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Cronaca

Accusato di operare privatamente pazienti oncologiche: assolto il senologo del Pascale Raffaele Tortoriello

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Accusato di operare privatamente pazienti oncologiche: assolto il senologo del Pascale Raffaele Tortoriello

Il chirurgo dell’Istituto Tumori di Napoli è stato assolto con formula piena perché il fatto non sussiste. “Emersa la verità che ho sempre sostenuto” ha dichiarato Tortoriello.

Raffaele Tortoriello

Si conclude con l’assoluzione con formula piena la vicenda giudiziaria di Raffaele Tortoriello, senologo e chirurgo dell’ospedale Pascale, l’Istituto Nazionale Tumori di Napoli, accusato di concussione e falso: il medico è stato assolto dalla VII Sezione Penale del Tribunale di Napoli poiché “il fatto non sussiste”. Tortoriello era stato accusato di operare privatamente, dietro lauto compenso, in una clinica privata di Napoli, paziente oncologiche alle quali avrebbe prospettato l’impossibilità di essere operate in ospedale; nel gennaio del 2021 era finito addirittura agli arresti domiciliari perché, secondo i giudici, sussisteva il pericolo che il medico potesse inquinare le prove. Insieme a Raffaele Tortoriello, i giudici hanno assolto anche un altro medico, Rocco Cerra, che rispondeva di falso in concorso.

“Sono felice e riconoscente al collegio giudicante” ha commentato in una nota Raffaele Tortoriello, che nel processo è stato assistito inizialmente dall’avvocato Antonio Masullo e, ora, dall’avvocato Silvio Piantanida. “È stata riconosciuta – si legge ancora nella nota del chirurgo – la mia totale innocenza rispetto a quanto mi veniva imputato ristabilendo la verità che ho sempre sostenuto fin dall’inizio. Mi domando ora chi mi restituirà questi anni? Ora è il momento della felicità poi arriverà il momento della riflessione su tutto quanto mi è stato gettato addosso. Io voglio solo fare il mio mestiere, come sempre…

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Luci di Natale spente in piazza Municipio a Napoli per ricordare Santo Romano e gli altri giovani uccisi da coetanei

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Luci di Natale spente in piazza Municipio a Napoli per ricordare Santo Romano e gli altri giovani uccisi da coetanei

Domenica 22 dicembre, per 10 minuti, il Comune di Napoli spegnerà le luminarie di Natale in piazza Municipio: una iniziativa per ricordare Santo Romano e gli altri ragazzi uccisi da coetanei in città e in provincia.

Santo Romano ed Emanuele Tufano, entrambi uccisi a colpi di pistola nel 2024

Il Comune di Napoli ha accolto la richiesta della famiglia di Santo Romano: domenica 22 dicembre, per dieci minuti, dalle ore 19 alle ore 19.10, l’amministrazione comunale spegnerà le luminarie di Natale in piazza Municipio in ricordo del ragazzo di 19 anni ucciso con un colpo di pistola, lo scorso 2 novembre, a San Sebastiano al Vesuvio. Come detto, il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi ha accolto la richiesta dalla famiglia del 19enne, che si è rivolta al consigliere comunale Gennaro Demetrio Paipais: le luminarie si spegneranno in concomitanza con la manifestazione silenziosa organizzata da parenti e amici di Santo Romano in memoria del 19enne e degli altri giovani uccisi in città e in provincia negli ultimi mesi da coetanei, vittime di della violenza giovanile; il corteo partirà da via Acton e si concluderà, appunto, in piazza Municipio.

