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Cronaca

Droga spacciata tra le province di Avellino e Caserta: arrestate 15 persone all’alba.

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Droga spacciata tra le province di Avellino e Caserta: arrestate 15 persone all’alba.

Alle prime luci di questa mattina, un’operazione significativa ha avuto luogo tra le province di Avellino e Caserta, conducendo all’arresto di 15 persone. Questi individui sono pesantemente sospettati di essere coinvolti nella detenzione e cessione illecita di sostanze stupefacenti. La vasta operazione è stata orchestrata dai carabinieri del Comando Provinciale di Avellino, sotto la diretta disposizione del giudice per le indagini preliminari del Tribunale irpino.

Cooperazione tra forze dell’ordine

Durante l’operazione, oltre all’esecuzione degli arresti, i carabinieri stanno effettuando numerose perquisizioni. Fondamentale è stata la collaborazione con i militari dell’Arma del Nucleo Cinofili di Sarno, unitamente all’ausilio di un velivolo del 7° Nucleo Elicotteri di Pontecagnano, che ha permesso un controllo a più ampio raggio delle aree interessate.

Immagine dell’Operazione

Riservatezza sui dettagli

Nonostante questi successi iniziali, i dettagli specifici dell’operazione rimangono riservati al pubblico. Le autorità continuano a lavorare per garantire che tutti gli aspetti legali e investigativi siano rispettati in questa fase cruciale dell’operazione di sicurezza.

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Cronaca

Cinque persone arrestate nel clan Gionta a Torre Annunziata.

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Cinque persone arrestate nel clan Gionta a Torre Annunziata.

I cinque indagati avrebbero costretto la dirigenza di una squadra di calcio del territorio a pagare 3mila euro al clan per continuare l’attività sportiva.

Perfino la squadra di calcio doveva pagare la camorra per poter continuare la propria attività sportiva. Questa mattina, a Torre Annunziata, nella provincia di Napoli, i carabinieri del Gruppo locale, su richiesta della Direzione distrettuale antimafia partenopea, hanno eseguito una ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di cinque persone, indiziate, a vario titolo, di estorsione e usura aggravati dal metodo mafioso e dalle finalità di agevolare il clan Gionta, operante proprio a Torre Annunziata e nelle zone limitrofe.

L’azione della Direzione Distrettuale Antimafia

Stando a quanto ricostruito dagli inquirenti durante l’attività investigativa, i cinque indagati avrebbero costretto i dirigenti di una squadra calcistica del territorio a pagare 3mila euro per poter continuare l’attività sportiva. Inoltre, gli indagati avrebbero concesso prestiti con tassi da usura a un imprenditore attivo nel settore ittico, che sarebbe stato poi pesantemente minacciato per costringerlo a restituire il denaro ricevuto.

Procedimento legale e status degli indagati

Si ricorda che il provvedimento eseguito è una misura cautelare disposta in sede di indagini preliminari, avverso cui sono ammessi mezzi di impugnazione e i destinatari della stessa sono persone sottoposte alle indagini e, quindi, presunte innocenti fino a sentenza definitiva.

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Chirurgia robotica salva un 12enne con cardiopatia e sordità al Ruggi di Salerno.

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Chirurgia robotica salva un 12enne con cardiopatia e sordità al Ruggi di Salerno.

Un ragazzino di 12 anni di Avellino operato al Ruggi di Salerno

Un ragazzino di appena 12 anni della provincia di Avellino è stato recentemente salvato grazie a un’operazione chirurgica di grande successo presso l’Ospedale San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona di Salerno. Questo intervento ha segnato una svolta importante nella vita del giovane, che fino a quel momento aveva affrontato numerosi problemi di salute.

Un intervento complesso

Il ragazzo soffriva di una cardiopatia congenita dalla nascita e aveva anche un impianto cocleare per gestire la sordità, insorta dopo una lunga degenza in terapia intensiva. A causa di forti dolori e vomito, era stato ricoverato in precedenza in due diverse cliniche, in Italia e all’estero, dove gli era stata diagnosticata una colecistite. Tuttavia, il quadro clinico si era rivelato più complesso, e i medici del nosocomio salernitano hanno deciso di intervenire.

Il ruolo della chirurgia robotica

Grazie alla tecnologia avanzata e all’abilità dei radiologi del Ruggi, è stato possibile individuare che la colecisti del ragazzino era notevolmente allungata, con formazioni che occupavano spazio al suo interno. Questa condizione causava le colecistiti, comprimendo le vie biliari extraepatiche. Dopo l’immediato ricovero, l’équipe chirurgica diretta dal dottor Umberto Ferrentino ha proceduto con l’intervento. Durante l’operazione, è stata asportata la colecisti e sono state liberate le vie biliari ostruite dalle aderenze.

Ritorno alla normalità

L’operazione ha avuto un decorso positivo e il ragazzo ora gode di ottima salute. È stato dimesso tra l’entusiasmo e la gratitudine di medici e familiari, che hanno potuto riabbracciare un giovane finalmente libero da dolori e ristabilito. Questa storia rappresenta un esempio significativo delle possibilità offerte dalla moderna chirurgia pediatrica e dalla collaborazione medica multidisciplinare.

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L’amico di Emanuele Tufano sarà affidato a una comunità su richiesta della madre.

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L’amico di Emanuele Tufano sarà affidato a una comunità su richiesta della madre.

La madre di uno dei minorenni feriti nella sparatoria in cui è stato ucciso Emanuele Tufano ha pubblicato un appello sui social, sostenendo di avere più volte chiesto aiuto per il figlio.

Il drammatico appello di una madre

In seguito alla tragica sparatoria in cui ha perso la vita Emanuele Tufano, emergono nuovi dettagli sull’impatto devastante dell’evento sulle famiglie coinvolte. La madre di uno dei ragazzi feriti, profondamente turbata, ha deciso di rivolgersi ai social per lanciare un disperato appello. Nel suo messaggio, la donna ha dichiarato di aver ripetutamente cercato aiuto per il figlio, chiedendo supporto per prevenire ulteriori disastri: “Salvate mio figlio, chiudetelo in comunità”.

Richieste di aiuto inascoltate

La determinazione della madre nel proteggere il proprio figlio dall’ambiente pericoloso in cui si trovava è accompagnata da una profonda frustrazione per il mancato ascolto delle autorità competenti. Secondo la sua testimonianza, più volte ha cercato di ottenere un intervento adeguato che potesse offrire un’alternativa valida e sicura al giovane, ma le sue richieste sono rimaste inascoltate. Questo evento tragico ha riacceso il dibattito sulla necessità di garantire un accesso più efficace alle comunità di supporto per i minorenni a rischio.

Implicazioni sociali ed emotive

L’appello della madre sottolinea i gravi problemi sociali ed emotivi che circondano questi eventi violenti. Le famiglie colpite sono spesso costrette ad affrontare una realtà difficile, cercando soluzioni in un sistema che sembra non rispondere adeguatamente alle loro necessità. L’urgenza di questo appello riporta l’attenzione sulla necessità di interventi strutturali e supporti efficaci per gli adolescenti e le loro famiglie, al fine di prevenire ulteriori tragedie.

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