Cronaca
I punti ancora oscuri dell’omicidio Vassallo: non si sa ancora chi sparò al sindaco. Il gip: “Clima omertoso”
A distanza di 14 anni, e dopo 4 arresti, non si chiudono le indagini sulla morte del “sindaco pescatore”: gli inquirenti non hanno individuato gli esecutori materiali.
Angelo Vassallo
Ricostruiti (anche se non completamente) gli scenari, i retroscena e il contesto, ma nelle indagini sulla morte di Angelo Vassallo, il “sindaco pescatore”, resta ancora un grande interrogativo: non sono stati individuati gli autori materiali dell’omicidio, ovvero chi materialmente fece fuoco nella serata del 5 settembre 2010. È un aspetto su cui il gip che ha firmato l’ordinanza si è soffermato più volte, lasciando intendere che l’inchiesta non si chiude con l’arresto dei quattro indagati.
Il colonnello Cagnazzo tra i quattro arrestati
Gli arresti sono scattati ieri mattina, 7 novembre. Destinatari dell’ordinanza della Procura di Salerno, emessa a seguito delle indagini dei carabinieri del Ros di Roma, sono il colonnello Fabio Cagnazzo, l’ex carabiniere Lazzaro Cioffi (già condannato a 15 anni per droga), l’imprenditore Giuseppe Cipriano e Romolo Ridosso, collaboratore di giustizia e figlio del boss del clan omonimo attivo a Scafati (Salerno).
L’accusa contestata a Cagnazzo è di omicidio volontario in concorso aggravato per avere agevolato un clan e per coprire un altro reato; il riferimento è a un traffico di droga, nel quale i due carabinieri sarebbero stati coinvolti, e che il sindaco Vassallo aveva scoperto e che voleva denunciare. Secondo le dichiarazioni del collaboratore di giustizia Eugenio D’Atri, Cagnazzo avrebbe…
Cronaca
Incendia le auto della moglie e della suocera, ma perde il cellulare nella fuga: 37enne arrestato a Giugliano
Un uomo di 37 anni è stato arrestato dai carabinieri a Giugliano, nella provincia di Napoli, dopo aver dato fuoco alle automobili della moglie e della suocera; l’uomo è stato rintracciato poiché nella fuga ha perso il cellulare.
Immagine di repertorio
Ha dato fuoco alle automobili della moglie e della suocera. Ma, durante la fuga, ha perso il cellulare, grazie al quale i carabinieri sono riusciti a risalire a lui: a Giugliano, nella provincia di Napoli, un uomo di 37 anni è stato arrestato nella serata di ieri, domenica 1 dicembre, per maltrattamenti in famiglia e danneggiamento seguito da incendio.
I carabinieri della Sezione Radiomobile della locale compagnia, grazie anche alla testimonianza delle vittime, sono riusciti a ricostruire quanto accaduto. Il 37enne, insieme a moglie e figli, avrebbe assistito a una partita di calcetto del figlio maggiore. Durante il match, l’uomo avrebbe alzato troppo il gomito, così alcuni conoscenti lo hanno convinto a far guidare la moglie. Durante il tragitto verso casa, però, il 37enne, nonostante la presenza dei figli di 8 e 3 anni, ha insultato e minacciato la donna.
Una volta giunti a casa, temendo di essere aggredita, la donna ha lasciato il marito ed è fuggita altrove. In tutta risposta, l’uomo ha dato fuoco all’auto della moglie e a quella della suocera, poi si è allontanato, facendo perdere le sue tracce. Nella fuga, però, il 37enne ha perso il telefonino, ritrovato dai carabinieri durante le operazioni di spegnimento degli incendi: sul cellulare tanti i messaggi inviati alla moglie, tra i quali anche minacce. I militari dell’Arma hanno rintracciato l’uomo e lo hanno arrestato: il…
Cronaca
Gennaro Giordano morto suicida a 39 anni a Napoli. Il papà: “Discriminato al lavoro perché gay, indagate”
Il papà di Gennaro Giordano, morto suicida esattamente un anno fa, chiede verità e giustizia per il figlio. Il 39enne ha lasciato 5 lettere alla famiglia per spiegare le motivazioni del suo gesto. Sulla vicenda indaga la Procura di Torre Annunziata.