Santo Romano, Arcangelo Correra, Emanuele Tufano e gli altri ragazzi uccisi Arcangelo Correra

Arcangelo Correra

La manifestazione di domenica, come detto, vuole ricordare non solo Santo Romano, ma tutti i giovani uccisi da coetanei, in una spirale di violenza giovanile che sembra aver colpito Napoli negli ultimi mesi. Soltanto tra la fine di ottobre e l’inizio di novembre 2024, sono stati tre i ragazzi uccisi per mano di coetanei. Il 24 ottobre, Emanuele Tufano, 15 anni, è stato ucciso nella zona di piazza Mercato a…

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Falsi referti medici negli ospedali di Marcianise e Maddaloni per truffare le assicurazioni: 22 arresti

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Falsi referti medici negli ospedali di Marcianise e Maddaloni per truffare le assicurazioni: 22 arresti

I carabinieri hanno sgominato una organizzazione dedita alle truffe alle assicurazioni, grazie a medici compiacenti che redigevano falsi certificati per falsi incidenti: 22 arresti tra Caserta e Napoli, sequestrati 600mila euro.

Falsi certificati medici per attestare false ferite a suffragio di falsi incidenti stradali, tutto per truffare le assicurazioni e incassare indebitamente il risarcimento: sono 22 gli arresti dei carabinieri tra le province di Caserta e Napoli (più un altro soggetto con obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria) per associazione a delinquere finalizzata alla corruzione, falso, truffa, corruzione in atti giudiziari, produzione ed utilizzo di documenti contraffatti al fine di conseguire indebitamente somme di denaro a titolo risarcitorio da compagnie assicurative a fronte di sinistri stradali mai avvenuti; contestualmente, sono stati sequestrati anche 600mila euro a carico di due medici indagati.

Le indagini dei carabinieri del Nucleo Investigativo di Aversa e del NAS di Caserta hanno rivelato che l’organizzazione era solita inviare soggetti perfettamente sani nei Pronto Soccorso degli ospedali di Marcianise e Maddaloni. Qui, medici compiacenti, dietro pagamento di somme di denaro, rilasciavano falsi referti attestanti false lesioni, al di fuori dei circuiti telematici previsti dall’Asl; un infermiere in servizio presso la Direzione Sanitaria dell’ospedale di Marcianise, poi, provvedeva a dichiarare conformi tali certificati, così che potessero superare le analisi delle agenzie investigative incaricate dalle compagnie assicurative che avrebbero dovuto pagare il risarcimento.

Ancora, l’attività…

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Muore per una trasfusione di sangue infetto, lo Stato risarcisce gli eredi di 750mila euro

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Muore per una trasfusione di sangue infetto, lo Stato risarcisce gli eredi di 750mila euro

Un pensionato di Avellino contrasse l’epatite C dopo una trasfusione di sangue infetto, lo Stato condannato a pagare gli eredi con 750mila euro.

Immagine di repertorio

Aveva contratto l’epatite C dopo una trasfusione di sangue infetto: ora però lo Stato dovrà risarcire gli eredi dell’uomo, morto nel 2019, con 723mila euro. Lo ha stabilito la VI Sezione Civile del Tribunale di Napoli, dopo un lungo iter processuale. La condanna è arrivata ieri 18 dicembre: il Ministero della Salute dovrà pagare 723mila euro più interessi a titolo di danno da perdita del rapporto parentale da ripartirsi tra i due figli e la nipote dell’uomo.

La vittima è un pensionato di Avellino che, nel 1967, venne ricoverato nell’ospedale Cardarelli di Napoli per un intervento al cuore con conseguente trasfusione di sangue, poi rivelatosi infetto. In seguito a quell’evento, l’uomo risultò contagiato da HCV epatite virale di tipo C e, nel 2019, morì per epatocarcinoma. L’anno dopo gli eredi si rivolsero all’associazione “Tribunale per il diritto del malato” di Acerra, in provincia di Napoli: l’avvocato Maurizio Albachiaro, esperto in materia, avvio così il procedimento giudiziario nei confronti del Ministero della Salute per la richiesta dei danni subiti in vita dal proprio familiare e per il danno da perdita del rapporto parentale. E ieri, la sentenza di condanna nei confronti dello Stato. “Questa sentenza rappresenta una delle battaglie vinta dallo studio Albachiara, in sinergia con Cittadinanzattiva Campania e con il Tribunale per il diritto del malato”, ha commentato l’avvocato Albachiara, “la soddisfazione sta nel fatto che oltre ai familiari è stata…

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