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Cronaca

Napoli: tassisti in sciopero, “in gioco la sopravvivenza”

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Napoli: tassisti in sciopero, “in gioco la sopravvivenza”

Napoli: il settore dei taxi si mobilita contro le ingiustizie

Il settore dei taxi di Napoli è pronto a vivere una giornata di mobilitazione senza precedenti, proclamata per giovedì 23 ottobre 2025. Lo sciopero generale, deciso all’unanimità dalle nove sigle sindacali di categoria, si annuncia come il punto di rottura dopo un lungo periodo di tensioni mai risolte. La protesta è il risultato di mesi di frustrazione e rabbia da parte dei tassisti napoletani, che si sentono con le spalle al muro contro le multinazionali e le piattaforme digitali che operano nel settore.

I motivi della protesta

Il documento che proclama lo sciopero non è un semplice elenco di lamentele, ma una vera e propria denuncia sociale che delinea un sistema al collasso. Le motivazioni della mobilitazione sono cinque punti critici che i tassisti napoletani vivono come una battaglia per la sopravvivenza:

  • La concorrenza “spietata” di multinazionali e piattaforme digitali
  • L’assalto degli abusivi, con veicoli privati che operano senza licenze, senza assicurazioni e senza controlli
  • La “violazione del principio di territorialità” da parte dei Noleggi con Conducente (NCC) provenienti da comuni limitrofi
  • L’assenza di confronto istituzionale con la dirigenza dell’Ufficio Trasporto Pubblico Locale
  • L’urgenza di un Piano del Traffico “concreto, realistico e attuabile”

La richiesta di cambiamento

Le organizzazioni sindacali parlano di una “assenza di confronto istituzionale” con la dirigenza dell’Ufficio Trasporto Pubblico Locale e chiedono non solo di riaprire il dialogo, ma una vera e propria “riorganizzazione interna” dell’ufficio stesso, ritenuto inadeguato. La categoria chiede a gran voce che il Comune si svegli e fornisca uno strumento operativo che tenga finalmente conto delle loro esigenze e di quelle del trasporto pubblico non di linea.

La protesta: una questione di dignità

Il messaggio è chiaro: il tempo delle deleghe è finito, ora tocca alla base scendere in campo in prima persona. Le modalità concrete della protesta – se si tratterà di un semplice stop delle corse o di cortei e manifestazioni di piazza – saranno definite e comunicate a breve. Quel che è certo è che Napoli, il 23 ottobre, dovrà fare i conti con la rabbia di una categoria che si sente con le spalle al muro, pronta a paralizzare le strade per urlare che il suo lavoro, la sua “dignità”, non sono in vendita.

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