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Cronaca

Napoli: nuova ordinanza per l’avvelenatore del latte di mandorla

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Napoli: nuova ordinanza per l’avvelenatore del latte di mandorla

Napoli. È stata emessa una seconda ordinanza cautelare nei confronti di Francesco Marrazzo, accusato di narcotizzare le sue vittime con latte di mandorla adulterato al Tranquillit, per poi rapinarle.

Carabinieri eseguono la misura cautelare

Questa mattina, i carabinieri del Nucleo Operativo Stella hanno notificato una misura cautelare in carcere al 50enne pregiudicato, disoccupato e tossicodipendente. Marrazzo è accusato di tentata rapina, rapina aggravata e lesioni aggravate dall’uso di sostanze velenose e insidiose, somministrate tramite benzodiazepine. Le vittime, sette in totale (sei donne e un uomo) di età compresa tra i 20 e i 55 anni, sono state aggredite tra il 6 e il 10 luglio scorso.

Precedenti accuse e indagini

L’uomo, già detenuto, era stato fermato l’11 luglio dai Carabinieri della Compagnia di Napoli Centro su disposizione della Procura della Repubblica di Napoli. Fu allora accusato di lesioni e rapina pluriaggravate ai danni di una donna di 78 anni di Ischia, avvenuta il 21 giugno. La vittima era stata narcotizzata con caffè contenente benzodiazepine a scopo di rapina.

Le indagini svolte dalla Compagnia di Napoli Stella hanno portato a numerosi elementi di prova, anche grazie alla visione dei sistemi di videosorveglianza, che hanno collegato Marrazzo ad altri tre episodi criminali.

Identificazione e collaborazione investigativa

L’identificazione di Marrazzo è stata possibile grazie alla collaborazione investigativa con i colleghi della Compagnia Napoli Centro e al coordinamento dell’autorità giudiziaria di Napoli. È emerso che il 50enne, il 6 luglio, indossando una mascherina rossa e fingendosi cameriere, è entrato in un negozio di casalinghi e detersivi. Ha convinto quattro dipendenti a bere del latte di mandorla e amarena già versato nei bicchieri. Subito dopo le donne hanno accusato forti giramenti di testa e perdita di coscienza, venendo soccorse dai presenti.

Utilizzo dei referti medici

Dai referti è emerso che le dipendenti erano state narcotizzate con benzodiazepine in un tentativo di rapina. Tuttavia, grazie alla presenza di altri avventori e dipendenti, il colpo non è andato a buon fine.

Altri episodi e modus operandi

Il 10 luglio, tre persone (un uomo di 50 anni, sua figlia di 35 anni e la titolare di una tabaccheria di 55 anni) sono state ricoverate presso l’Ospedale Vecchio Pellegrini con gli stessi sintomi. Dalle testimonianze delle vittime, è stato riscontrato un ammanco di denaro contante nelle tasche del titolare della pescheria.

In questo caso, Marrazzo ha cambiato il suo modus operandi, facendo recapitare la bevanda al latte di mandorla agli esercizi commerciali tramite baristi inconsapevoli. Ha poi approfittato dello stato di incoscienza delle vittime per sottrarre denaro.

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“Non fornite dati e password via mail o per telefono”: i consigli di Poste Italiane ai napoletani per evitare truffe

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“Non fornite dati e password via mail o per telefono”: i consigli di Poste Italiane ai napoletani per evitare truffe

Dopo un corso di formazione ai suoi dipendenti a Napoli e provincia su come sventare le truffe, Poste Italiane ha stilato una lista di consigli per gli utenti su come non cadere nelle trappole dei malviventi.

È grazie a corsi di formazione come quello andato in scena nei giorni scorsi se gli operatori riescono a sventare sempre più truffe ai danni di malcapitati clienti. A Napoli e provincia, infatti, Poste Italiane ha organizzato un corso di formazione di 945 ore per formare i suoi dipendenti su come riconoscere truffe e truffatori quando si presentano agli sportelli. Oltre a dare le competenze giuste ai dipendenti, Poste Italiane ha anche stilato una lista di consigli per gli utenti, mettendoli in guardia soprattutto sul fornire dati sensibili, come credenziali e password di accesso ai conti, via mail o per telefono.

