi riconoscimenti spingono tutti noi a chiedere di più per i nostri eroi in camice bianco.

Infine, l’intervento di Gino Di Mare ha chiuso la serata con una nota di gratitudine che ci ha toccati nel profondo: “Questo riconoscimento non celebra solo la sua professionalità, ma anche i valori che ha trasmesso attraverso ogni suo articolo e servizio”. Come giornalista embedded in questa città, vedo in queste parole un monito per tutti noi: Napoli non è solo folklore e pizza, ma un luogo dove il giornalismo e la scienza si uniscono per fare la differenza. Eventi come questo ci ricordano che, nonostante le ombre, la nostra comunità continua a fiorire, proprio come la saxifraga, alimentando speranza per il futuro.

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