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Cronaca

Neres rapinato in inglese. Tra i complici due dipendenti Asia, i vestiti nel camion dei rifiuti

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Neres rapinato in inglese. Tra i complici due dipendenti Asia, i vestiti nel camion dei rifiuti

Dopo la rapina al calciatore David Neres i tre criminali sono stati aiutati da due dipendenti dell’Asia, uno dei quali è il padre di uno degli indagati.

I rapinatori ripresi senza scarpe dalle telecamere

Ad aiutare i criminali che hanno rapinato l’orologio da oltre 100mila euro al calciatore David Neres sono stati due dipendenti dell’Asia, l’azienda che si occupa della raccolta rifiuti a Napoli: il primo, padre di uno dei tre, ha recuperato il gruppetto dopo il raid e si è disfatto dei vestiti e dei caschi, consegnandoli a un suo collega che era al lavoro. Il particolare emerge dall’ordinanza che ha portato in carcere tre persone, eseguita dai carabinieri: gli indagati sono Gianluca Cuomo, detto ‘o chiatto, Giuseppe Vitale, detto ‘o Lobo, e Giuseppe Vecchio, tutti residenti nel Rione Lauro, a Fuorigrotta.

La rapina al calciatore in inglese

Nella denuncia sporta presso la Polizia di Stato l’attaccante brasiliano aveva raccontato che il criminale si era rivolto a lui in inglese. Evidentemente i criminali avevano scelto di usare quella lingua per evitare di perdere tempo. A quel tempo il calciatore era arrivato a Napoli da pochissime settimane, tanto che, scrive il gip nell’ordinanza, “questo era, in pratica, il deprecabile comitato d’accoglienza con cui gli sconosciuti davano il benvenuto al calciatore a nome dei napoletani”.

Il minivan del calciatore seguito dai rapinatori davanti allo stadio Maradona

Il minivan del calciatore seguito dai rapinatori davanti allo stadio Maradona

Neres era stato bloccato in via Nino Bixio, dopo la partita tra Napoli e Parma al Maradona; i rapinatori avevano affiancato il suo minivan, avevano mandato in frantumi il finestrino e, puntandogli la pistola all’addome, lo avevano…

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Picchiano un 18enne con il suo stesso casco per prendergli la moto: nei guai tre giovani nel Napoletano

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Picchiano un 18enne con il suo stesso casco per prendergli la moto: nei guai tre giovani nel Napoletano

Per un 26enne, un 20enne e un 19enne è scattata la misura dell’obbligo di dimora. I tre, lo scorso 22 aprile, a Sant’Antonio Abate, hanno aggredito un 18enne allo scopo di rapinarlo della sua moto.

Tre giovani nei guai a Sant’Antonio Abate, nella provincia di Napoli: si tratta di un 26enne, un 20enne e un 19enne, nei confronti dei quali, come disposto dalla Procura di Torre Annunziata, è scattato l’obbligo di dimora: i tre sono accusati, in concorso, di lesioni personali aggravate, mentre a due di loro viene contestata anche la tentata rapina, nei confronti di un 18enne. Per il 19enne e il 26enne, inoltre, è stato disposto anche che non si allontanino dalle rispettiva abitazioni tra le ore 20 e le ore 7 del giorno successivo.

I fatti sono avvenuti lo scorso 22 aprile a Sant’Antonio Abate quando i tre, insieme a un minorenne, avrebbero aggredito il 18enne, colpendolo con calci e pugni e poi picchiandolo con il suo stesso casco, che gli era stato strappato dalle mani, nel tentativo di rubargli la motocicletta. Tuttavia, la reazione del 18enne e l’intervento di un amico e di un passante, aveva fatto sì che i tre giovani desistessero dal tentativo di rapina e si dessero alla fuga.

Le successive indagini, condotte dai carabinieri e coordinate dalla Procura oplontina, si sono avvalse delle immagini telecamere di videosorveglianza della zona e delle testimonianze delle persone coinvolte e hanno permesso di pervenire all’identità dei tre giovani, nei confronti dei quali è scattata oggi la misura cautelare dell’obbligo di dimora.