Gennaro Giordano
Chiede che emerga la verità e sia fatta giustizia per suo figlio, Gennaro Giordano, 39enne morto suicida esattamente un anno fa, il 2 dicembre del 2023, a Napoli. Secondo Armando Giordano, papà del 39enne, che ha sporto denuncia alle autorità, Gennaro si sarebbe lanciato nel vuoto quella tragica sera di 365 giorni fa poiché vittima di pressioni psicologiche e discriminazioni sul luogo di lavoro per la sua omosessualità. Ad avvalorare questa ipotesi ci sono 5 lettere che Gennaro Giordano ha lasciato ai familiari, spiegando le motivazioni dietro il suo gesto e facendo anche i nomi di chi lo osteggiava e discriminava sul posto di lavoro. Dopo la denuncia presentata dal papà del 39enne, la Procura di Torre Annunziata indaga sull’accaduto; nella città oplontina, infatti, Gennaro Giordano lavorava.
Nelle lettere lasciate da Gennaro Giordano i nomi di chi lo discriminava
“Mi sento un peso per la mia famiglia e per le persone che mi stanno attorno, tutto questo è cominciato con la situazione lavorativa in cui mi trovo, dove mi sento perseguitato h24” avrebbe scritto Gennaro Giordano in una delle cinque lettere lasciate alla famiglia e ritrovate in seguito al suicidio. Nelle missive, il 39enne, tra le altre cose, spende parole d’amore per i genitori e i fratelli, affidandogli la cura dei suoi due cani, ma lancia anche accuse: “Non datevi colpe, sono io, entrato in un loop…
Cronaca
Ragazzino abbatte il cedro libanese all’Orientale: a Napoli già iniziati i furti di alberi per i cippi di Sant’Antonio
L’albero, che sorgeva al centro di Largo San Giovanni Maggiore, nel cuore di Napoli, è stato abbattuto da un ragazzino, come si vede in un video pubblicato sui social.
A Napoli sembrerebbe essere già entrata nel vivo la triste stagione, che solitamente inizia in concomitanza con le festività natalizie, dei furti di alberi e, più in generale, di legname, in vista dei cosiddetti “cippi di Sant’Antonio”, i falò che si accendono in quasi tutta la città il 17 gennaio. È accaduto infatti che, nelle scorse sere, un ragazzino abbia abbattuto il cedro libanese che sorgeva in Largo San Giovanni Maggiore, che a Napoli viene molto più semplicemente indicato come “fuori all’Orientale” (per la presenza di Palazzo Giusso, una delle storiche sedi dell’Ateneo, ndr), nel cuore della città. In un video, pubblicato sui social, si vede un ragazzino avvicinarsi all’albero, appendervisi e poi prenderlo a calci; il tronco alla fine si spezza, tra le risate generali.
Anche il precedente cedro libanese era stato abbattuto
Una storia travagliata quella dei cedri libanesi il Largo San Giovanni Maggiore: anche il precedente albero, della stessa specie, che sorgeva nello spiazzo antistante Palazzo Giusso, infatti, era stato abbattuto, anche se, in quel caso, non si era trattato di un atto vandalico. Il grosso albero, in quella occasione – stiamo parlando del 2013 – fu abbattuto probabilmente per questioni di sicurezza, dal momento che qualche giorno prima, in via Aniello Falcone, un albero era caduto su un’automobile in transito, uccidendo la 40enne Cristina Alongi. Il cedro libanese era stato dunque successivamente ripiantato e stava crescendo,…