Cronaca
Bimbo investito e ucciso dall’auto al passaggio a livello a Nola, indagine per omicidio stradale
Si indaga per omicidio stradale per la morte del bambino di 10 anni travolto e ucciso da un’auto a un passaggio a livello a Nola (Napoli) il 26 dicembre; disposta l’autopsia.
Immagine di repertorio
È stata aperta una indagine per omicidio stradale sulla morte del bambino di 10 anni che ieri, 26 dicembre, è stato investito e ucciso da un’automobile a ridosso di un passaggio a livello a Nola, in provincia di Napoli; sull’accaduto indaga la Polizia di Stato, la donna alla guida del veicolo è stata identificata e denunciata dalla Polizia Locale di Nola. Sul corpo del bimbo è stata disposta l’autopsia.
Il bimbo, di origini polacche ma residente in Islanda, era nel comune del Napoletano per trascorrere le vacanze con alcuni familiari. La tragedia nel primo pomeriggio, intorno alle 14. Secondo le ricostruzioni le sbarre del passaggio a livello erano già in chiusura quando la donna alla guida dell’automobile ha tentato ugualmente di superare il varco, accelerando. Pochi metri più avanti il bimbo stava attraversando la strada insieme alla mamma, il padre e la sorellina di 13 anni. Il piccolo sarebbe scivolato e l’automobile lo avrebbe travolto, schiacciandogli la testa. L’automobilista si è fermata e ha caricato il piccolo in macchina per poi ripartire immediatamente verso l’ospedale “Santa Maria della Pietà” di Nola, ma non c’è stato nulla da fare.
Nell’ospedale nolano sono intervenuti gli agenti della Polizia Locale (diretta dal comandante Claudio Russo) per i primi accertamenti; le indagini sono in carico alla Polizia di Stato del commissariato locale. A comunicare la vicenda, ieri, era stato il presidente dell’Eav, Umberto De…
Cronaca
Finge di avere una pistola e rapina un bar a Torre del Greco, poi scappa su uno scooter rubato: arrestato 38enne
Il 38enne è stato arrestato dalla Polizia di Stato; gli agenti sono riusciti a ritrovare parte del denaro rapinato, che è stato restituito al proprietario del bar.
Immagine di repertorio
Nella mattinata di ieri, giovedì 26 dicembre, giorno festivo in cui si celebrava Santo Stefano, un uomo di 38 anni, con precedenti, è stato arrestato dalla Polizia di Stato a Torre del Greco, nella provincia di Napoli, con l’accusa di rapina aggravata e ricettazione. Nella fattispecie, i poliziotti del locale commissariato sono intervenuti in un bar in via Nazionale per la segnalazione di una rapina: giunti nell’esercizio commerciale, gli agenti, grazie alla visione dei filmati delle telecamere di videosorveglianza, hanno accertato che poco prima un uomo, con il volto travisato da uno scaldacollo, aveva minacciato una dipendente del bar e, dopo aver simulato di estrarre una pistola dalla cintura, si era impadronito dell’incasso; il malvivente era poi fuggito a bordo di uno scooter.
Le indagini, partite subito dopo l’evento, hanno consentito ai poliziotti di identificare, in tempi stretti, il motociclo utilizzato dal malvivente per scappare, poi risultato essere rubato; lo scooter si trovava sotto l’abitazione di un 38enne, sottoposto alla misura alternativa dell’affidamento in prova. Gli agenti hanno così deciso di controllare l’abitazione dell’uomo rinvenendo, tra l’ingresso e il bagno, i capi d’abbigliamento utilizzati per la rapina; inoltre, sul comò della camera da letto, è stato trovato parte del denaro asportato nel bar, che è stato restituito al legittimo proprietario.
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Cronaca
Tenta estorsione a un ormeggiatore di Nisida: ancora guai per Massimiliano Esposito, boss di Bagnoli
Massimiliano Esposito, considerato a capo dell’omonimo clan di Bagnoli e attualmente già detenuto, è stato raggiunto da una ordinanza di custodia cautelare per tentata estorsione.
Massimiliano Esposito
Una ordinanza di custodia cautelare in carcere è stata emessa dal gip del Tribunale di Napoli, su richiesta della Direzione distrettuale antimafia partenopea, nei confronti di Massimiliano Esposito, considerato a capo dell’omonimo clan di Bagnoli, area occidentale del capoluogo campano, gravemente indiziato del reato di tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso. Esposito, conosciuto anche come “Lo Scognato”, è attualmente già detenuto: resosi irreperibile nel settembre del 2024, in ottobre Esposito era stato arrestato in un albergo di Qualiano, nella provincia di Napoli.
Le indagini che hanno portato alla nuova ordinanza di custodia cautelare, eseguite dalla Squadra Mobile della Questura partenopea, hanno permesso di raccogliere a carico di Esposito gravi indizi di colpevolezza. Secondo gli inquirenti, infatti, il boss avrebbe intimato a un ormeggiatore di imbarcazioni di Nisida di corrispondergli una grossa somma di denaro per continuare a svolgere la sua attività.
Minacce e violenze per costringere l’ormeggiatore a pagare
Stando a quanto ricostruito dai poliziotti in fase di indagine, per mesi Esposito avrebbe minacciato l’ormeggiatore perché pagasse quanto richiesto. In alcuni casi, la vittima si sarebbe recata anche a casa del boss, dove avrebbe subito ulteriori minacce e anche violenze fisiche affinché versasse la somma di denaro.
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Cronaca
La campagna contro i botti illegali ricordando Aurora, Sara e Samuel, morti nell’esplosione a Ercolano
Il Comune di San Giorgio a Cremano ha deciso di ricordare i tre ragazzi morti nell’esplosione a Ercolano per sensibilizzare la cittadinanza contro l’acquisto e l’utilizzo di botti illegali a Capodanno.
Aurora Esposito, la sorella Sara e Samuel Tafciu
“I botti non fanno festa, spezzano vite”. Questo lo slogan utilizzato dal Comune di San Giorgio a Cremano, nel Napoletano, per sensibilizzare la cittadinanza contro l’acquisto e l’utilizzo di botti illegali per gli imminenti festeggiamenti di Capodanno. L’intento dell’amministrazione comunale è anche quello di ricordare Aurora e Sara Esposito, gemelle di 26 anni e Samuel Tafciu, 18 anni, i tre giovani morti lo scorso 18 novembre nell’esplosione di una fabbrica clandestina di fuochi d’artificio illegali a Ercolano. Nelle locandine che accompagnano la campagna di sensibilizzazione, infatti, si vedono tre sedie danneggiate e insanguinate con i nomi dei tre ragazzi.
“Un episodio che tocca le coscienze di tutti, ma che deve farci riflettere profondamente e in maniera concreta mettendo fine, una volta per tutte, a questa cattiva abitudine di far esplodere i botti per dare il benvenuto all’anno nuovo. Aurora, Sara e Samuel quest’anno non festeggeranno l’arrivo del 2025, perché sono morti proprio mentre preparavano quei botti che sarebbero dovuti servire per far festeggiare in modo folle qualcun altro” ha scritto sui social Giorgio Zinno, sindaco di San Giorgio a Cremano, a proposito della tragedia di Ercolano.
La campagna di sensibilizzazione contro i botti illegali del Comune di San Giorgio a Cremano
“Non possiamo permettere più – prosegue Zinno – che una festa si trasformi…