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Detenuto di 28 anni napoletano trovato impiccato nel carcere di Poggioreale: “Terribile tragedia”

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Detenuto di 28 anni napoletano trovato impiccato nel carcere di Poggioreale: “Terribile tragedia”

Detenuto 28enne del Napoletano morto suicida nel carcere di Poggioreale. Il sottosegretario Ferrante: “Terribile tragedia”. L’Ordine dei Medici: “Bisogna migliorare le condizioni di vita nelle carceri”

Immagine di repertorio

Un detenuto di 28 anni napoletano è stato ritrovato impiccato nel carcere di Poggioreale a Napoli. È il quarto detenuto a togliersi la vita nel 2024 nell’istituto penale partenopeo, l’undicesimo in tutta la regione Campania. A denunciare l’accaduto è Samuele Ciambriello, Garante dei Detenuti della Campania. “Il sistema penitenziario – dice Ciambriello – è sull’orlo del baratro, una strage continua ma la politica tace ed è assente. Nessun argine da provvedimenti governativi o parlamentari, solo populismo mediatico e penale anche contro la dignità delle persone detenute, dei diversamente liberi. Celle sovraffollate e tensione alle stelle, condizioni difficili che favoriscono atti di autolesionismo, scioperi della fame, scioperi sanitari. Nessun commento pubblico sui suicidi di Stato, che interrogano anche l’opinione pubblica”.

“Sono 81 in tutta Italia – prosegue Ciambriello – con il carcere di Prato e quello di Poggioreale al primo posto per numero di detenuti che si sono tolti la vita. Dall’inizio dell’anno ad oggi  sono 1.842 i tentativi di suicidio, 11.503 gli atti di autolesionismo. Tra gli 81 detenuti che si sono suicidati l’età media è di 40 anni, tra questi 8 avevano un’età compresa tra i 18 e 25 anni. Ci sono omissioni di Stato, questi suicidi e gli atti di autolesionismo e le proteste rilevano un quadro inquietante che è sotto gli occhi di tutti. Indignarsi non basta più”.

Il…

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Furto in un bar a Casoria, è la settima volta: “Siamo stanchi, vogliamo sicurezza”

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Furto in un bar a Casoria, è la settima volta: “Siamo stanchi, vogliamo sicurezza”

Settimo colpo in meno di cinque anni al “I Toraldo cafè-bistrot” di Casoria. Il proprietario a Fanpage.it “Non ne possiamo più, ci sentiamo abbandonati”.

Immagine

“Non ce la facciamo più”. Con poche parole a Fanpage.it, il titolare de “I Toraldo cafè-bistrot”, che si trova al civico 292 di via Nazionale delle Puglie a Casoria, in provincia di Napoli, ha commentato il furto avvenuto nel suo locale la scorsa notte: il settimo colpo, di cui quattro tentati, da quando il locale ha aperto, appena cinque anni fa. L’ultimo risaliva all’11 novembre di un anno fa, quando un uomo con piede di porco e torcia aveva cercato di scardinare l’ingresso, danneggiando anche la porta in vetro.

“Non ne possiamo più, ci sentiamo abbandonati”, ha spiegato Vincenzo Toraldo, proprietario del locale, a Fanpage.it, “la situazione è diventata insostenibile”. Il danno economico è ancora da quantificare: ma oltre alle bottiglie trafugate, i danni maggiori li hanno riportati le vetrate sfondate e mandate in frantumi, e che dovranno essere sostituite, nonché delle suppellettili travolte dalla furia dei banditi. Nelle immagini dell’impianto di videosorveglianza interne, si vedono i ladri arrivare a bordo di un’automobile, dalla quale escono in quattro, mentre uno resta all’interno della vettura. Uno di loro frantuma il vetro del locale in una ventina di secondi, e in tre fanno irruzione, arraffando il possibile, tra cui bottiglie dal bancone, e poi riscappare dalla vetrata distrutta, salire in macchina e ripartire…

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