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Cronaca

Imprenditori costretti a pagare per lavorare: arrestati 4 membri del clan Mallardo

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Imprenditori costretti a pagare per lavorare: arrestati 4 membri del clan Mallardo

Per i quattro soggetti è scattata la custodia cautelare in carcere: sono accusati di associazione mafiosa e di tentata estorsione per agevolare il clan Mallardo. Le accuse sono gravi e rivelano un sistema volto a estorcere denaro agli imprenditori locali.

Associazione mafiosa

L’indagine ha messo in luce come il gruppo criminale operasse per favorire il clan Mallardo. Gli arrestati avrebbero imposto una “tassa” agli imprenditori della zona, che si vedevano costretti a pagare per poter continuare a lavorare. Questo metodo di estorsione rappresenta una delle modalità principali con cui il clan mantiene il controllo del territorio e delle risorse economiche locali.

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Cronaca

Dal pozzo si sentono lamenti: un cagnolino ci era caduto dentro, salvato dai vigili del fuoco

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Dal pozzo si sentono lamenti: un cagnolino ci era caduto dentro, salvato dai vigili del fuoco

� accaduto oggi a Casaletto Spartano, nella provincia di Salerno. Sono stati gli agenti della Polizia Municipale a udire i lamenti dell’animale e ad allertare i vigili del fuoco.

Sono stati i lamenti, provenienti da quel pozzo, a permettere ai vigili del fuoco di salvare un cagnolino, che era caduto nella cavità e non riusciva più a risalire in superficie: è accaduto nella tarda mattinata di oggi, lunedì 11 novembre, a Casaletto Spartano, piccola cittadina nella provincia di Salerno.

Sono stati gli agenti della Polizia Municipale del piccolo paesino del Salernitano a udire i lamenti dell’animale provenienti da un pozzo, posizionato in un terreno della cittadina. I poliziotti si sono subito adoperati e hanno pertanto allertato i vigili del fuoco del Comando Provinciale di Salerno: sul posto è così arrivata una squadra proveniente dal distaccamento di Policastro Bussentino.

Immagine

I vigili del fuoco si sono calati nel pozzo e hanno tratto in salvo il cagnolino che, dopo gli accertamenti del caso, è risultato essere in buone condizioni di salute.

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Cronaca

Ragazza 18enne minaccia suicidio in diretta video social, salvata grazie alla Prof e ai poliziotti

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Ragazza 18enne minaccia suicidio in diretta video social, salvata grazie alla Prof e ai poliziotti

L’episodio nel Casertano. La ragazza ha minacciato il suicidio. Ma il video è stato visto dall’insegnante che ha chiamato la polizia. La giovane è stata salvata.

Immagine di repertorio

Una ragazza di 18 anni minaccia di tagliarsi le vene in diretta sui social. La sua Prof vede il video, però, e la salva, contattando immediatamente il 113. Sul posto si fiondano gli agenti della Polizia di Stato, che riescono a far desistere la giovane dal gesto estremo. È accaduto negli scorsi giorni nel Casertano. La notizia è stata diffusa solo oggi dalla Questura di Caserta per tutelare la privacy dell’adolescente ed impedirne l’identificazione.

Ancora da chiarire la dinamica di quanto accaduto. Secondo le prime ricostruzioni, la ragazza avrebbe minacciato il suicidio in diretta su un popolare social network, ma la sua insegnante ha visto il video in tempo ed è riuscita ad allertare immediatamente la Polizia di Stato, che ha salvato l’aspirante suicida. L’intervento della docente è stato fondamentale per far partire i soccorsi.

L’insegnante ha contattato la linea d’emergenza 113 permettendo alla Sala Operativa di girare immediatamente la segnalazione alla Squadra Volante della Questura; sono così subito partiti gli accertamenti volti a identificare la ragazza, che è stata rintracciata poi a casa grazie a verifiche in banca dati e alla geo-localizzazione del numero di telefono. Quando i poliziotti sono giunti presso l’abitazione della 18enne, l’hanno trovata con alcune ferite ai polsi, ma sono comunque riusciti a fermarla…

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Cronaca

Ucciso con un proiettile alla testa dall’amico, domani Renato Caiafa davanti al gip

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Ucciso con un proiettile alla testa dall’amico, domani Renato Caiafa davanti al gip

Martedì 12 novembre Renato Caiafa davanti al gip per l’udienza di convalida del fermo; il ragazzo anche denunciato per la morte di Arcangelo Correa.

A sinistra Renato Caiafa, a destra Arcangelo Correra

Si terrà domani, martedì 12 novembre, l’udienza di convalida del fermo emesso nei confronti di Renato Caiafa, il 19enne accusato di possesso e ricettazione di una pistola, l’arma da cui è partito il proiettile che ha ucciso l’amico 18enne Arcangelo Correra nella notte del 9 novembre in piazzetta Sedil Capuano, adiacente a via dei Tribunali, nel centro storico di Napoli.

Il giovane fermato: “Colpo partito per errore”

Il ragazzo, che si è costituito in Questura poche ore dopo la tragedia su impulso di una zia, è stato anche denunciato a piede libero per omicidio colposo: secondo la sua versione, su cui sono in corso accertamenti, il colpo sarebbe partito per errore mentre il giovane e gli amici maneggiavano l’arma. La pistola, una calibro 9 con matricola abrasa, sarebbe stata trovata poco prima sullo pneumatico di un’automobile parcheggiata nella zona.

Ad accompagnare Correra in ospedale erano stati gli stessi amici, tra cui Caiafa che subito dopo si era poi dileguato, salvo poi tornare sui suoi passi e presentarsi in via Medina. Il 19enne era arrivato al Pronto Soccorso in condizioni disperate, poco prima delle 11 i sanitari ne hanno constatato il decesso.

La mamma di Renato Caiafa: “Chiedo scusa alla famiglia di Arcangelo. Per rispetto ho lasciato Forcella”

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