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Cronaca

Piazza Municipio, dopo il Pulcinella di Pesce, arriva la Vagina: la provocazione dell’attivista

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Piazza Municipio, dopo il Pulcinella di Pesce, arriva la Vagina: la provocazione dell’attivista

L’attivista Cristina Donati Meyer ha installato una enorme vagina davanti al Pulcinella di Gaetano Pesce, come “risposta femminista” all’opera.

Una enorme vagina accanto al Pulcinella di Gaetano Pesce, l’opera in piazza del Municipio a Napoli. L’idea è stata dell’attivista milanese Cristina Donati Meyer, che quest’oggi è arrivata a Napoli per installare la sua opera accanto a quella che, per settimane, ha fatto discutere mezza Italia. Un’opera che nasce come “contestazione” e “risposta femminista” all’opera del maestro Gaetano Pesce. In tanti, turisti e cittadini, se la sono letteralmente ritrovata davanti questa mattina, e praticamente tutti hanno immortalato questa installazione che, tuttavia, non resterà a lungo: non essendo un’opera autorizzata dal Comune, con ogni probabilità verrà rimossa già nelle prossime ore. Un gesto che però resterà altamente simbolico, viste anche tutte le discussioni che l’opera di Pesce suscitò dopo l’installazione.

Il Pulcinella sarà smontato entro il 20 dicembre

In ogni caso, anche per il Pulcinella di Gaetano Pesce stanno per giungere i titoli di coda, perché il 19 dicembre sarà il suo ultimo giorno in piazza Municipio. Poi, il 20, inizierà lo smontaggio per lasciare spazio ad un nuova opera, sulla quale non si sa ancora nulla: la piazza, dunque, non resterà vuota durante il periodo natalizio. Negli scorsi giorni poco distante è stato montato invece l’albero di Natale con la carrozza trainata dalle renne, che resterà per le festività natalizie ad addobbare la piazza in attesa di una nuova opera d’arte che prenderà il posto del Pulcinella di Pesce. Sarà la quarta opera dopo i…

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Intervento dei carabinieri da Ittica Febbraro, la pescivendola più bella d’Italia su TikTok: cosa è successo

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Intervento dei carabinieri da Ittica Febbraro, la pescivendola più bella d’Italia su TikTok: cosa è successo

Sono stati i titolari della pescheria di Casoria, nella provincia di Napoli, a richiedere l’intervento dei carabinieri a causa della presenza di una troupe televisiva.

C’è stato bisogno dell’intervento dei carabinieri da Ittica Febbraro, la pescheria di Casoria, nella provincia di Napoli, in cui lavora, come ripetono tutti i video pubblicati su TikTok e sui social in generale, la pescivendola più bella d’Italia, donna Carmela, titolare dell’esercizio commerciale insieme al marito, Luigi Febbraro. Sono stati gli stessi titolari, come riferisce Febbraro, contattato telefonicamente da Fanpage.it, a richiedere, nella giornata di ieri, martedì 10 dicembre, l’intervento dei militari dell’Arma, a causa della presenza di una troupe televisiva del programma “Le Iene” che, a detta del pescivendolo, impediva il regolare svolgimento del loro lavoro.

“Mia moglie spesso fa video in cui mostra il pesce in vendita – racconta ancora Febbraro – ed evidentemente ha dato fastidio a qualcuno, a qualche animalista”. Il pescivendolo, dunque, ha richiesto l’intervento dei carabinieri perché la situazione tornasse alla normalità e tutti potessero tornare a svolgere il proprio lavoro.

