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Cronaca

Napoli, rissa: bar del Centro storico chiuso per 15 giorni

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Napoli, rissa: bar del Centro storico chiuso per 15 giorni

Napoli, rissa con feriti: bar del Centro storico chiuso per 15 giorni

Il Questore di Napoli, su indicazione del Commissariato Decumani, ha decretato la sospensione per 15 giorni dell’attività di somministrazione di alimenti e bevande di un bar situato nel cuore del centro storico. Questo drastico provvedimento è stato adottato a seguito di un grave episodio di violenza avvenuto il 29 luglio.

Episodio violento nella notte del 29 luglio

Nella tarda serata del 29 luglio, gli agenti del Commissariato Montecalvario sono stati chiamati a intervenire presso l’Ospedale Vecchio Pellegrini. Un uomo, con evidenti ferite da arma da taglio, era appena stato ricoverato. Le indagini rapide e precise degli agenti hanno rivelato che l’uomo era rimasto ferito durante una rissa scoppiata all’interno del bar, per poi continuare all’esterno del locale.

Recidiva: il bar nuovamente sotto accusa

Questo non è un episodio isolato per il bar in questione. Tra il 2020 e il 2024, l’esercizio commerciale ha già subito diverse sospensioni della licenza per un totale di 65 giorni, tutte ordinate dal Questore di Napoli. Ogni sospensione è stata giustificata da motivi legati all’ordine pubblico e alla sicurezza dei cittadini. Il nuovo provvedimento, eseguito ieri, si inserisce in questa continuità di azioni mirate a prevenire ulteriori disordini.

Obiettivo: garantire la sicurezza pubblica

L’ultima sospensione dell’attività di questo bar mira a contrastare i rischi per l’ordine pubblico e la sicurezza dei residenti e avventori del centro storico di Napoli. Le autorità sono determinate a prendere tutte le misure necessarie per garantire un ambiente sicuro e tranquillo nella zona, contrastando efficacemente ogni forma di violenza e illegalità.

Conclusione

Il reiterato coinvolgimento del bar in episodi di violenza ha spinto le autorità a intervenire con fermezza. Questo provvedimento di sospensione rappresenta un altro passo verso la tutela della sicurezza pubblica e l’ordine sociale nel centro storico di Napoli. La vigilanza costante delle forze dell’ordine sarà fondamentale per prevenire e contrastare ulteriori disordini.


Questi eventi sottolineano l’importanza di un monitoraggio rigoroso e tempestivo delle attività commerciali che possono rappresentare un pericolo per l’ordine pubblico. La comunità, coadiuvata dalle istituzioni, deve collaborare per garantire un ambiente sicuro per tutti.

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Cercano di spendere 50 euro falsi nei negozi, ma le banconote sono contraffatte male: 4 giovani denunciati

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Cercano di spendere 50 euro falsi nei negozi, ma le banconote sono contraffatte male: 4 giovani denunciati

� accaduto a San Felice a Cancello, nella provincia di Caserta, dove 4 giovani tra i 16 e i 24 anni sono stati denunciati dai carabinieri: la banconota da 50 euro che hanno cercato di rifilare a un negoziante è apparsa subito palesemente falsa.

Come Totò e Peppino nel film cult “La banda degli onesti”, si sono improvvisati falsari e hanno cercato di spendere banconote contraffatte da 50 euro in vari esercizi commerciali, ma la scarsa fattura delle stesse, che a vista d’occhio apparivano palesemente false, li ha fatti scoprire: a San Felice a Cancello, nella provincia di Caserta, quattro giovani – hanno tra i 16 e i 24 anni – sono stati denunciati dai carabinieri.

Nel pomeriggio di ieri, giovedì 21 novembre, i carabinieri della locale stazione sono intervenuti dopo numerose segnalazioni giunte al numero di emergenza 112 da parte di alcuni commercianti di San Felice a Cancello: quattro giovani, a più riprese, avevano cercato di spendere nei negozi cittadini delle banconote da 50 euro che risultavano palesemente false.

Immediate le indagini dei militari dell’Arma, che hanno rintracciato i quattro truffatori in erba, in piazza Castra Marcelli, a bordo di una Fiat Panda. Identificati e sottoposti a perquisizione, i quattro giovani sono stati trovati in possesso di 6 banconote da 50 euro false e di una somma di denaro di 720 euro, suddivisa in banconote di vario taglio, non contraffatte. Tutto il denaro è stato posto sotto sequestro, mentre i giovani sono stati denunciati in stato di libertà alla competente Autorità Giudiziaria per spendita e introduzione nello stato, senza concerto, di monete falsificate in concorso tra loro.

