Cronaca
A Ischia, giovane calciatore di Lacco Ameno accusato di furto al dirigente del Real Forio: un episodio che fa riflettere sul calcio locale.
#IschiaSottoSciopero: Quando il Pallone Rotola Verso il Lato Oscuro del Campo
A Ischia, dove il calcio è più di uno sport – è un collante per le nostre comunità insulari – un episodio ha ribaltato la palla, trasformando un dirigente in vittima e un giovane talento in un’ombra sospetta. #Ischia #CalcioLocale #DrammiInsulari
Forio d’Ischia, terra di tramonti mozzafiato e campi da gioco polverosi che battono al ritmo della passione isolana, si è svegliata con un’amara sorpresa che va oltre il solito gol sbagliato. In una notte qualunque di inizio settimana, un furto silenzioso ha colpito dritto al cuore del nostro calcio dilettantistico, prendendo di mira la casa di un dirigente dell’A.S.D. Real Forio, squadra che suda tra i campi dell’Eccellenza. Qui, dove tutti si conoscono e il pallone rimbalza per le strade come un simbolo di unità, è emerso un fatto che fa riflettere: il nostro amore per il gioco non è immune dalle tentazioni più basse.
Immaginate la scena: il dirigente, con la moglie al suo fianco, si addormenta tra le mura di casa, ignaro che qualcuno stia già pianificando un’incursione. Al mattino, la scoperta è un pugno allo stomaco – 2mila euro in contanti, tutti in banconote da 50 euro, spariti nel nulla. Nessun segno di effrazione, nessun allarme scattato: un colpo pulito, studiato con la precisione di chi conosce il territorio come le sue tasche. Come cronista locale, cresciuto tra queste viuzze, mi chiedo se non sia proprio questa familiarità a rendere i furti così volgari, un tradimento intimo in una comunità dove le porte si lasciano socchiuse.
I carabinieri di Forio, che pattugliano queste strade come vecchi amici, non hanno perso tempo. Analizzando le immagini delle telecamere di sorveglianza, hanno notato qualcosa di familiare: un’ombra con il cappuccio calato, abiti riconoscibili e una andatura che non era nuova ai loro occhi. Quei dettagli, così comuni tra i giovani dell’isola che si aggirano nei locali dopo una partita, hanno puntato dritto a un sospetto. E in poche ore, il cerchio si è stretto attorno a un ragazzo di 21 anni, un calciatore di Lacco Ameno, promessa del nostro calcio isolano.
Il giovane era stato visto proprio in quelle zone frequentate dai ragazzi del posto, e non c’è voluto molto per rintracciarlo tra le vie dello shopping a Chiaia, Forio. Indossava ancora i vestiti del colpo, con una busta piena di capi d’abbigliamento appena comprati. Peggio ancora, aveva con sé 1.400 euro in contanti – esattamente 28 banconote da 50 euro – che combaciavano perfettamente con parte del bottino. Aveva già speso 600 euro in abbigliamento, come se quei soldi bruciassero in tasca, un dettaglio che grida di impulsività giovanile in un’isola dove il lavoro è scarso e le tentazioni abbondano.
Denunciato per il furto, il denaro recuperato tornerà al legittimo proprietario, il dirigente del Real Forio. Ma questo episodio non è solo un fatto di cronaca: scuote l’intera comunità, da Forio a Lacco Ameno, dove il calcio è un rifugio per i sogni dei giovani, non un alibi per scorciatoie pericolose. Come ischitano doc, non posso fare a meno di commentare: in un territorio dove il pallone unisce famiglie e barrios, vedere un ragazzo scivolare così – forse accecato dalla brama di beni effimeri – è un campanello d’allarme. I nostri campi da calcio, che dovrebbero forgiare character e lealtà, stanno forse perdendo terreno contro una società che spinge verso il facile guadagno? È un monito per tutti noi, isolani che navigano tra bellezze naturali e sfide quotidiane, a tenere alto il gioco pulito, prima che un altro gol sbagliato diventi una vera e propria caduta.
