Cronaca
Rea, il boss che dal carcere imponeva il pizzo a Casalnuovo
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La camorra a Casalnuovo: un’organizzazione criminale smantellata grazie all’impegno dei Carabinieri.
A Casalnuovo di Napoli, una potente organizzazione criminale è stata decapitata grazie all’impegno dei Carabinieri, che hanno messo in luce un vero e proprio sistema di estorsioni e controllo sul territorio. Il boss Francesco Rea, noto come “o Pagliesco”, anche se recluso, continuava a esercitare il suo potere e a impartire direttive strategiche ai suoi affiliati, utilizzando smartphone introdotti illegalmente in cella.
L’inchiesta ha documentato come Rea utilizzasse questi mezzi per mantenere i contatti e indicare gli obiettivi estorsivi, mentre Armando Tammaro, referente del gruppo criminale, e il suo zio Luigi Tammaro, supportato da altri esponenti, agivano sul territorio per riscuotere il “pizzo” e occuparsi del mantenimento degli affiliati detenuti.
Il quadro della violenza è emerso in modo plastico dalle intercettazioni telefoniche, come quando Michele Benvenuto, uno degli esecutori, si rivolge a una vittima con toni agghiaccianti, reclamando 20.000 euro: “_Pasquale, Pasquale, forse tu non hai capito qua chi comanda, forse quando io ti dico una cosa tu la prendi alla leggera… io ti ho detto che ti do 24 ore di tempo, mi devi portare i soldi… se no dove ti vedo ti vedo, ti faccio a pezzi, ogni giorno ti taglio un pezzo da dosso perché quello che fai è gravissimo, ti riempio di mazzate ti faccio fare 10 giorni di ospedale_”.
L’indagine ha anche portato al rinvenimento di un taccuino contenente una lista di esercizi commerciali affiancati da somme di denaro, confermando la portata del controllo criminale. I luoghi deputati ai summit e agli incontri con altri esponenti della criminalità organizzata erano due esercizi commerciali di Casalnuovo, entrambi in Corso Umberto I, nella zona nota come “pùtechella”: il “Bar Marina” e il negozio di telefonia “AM Informatica”, gestiti da Abramo De Vergori, che metteva a disposizione i locali e forniva al sodalizio schede telefoniche intestate a prestanome o a persone ignare.
La struttura del clan vedeva ruoli ben definiti, tutti operanti sotto la forza di intimidazione derivante dalla caratura criminale di Rea. Oltre alle estorsioni, il gruppo aveva esteso il suo controllo sul mercato degli stupefacenti, con una vera e propria escalation nell’uso della forza contro chi si azzardava a spacciare senza autorizzazione.
L’estrema violenza degli indagati è testimoniata anche dai numerosi pestaggi documentati ai danni di soggetti estranei all’organizzazione. La denuncia di una vittima di estorsione ha innescato l’indagine, che ha ricevuto un impulso decisivo dall’arresto in flagranza di reato nel settembre 2024.
La decapitazione di questa organizzazione criminale è un importante passo avanti nella lotta alla camorra a Casalnuovo, e dimostra l’impegno dei Carabinieri nel contrastare le attività illecite e proteggere i cittadini. Tuttavia, è fondamentale continuare a lavorare per prevenire la ricostituzione di simili organizzazioni e garantire la sicurezza e la legalità nel territorio.