Chi è la pescivendola più bella d’Italia

La pescheria Ittica Febbraro sorge, come detto, a Casoria, in via Nazionale delle Puglie. Luigi Febbraro e sua moglie Carmela, giovani e di bell’aspetto, si mostrano spesso sui social, in particolare su TikTok, dove i loro video hanno milioni di visualizzazione, mentre eseguono gag e balletti, ma soprattutto mentre mostrano il pesce in vendita nel loro esercizio commerciale. Nei video in cui compare soltanto Carmela, la…

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Investito in autostrada, Altair Iannicelli muore a 39 anni: lutto nel Napoletano, annullati gli eventi di Natale

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Investito in autostrada, Altair Iannicelli muore a 39 anni: lutto nel Napoletano, annullati gli eventi di Natale

Si chiamava Altair Iannicelli l’operaio 39enne morto dopo essere stato investito ieri, mentre lavorava sull’Autostrada A1. Lutto a Tufino, il suo paese, in provincia di Napoli: il sindaco ha annullato gli eventi natalizi.

La comunità di Tufino, piccola cittadina in provincia di Napoli, è addolorata per l’improvvisa scomparsa del suo concittadino Altair Iannicelli, 39 anni: è lui l’operaio che, nella mattinata di ieri, martedì 10 dicembre, è stato investito e ucciso mentre lavorava in un cantiere sull’Autostrada A1. L’incidente si è verificato tra Cassino e Pontecorvo, nel Lazio: per cause ancora in corso di accertamento, l’operaio è stato investito da un tir ed è morto sul colpo a causa delle gravi ferite riportate; Altair Iannicelli lascia una moglie e tre figli. Sull’incidente è stata aperta una inchiesta.

La tragica notizia, come detto, ha sconvolto la piccola comunità di Tufino, dove Altair Iannicelli era molto conosciuto. In segno di lutto, il sindaco Michele Arvonio ha annullato gli eventi previsti per il Natale, così come, nella giornata di ieri, sono state sospese tutte le attività dell’Asd Real Tufino 5, squadra dilettantistica del paese.

L’azienda: “Piena fiducia nelle autorità”

Altair Iannicelli era un dipendente diretto dell’azienda campana Edil San Felice SpA. L’azienda, in una nota, ha espresso il proprio cordoglio per la morte dell’operaio 39enne: “La Società esprime le più sentite condoglianze e profonda vicinanza alla famiglia e alle persone vicine al lavoratore coinvolto in questo tragico incidente, offrendo loro tutto il supporto possibile”.

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Incubo ruspe a Napoli: “Non basta la sanatoria, migliaia di famiglie a rischio”

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Incubo ruspe a Napoli: “Non basta la sanatoria, migliaia di famiglie a rischio”

La procura vuole abbattere il Parco Diana a Monterusciello, nonostante condoni e sanatorie. Negli appartamenti vivono sei famiglie da 30 anni.

Uno dei permessi di costruire in sanatoria ottenuti dagli abitanti del Parco Diana.

Non si fermano le ruspe in provincia di Napoli, dove migliaia di case dichiarate abusive rischiano di essere abbattute indipendentemente dai condoni o dai permessi di costruzione in sanatoria rilasciati agli abitanti (che li hanno pagati decine di migliaia di euro) dai Comuni di appartenenza. Sembra un vero e proprio cortocircuito istituzionale: da una parte la magistratura, dall’altra le amministrazioni politiche. Queste due istituzioni molto spesso non si parlano, non dialogano tra di loro ma agiscono a compartimenti stagni, ognuno secondo la propria interpretazione delle leggi e dei regolamenti. A farne le spese sono quei cittadini che hanno acquistato le case attraverso atti notarili, vale a dire validati da un pubblico ufficiale, sulle quali magari la banca ha approvato anche un muto ma che secondo la Procura vanno abbattute per le irregolarità commesse dai costruttori.

Nulla importa se chi ha sbagliato rimane impunito (dopo 30, 40 anni dalla costruzione molti costruttori sono morti) e se chi paga sono gli sfortunati cittadini che si sono incautamente fidati di notai, banche e uffici comunali. Sì, perché oltre alla validità degli atti di compravendita in cui sono enunciati anche i dati catastali degli immobili, negli anni le amministrazioni comunali, come nel caso delle abitazioni del Parco Diana, hanno rilasciato diversi documenti a tutela degli abitanti: “Abbiamo i permessi di costruzione in sanatoria –…

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