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Cronaca

La camorra controllava gli appalti pubblici a Pagani: 8 arresti. Il clan ha provato anche a pilotare le elezioni

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La camorra controllava gli appalti pubblici a Pagani: 8 arresti. Il clan ha provato anche a pilotare le elezioni

Il clan Fezza-De Vivo, operante a Pagani, si era infiltrato nell’amministrazione comunale, grazie alla complicità di un politico e imprenditore locale, controllando alcuni appalti in città. Il clan ha provato a condizionare anche le elezioni, imponendo il voto dei propri candidati.

L’ombra della camorra era ben ammantata sul Comune di Pagani, nella provincia di Salerno, tanto da controllarne la gestione di molti appalti pubblici: questa mattina, i carabinieri del Reparto Territoriale di Nocera Inferiore, su richiesta della Direzione distrettuale antimafia di Salerno, hanno arrestato 8 persone (3 in carcere, 5 agli arresti domiciliari), indagate a vario titolo di condizionamento elettorale mediante minaccia, falso ideologico, turbata libertà degli incanti, frode nelle pubbliche forniture, corruzione e favoreggiamento personale; tutti i reati sono aggravati dalla finalità di agevolare il clan Fezza-De Vivo, operante a Pagani e nelle aree limitrofe.

Secondo le risultanze investigative degli inquirenti, il clan era riusciti a infiltrarsi nel tessuto amministrativo ed economico del Comune di Pagani, grazie alla complicità dell’imprenditore Alfonso Marrazzo – per 20 anni consigliere comunale e fino al 2016 assessore all’Ambiente, già condannato in primo grado per concorso esterno in associazione mafiosa – e della cooperativa PE.DE.MA., di cui era presidente. In particolare, Marrazzo e la sua cooperativa riuscivano a ottenere, in maniera illegittima, appalti pubblici comunali, come ad esempio la gestione del…

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Incendia un bar in centro a Gragnano, ma si brucia le mani: 19enne arrestato grazie alle ustioni

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Incendia un bar in centro a Gragnano, ma si brucia le mani: 19enne arrestato grazie alle ustioni

Il giovane è accusato di aver dato fuoco, nella notte di ieri, a un bar in centro a Gragnano, nella provincia di Napoli. Quando i carabinieri si sono presentati a casa sua, gli ha sguinzagliato contro due grossi cani.

Sono state le ustioni riportate alle mani a incastrare un ragazzo di 19 anni – R.M. le sue iniziali – arrestato con l’accusa di aver dato fuoco, nella notte di ieri, a un bar in pieno centro a Gragnano, nella provincia di Napoli. Grazie alla visione delle immagini delle telecamere di videosorveglianza della zona, i carabinieri della locale stazione, unitamente a quelli del Nucleo Radiomobile della compagnia di Castellammare di Stabia, sono riusciti a identificare il 19enne e si sono presentati nella sua abitazione.

Il ragazzo ha sguinzagliato due cani contro i carabinieri

Prima di arrivare ad avere un confronto con il 19enne, però, i militari dell’Arma hanno dovuto superare due grossi cani, che il ragazzo gli aveva sguinzagliato contro come deterrente. Una volta superati gli animali, i carabinieri hanno notato che il giovane aveva ustioni sulle mani, ma anche sulle braccia; nel corso della perquisizione, inoltre, i militari hanno rinvenuto e sequestrato una pistola scacciacani parzialmente bruciata e due proiettili calibro 7,65. Al termine del controllo, pertanto, il 19enne è stato arrestato per incendio doloso, minaccia, resistenza a pubblico ufficiale e detenzione abusiva di armi.

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I trucchi dello spacciatore per nascondere la droga: finte lattine e tacchi delle scarpe modificati

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I trucchi dello spacciatore per nascondere la droga: finte lattine e tacchi delle scarpe modificati

I carabinieri hanno arrestato un 56enne a Caivano (Napoli): è stato trovato in possesso di diverse dosi di cocaina, alcune delle quali erano in nascondigli ricavati in oggetti e abiti.

Per conservare gli stupefacenti da vendere, tenerli a portata di mano ma minimizzare i rischi, si era inventato due nascondigli ad hoc: uno era una lattina modificata, l’altro era un doppiofondo nelle scarpe. Stratagemma scoperto dai carabinieri, che hanno stretto le manette ai polsi di Alfonso Natale, 56enne di Caivano già noto alle forze dell’ordine; l’uomo, nelle cui disponibilità sono state trovate diverse dosi di cocaina, è stato portato in carcere, in attesa di giudizio, con l’accusa di detenzione di droga ai fini di spaccio.

L’arresto è scattato nel corso di un controllo predisposto dal Comando Provinciale di Napoli nel comune della periferia Nord di Napoli, parte del piano di servizi messo a punto per contrastare il traffico di stupefacenti. Natale si trovava tra le strade del centro storico quando è incappato nei militari. Apparentemente, era “pulito”: nelle tasche non aveva nulla. Quando i carabinieri hanno controllato la lattina che aveva tra le mani, però, hanno scoperto il primo nascondiglio: era finta, era stata modificata per contenere le dosi di stupefacenti all’interno di un doppio fondo.

Il secondo nascondiglio era stato invece ricavato nella suola di una scarpa: il tacco era stato staccato e svuotato, in modo da creare uno spazio molto piccolo ma sufficiente per nascondere qualche dose di cocaina nella speranza di superare indenne un eventuale controllo. Complessivamente, nel corso delle perquisizioni, i carabinieri hanno…

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Esplosione ad Ercolano, l’indagato al gip: “Io non c’entro niente”. Oggi l’autopsia per le tre vittime

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Esplosione ad Ercolano, l’indagato al gip: “Io non c’entro niente”. Oggi l’autopsia per le tre vittime

Pasquale Punzo, indagato per la morte di Sara e Aurora Esposito e di Samuel Tafciu, di fronte al gip si è detto estraneo alla vicenda. Oggi ci sarà l’autopsia sulle vittime.

Le operazioni di bonifica nell’immobile esploso ad Ercolano

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Nella vicenda dell’esplosione della fabbrica di fuochi di Ercolano (Napoli) in cui hanno perso la vita tre ragazzi lui non c’entra niente, non ha nulla a che fare con quell’attività. È quello che ha detto al gip durante l’udienza di convalida Pasquale Punzo, il 38enne indagato, accompagnato in carcere in esecuzione del fermo emesso dalla Procura e notificato dai carabinieri. Il fascicolo è affidato ai sostituti procuratori Stella Castaldo e Vincenzo Toscano, le accuse contestate all’indagato sono di omicidio volontario plurimo con dolo eventuale, detenzione e fabbricazione di materiale esplodente non convenzionale e caporalato. Oggi si terrà l’autopsia sui corpi delle tre vittime: il 18enne albanese Samuel Tafciu e le gemelle 26enni Sara e Aurora Esposito. Il punto dell’innesco dello scoppio è stato localizzato durante le operazioni di bonifica, ancora in corso: si è formato un cratere.

La difesa di Punzo: “Io non c’entro nulla”

Il 38enne si è avvalso della facoltà di non rispondere ma ha rilasciato dichiarazioni spontanee al gip. Si è dichiarato totalmente estraneo all’intera vicenda, sostanzialmente negando tutte le accuse che gli sono state rivolte dai familiari delle vittime quando sono stati ascoltati dai magistrati: secondo i racconti della madre delle gemelle, delle altre due…

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