“Oggi truffe e truffatori hanno cambiato abito – fa notare Eugenio Simioli, responsabile della funzione Fraud Management Sud di Poste Italiane -. I rapinatori di strada sono stati sostituiti da abili professionisti della persuasione e astuti criminali informatici capaci di sottrarre importi ingenti alle loro vittime. Con l’utilizzo di tecniche psicologiche in grado di far credere al malcapitato ciò che non è,  o attraverso sofisticati strumenti tecnologici, i malfattori inducono l’ignaro interlocutore ad effettuare operazioni di trasferimento fondi o a fornire loro le chiavi di accesso segrete a conti e libretti”.

I consigli per evitare le truffe

Come detto, Poste Italiane ha fornito agli utenti anche una serie di consigli utili a riconoscere ed evitare possibili raggiri. Ecco quali sono:

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Cercano di spendere 50 euro falsi nei negozi, ma le banconote sono contraffatte male: 4 giovani denunciati

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Cercano di spendere 50 euro falsi nei negozi, ma le banconote sono contraffatte male: 4 giovani denunciati

� accaduto a San Felice a Cancello, nella provincia di Caserta, dove 4 giovani tra i 16 e i 24 anni sono stati denunciati dai carabinieri: la banconota da 50 euro che hanno cercato di rifilare a un negoziante è apparsa subito palesemente falsa.

Come Totò e Peppino nel film cult “La banda degli onesti”, si sono improvvisati falsari e hanno cercato di spendere banconote contraffatte da 50 euro in vari esercizi commerciali, ma la scarsa fattura delle stesse, che a vista d’occhio apparivano palesemente false, li ha fatti scoprire: a San Felice a Cancello, nella provincia di Caserta, quattro giovani – hanno tra i 16 e i 24 anni – sono stati denunciati dai carabinieri.

Nel pomeriggio di ieri, giovedì 21 novembre, i carabinieri della locale stazione sono intervenuti dopo numerose segnalazioni giunte al numero di emergenza 112 da parte di alcuni commercianti di San Felice a Cancello: quattro giovani, a più riprese, avevano cercato di spendere nei negozi cittadini delle banconote da 50 euro che risultavano palesemente false.

Immediate le indagini dei militari dell’Arma, che hanno rintracciato i quattro truffatori in erba, in piazza Castra Marcelli, a bordo di una Fiat Panda. Identificati e sottoposti a perquisizione, i quattro giovani sono stati trovati in possesso di 6 banconote da 50 euro false e di una somma di denaro di 720 euro, suddivisa in banconote di vario taglio, non contraffatte. Tutto il denaro è stato posto sotto sequestro, mentre i giovani sono stati denunciati in stato di libertà alla competente Autorità Giudiziaria per spendita e introduzione nello stato, senza concerto, di monete falsificate in concorso tra loro.

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Su TikTok il fumetto che difende Crescenzo Marino, il figlio di McKay, boss di Secondigliano

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Su TikTok il fumetto che difende Crescenzo Marino, il figlio di McKay, boss di Secondigliano

Su un profilo TikTok di un amico di Crescenzo Marino è stato pubblicato un fumetto che difende il figlio del boss, condannato ad agosto a 10 anni di carcere; scritto in prima persona, sarebbe autobiografico.

L’infanzia in un quartiere difficile, l’arresto del padre, la scoperta di essere figlio di un boss di camorra e i tentativi di allontanarsi da quel mondo che l’hanno portato anche a stringere amicizia col rapper Geolier, fino a quando le manette sono scattate anche per lui e alla detenzione da innocente. Tutto raccontato in un fumetto che ieri sera è stato pubblicato su un profilo TikTok e che sarebbe stato disegnato da Crescenzo Marino, il figlio del capoclan Genny McKay. “Nato a Secondigliano”, questo è il titolo. E, subito sotto, la nota: “a cura di Crescenzo Marino”.

Il fumetto sulla vita del figlio del capoclan Marino

Non è sicuro che l’autore del fumetto sia effettivamente Crescenzo Marino, attualmente detenuto, ma è certo che il profilo su cui è stato pubblicato viene gestito da qualcuno molto vicino al ragazzo. Nato nel 1997, il giovane aveva appena sette anni quando è scoppiata la faida di Scampia, nel 2004. Il racconto a fumetti, scritto in prima persona e con protagonista Marino, inizia proprio da quel periodo: “Ricordo che giocavamo a pallone tra i colpi di pistola”.

Nel giro di qualche vignetta, la prima svolta: l’arresto di Gennaro Marino (2004). Le bugie della madre per non dirgli la verità: “Papà lavora in un castello”. Poi le “cose strane” che succedevano durante l’infanzia e l’adolescenza: i ragazzi che volevano essere suo amici e quelli che gli dicevano che non potevano invitarlo a casa perché “le loro…

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