Cronaca
Il boss detenuto telefona dal carcere: “Pensi che sia morto? Paga 3mila euro a settimana o ti uccidiamo”
Emanuele Marsicano, a capo dell’omonimo clan di Pianura, avrebbe continuato a fare estorsioni anche dal carcere, usando un telefono. Stamattina il blitz: 15 arresti.
Immagine di repertorio
“Pensi che io sia morto? Io ci sono sempre, devi pagare 3mila euro a settimana, oppure 50mila euro adesso e te ne vai da Pianura subito, altrimenti ti uccidiamo”: con queste parole Emanuele Marsicano, baby boss dell’omonimo clan del quartiere di Napoli Ovest, avrebbe minacciato Salvatore D’Anna, detto “Il Visionario”, gestore di una piazza di spaccio. La circostanza è agli atti nell’ordinanza eseguita questa notte dalla Squadra Mobile di Napoli, i due sono tra i 15 destinatari. Le indagini erano partite a seguito dell’omicidio di Andrea Covelli, fratello di un affiliato al clan Carillo-Perfetto, e hanno portato in manette i reduci dei due clan scampati agli arresti nel blitz del luglio 2022.
La minaccia del boss Marsicano in videochiamata dal carcere
È lo stesso D’Anna, si legge nell’ordinanza, a parlare della minaccia a una pattuglia dei carabinieri che incrocia tra le strade di Pianura. È il 6 ottobre 2022, i militari stanno pattugliando via Torricelli con un’auto civetta, si rendono conto di essere seguiti da una bicicletta, in sella c’è un adolescente, fratello di un pregiudicato vicino ai Marsicano. D’Anna ferma la pattuglia e chiede in tono ironico se in carcere si possa usare il telefono, per poi aggiungere: la sera prima aveva parlano in videochiamata con Emanuele Marsicano, detenuto, che lo aveva minacciato. A portargli il telefono, spiega, era stato quel ragazzo in bicicletta.
Blitz a Pianura, 15 arresti nella notte
Le indagini che…
Cronaca
Esplosione a Ercolano, indagata anche l’ex del proprietario della casa. Mercoledì le autopsie sulle 3 vittime
Oltre al proprietario della casa, trasformata in fabbrica abusiva di fuochi d’artificio, in cui si è verificata l’esplosione lo scorso 18 novembre, è indagata anche l’ex compagna. Mercoledì prossimo le autopsie sui corpi delle tre vittime.
Aurora Esposito, la sorella Sara e Samuel Tafciu
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Il fascicolo d’indagine sull’esplosione di una casa a Ercolano, trasformata in una fabbrica abusiva di fuochi d’artificio, che lo scorso 18 novembre ha provocato la morte delle sorelle gemelle Sara e Aurora Esposito, 26 anni, e di Samuel Tafciu, 18 anni, è passato alla Sezione “Lavoro e colpe professionali” della Procura di Napoli. E, insieme al proprietario dell’abitazione, indagato per omicidio colposo plurimo aggravato e per detenzione illecita di materiale esplodente, è stata iscritta nel registro degli indagati anche l’ex compagna dell’uomo, madre della ragazzina di 13 anni a cui è formalmente intestato l’immobile. Intanto, mercoledì 27 novembre, al Secondo Policlinico di Napoli, si svolgeranno le autopsie sulle salme delle tre vittime. Successivamente, i corpi potrebbero essere consegnati alle rispettive famiglie, che potranno poi procedere con i funerali.
Il 38enne era tornato in possesso della casa un anno fa
Lo stesso appartamento in contrada Patacca, ora tristemente noto per l’esplosione e la morte dei tre giovani, nell’estate del 2023, poco più di un anno fa, era stato al centro di un’altra storia. Proprio il proprietario ora indagato lamentava di aver acquistato l’abitazione e di essere incapacitato a prenderne…
Cronaca
Terremoto Campi Flegrei oggi: sciame sismico nell’area della caldera
Nell’area tra Pozzuoli e il versante occidentale di Napoli è in atto uno sciame sismico: sono già 14 i terremoti registrati nei Campi Flegrei nella serata odierna.
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La scossa che si è verificata alle 18.33 di oggi nei Campi Flegrei – quasi in concomitanza con un terremoto sul Vesuvio – non è stata purtroppo un caso isolato: uno sciame sismico è in corso nella caldera del supervulcano, tra Pozzuoli e il versante occidentale di Napoli. Il Comune di Pozzuoli, infatti, ha informato la cittadinanza che, nella serata di oggi, lunedì 25 novembre, sono già 14 le scosse di terremoto che si sono susseguite: la più intensa ha avuto una magnitudo di 2.2 della scala Richter. Scrive l’amministrazione flegrea:
L’Osservatorio Vesuviano ha comunicato a questa amministrazione che a partire dalle ore 17:52 (UTC 16:52 del 25.11.2024) è in corso una sequenza di eventi sismici nell’area dei Campi Flegrei. All’orario di emissione del presente comunicato sono stati rilevati in via preliminare 14 terremoti con magnitudo Md≥ 0.0 (2 localizzati) e magnitudo massima Md=2.2± 0.3
Il post pubblicato sui social dal Comune di Pozzuoli prosegue:
L’evento più significativo, localizzato nei pressi di via Cupa Cigliano si è prodotto alle 18:32 ora locale (UTC 17:32) alla profondità di 2.7 km con magnitudo Md=2.2± 0.3. L’evento potrebbe essere stato accompagnato da un boato avvertito dagli abitanti delle aree prossime all’epicentro
In conclusione, l’amministrazione guidata dal sindaco Gigi Manzoni scrive:
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Cronaca
“Farò Pianura come Bagdad. Fate come dico o vi ammazzo tutti”, le minacce del boss dal carcere
Emanuele Marsicano, dal carcere, ordina ai suoi affiliati di seguire i suoi ordini, altrimenti ucciderà tutti. L’intercettazione nell’ordinanza da 15 arresti eseguita oggi dalla Squadra Mobile.
“Se non mantenete la mia linea, quando esco da qui… io ho conservato tutto, a me ne basta una sola, con 15 botte (proiettili, ndr)”. E ancora: “Farò Pianura come Bagdad”. È il 31 dicembre 2022, a parlare è Emanuele Marsicano, all’epoca detenuto e ritenuto a capo dell’omonimo clan di Pianura. L’intercettazione è agli atti nell’ordinanza eseguita oggi dalla Squadra Mobile: 15 arresti, per la maggior parte reduci del suo gruppo criminale. Marsicano, che all’epoca ha 25 anni, è convinto di tornare in libertà al massimo in 15 anni e pretende che gli affiliati eseguano i suoi ordini, altrimenti ucciderà anche loro. E si lascia andare a riferimenti all’omicidio di Andrea Covelli, ucciso e il cui corpo è stato ritrovato in un’area di campagna.
Il boss dal carcere: “Se non esco, dico: uccidete tutti”
L’interlocutore, che ha ricevuto il telefono da Antonio Gaetano alias Biscotto (che morirà poi per le conseguenze di un agguato tre mesi dopo), cerca di rassicurarlo, gli assicura che gli farà arrivare un “regalo”. Il dialogo è una sfilza di minacce in crescendo.
Il ragazzo, che evidentemente può disporre di un telefono cellulare e che avrebbe usato anche per imporre estorsioni, ribadisce più volte di essere il padrone di Pianura (“Questa è casa mia”) e si lamenta del fatto che, mentre lui è in carcere, gli altri stiano guadagnando (“Io non sono lo scemo di qualcuno di loro, che io faccio i guai e voi vi dovete chiavare i soldi in tasca,…