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Su TikTok il fumetto che difende Crescenzo Marino, il figlio di McKay, boss di Secondigliano

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Su TikTok il fumetto che difende Crescenzo Marino, il figlio di McKay, boss di Secondigliano

Su un profilo TikTok di un amico di Crescenzo Marino è stato pubblicato un fumetto che difende il figlio del boss, condannato ad agosto a 10 anni di carcere; scritto in prima persona, sarebbe autobiografico.

L’infanzia in un quartiere difficile, l’arresto del padre, la scoperta di essere figlio di un boss di camorra e i tentativi di allontanarsi da quel mondo che l’hanno portato anche a stringere amicizia col rapper Geolier, fino a quando le manette sono scattate anche per lui e alla detenzione da innocente. Tutto raccontato in un fumetto che ieri sera è stato pubblicato su un profilo TikTok e che sarebbe stato disegnato da Crescenzo Marino, il figlio del capoclan Genny McKay. “Nato a Secondigliano”, questo è il titolo. E, subito sotto, la nota: “a cura di Crescenzo Marino”.

Il fumetto sulla vita del figlio del capoclan Marino

Non è sicuro che l’autore del fumetto sia effettivamente Crescenzo Marino, attualmente detenuto, ma è certo che il profilo su cui è stato pubblicato viene gestito da qualcuno molto vicino al ragazzo. Nato nel 1997, il giovane aveva appena sette anni quando è scoppiata la faida di Scampia, nel 2004. Il racconto a fumetti, scritto in prima persona e con protagonista Marino, inizia proprio da quel periodo: “Ricordo che giocavamo a pallone tra i colpi di pistola”.

Nel giro di qualche vignetta, la prima svolta: l’arresto di Gennaro Marino (2004). Le bugie della madre per non dirgli la verità: “Papà lavora in un castello”. Poi le “cose strane” che succedevano durante l’infanzia e l’adolescenza: i ragazzi che volevano essere suo amici e quelli che gli dicevano che non potevano invitarlo a casa perché “le loro…

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Infermiere preso a schiaffi all’Ospedale del Mare: arriva la Polizia

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Infermiere preso a schiaffi all’Ospedale del Mare: arriva la Polizia

Aggressione al Pronto Soccorso dell’Ospedale del Mare. Infermiere preso a schiaffi. Arriva la Polizia.

Infermiere aggredito al Pronto Soccorso dell’Ospedale del Mare oggi pomeriggio. Preso a schiaffi da un parente di una paziente che era arrivata nel nosocomio partenopeo, per una intossicazione, ma poi aveva deciso di andare via, rifiutando le cure. Uno degli infermieri, a quanto apprende Fanpage.it, è stato aggredito dai familiari sopraggiunti poco dopo sul posto, alla ricerca del loro parente ammalato.

Infermiere del Pronto Soccorso preso a schiaffi

L’aggressione è avvenuta prima da parte di un parente, ma solo verbalmente, poi da parte di un altro parente che avrebbe assalito l’infermiere alle spalle, schiaffeggiandolo. Alla fine i due parenti sono stati allontanati dalla sicurezza. Sul posto è arrivata la Polizia di Stato, allertata dal personale sanitario. L’infermiere colpito, invece, è stato refertato dai medici dell’ospedale.

La Polizia di Stato all’Ospedale del Mare

Ancora da chiarire la dinamica dell’accaduto. Secondo le prime ricostruzioni, l’aggressione sarebbe avvenuta attorno alle ore 15,00 di oggi, venerdì 22 novembre 2024. Si tratta dell’ennesimo atto di violenza contro il personale sanitario registrato negli ultimi mesi all’interno dei nosocomi napoletani. Le istituzioni sono impegnate per contrastare questo fenomeno. Per questi motivi sono stati istituiti dei drappelli delle forze dell’ordine all’interno dei pronto soccorso ospedalieri e sono state installate le telecamere a bordo dell’ambulanze del 118. Le difficoltà vissute da medici e infermieri all’interno dei pronto soccorso, purtroppo, rendono anche poco…

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