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Cronaca

A Camposano scatta la zona rossa: il Prefetto interviene contro l’illegalità che non accenna a diminuire.

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A Camposano scatta la zona rossa: il Prefetto interviene contro l’illegalità che non accenna a diminuire.

#ZonaRossaACamposano: Il Prefetto stringe la morsa contro la microcriminalità nel cuore del nostro paese

A Camposano, un comune che tutti noi del territorio conosciamo bene per le sue piazze affollate e le strade animate, l’arrivo della zona rossa decretata dal Prefetto di Napoli Michele di Bari non è solo una misura burocratica, ma un segnale di allarme per una comunità che da tempo lotta contro un senso di insicurezza crescente. Come cronista locale, non mi limito a riportare i fatti: vedo questa decisione come un passo necessario, ma tardivo, in un contesto dove la microcriminalità ha eroso la quotidianità delle famiglie, soprattutto in aree che un tempo erano il fiore all’occhiello del paese.

La zona rossa scatta in risposta a recenti episodi di microcriminalità che hanno messo in fibrillazione l’opinione pubblica, dopo discussioni al Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica, dove ha partecipato anche il sindaco. È una mossa straordinaria, dettata dalle pressioni dei cittadini che, tra lamenti e petizioni, reclamavano interventi urgenti. Ma qui, nel nostro territorio, non possiamo ignorare come questi problemi siano radicati in dinamiche sociali più ampie: la mancanza di risorse per i giovani, il degrado urbano e un’economia locale che arranca, tutto ciò alimenta un circolo vizioso di tensione e illegalità. La misura vieta lo stazionamento a chi, oltre a mostrare atteggiamenti minacciosi, risulta già segnalato all’autorità giudiziaria per reati che spaziano dallo spaccio alla violenza, dai furti all’occupazione abusiva, fino alla detenzione o al porto illecito di armi. Come chi vive qui sa, queste norme sono essenziali, ma il vero banco di prova sarà farle rispettare senza isolare ulteriormente le fasce più vulnerabili della popolazione.

Le aree coinvolte – piazza Umberto I, corso Vittorio Emanuele III, via Roma, via Armando Diaz, Borgo Petillo e la Villa comunale – sono luoghi iconici per noi locali, spazi che dovrebbero essere di incontro e svago, ma che oggi simboleggiano il declino. Qui si sono moltiplicate presenze sospette e comportamenti aggressivi, trasformando angoli vivaci in zone d’ombra dove il degrado limita la vita pubblica. Il Prefetto richiama i successi di analoghi interventi in altri comuni, enfatizzando l’esigenza di un controllo più incisivo da parte delle forze dell’ordine. Da un punto di vista critico, è positivo che si attivino risorse straordinarie per rafforzare i pattugliamenti, ma mi chiedo se basti senza un piano a lungo termine: la percezione di insicurezza non si risolve solo con divieti, ma richiedendo un impegno condiviso tra istituzioni, residenti e associazioni locali. Altrimenti, rischiamo di spegnere i riflettori una volta calmate le acque, lasciando il territorio a se stesso.

In fondo, questa zona rossa è un’opportunità per Camposano di riscattarsi, restituendo vivibilità a spazi urbani che appartengono alla nostra comunità. Come giornalista immerso in queste dinamiche, spero che questo intervento non sia un palliativo, ma l’inizio di una rinascita: proteggere la popolazione e monitorare le aree critiche deve diventare una priorità costante, per un futuro dove le nostre strade siano davvero sicure per tutti.

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