Cronaca
Napoli, minacce al deputato Borrelli davanti al Cardarelli
Napoli: Il Deputato Borrelli Minacciato di Morte Davanti al Cardarelli
Una scena inquietante si è svolta all’esterno del Pronto Soccorso dell’ospedale Cardarelli di Napoli, dove il deputato di Alleanza Verdi Sinistra, Francesco Emilio Borrelli, è stato minacciato di morte. I toni minacciosi e violenti utilizzati contro di lui sono stati registrati dal parlamentare stesso e successivamente pubblicati sui suoi profili social.
La Scena delle Minacce
Borrelli ha raccontato di essersi recato al Cardarelli per fare visita ai familiari delle vittime del recente crollo di Scampia. Giunto all’ingresso del pronto soccorso, ha osservato un motociclista che aveva parcheggiato la moto sul marciapiede, ostruendo l’accesso ai pedoni. Al rimprovero del deputato, il motociclista ha reagito in modo aggressivo, tentando più volte di scontrarsi fisicamente con Borrelli.
Parole di Violenza Inaudita
Le minacce rivolte al deputato sono state: "Ti sfondo il cervello, anche se c’è la polizia. Ti spacco il casco in faccia. Già mi sono fatto vent’anni. Ti sparo in faccia. Io non ho paura di niente". Borrelli ha descritto l’incidente come un esempio di "follia pura", commentando che è stato minacciato di morte soltanto per aver richiesto il rispetto di una regola tanto semplice quanto essenziale: non parcheggiare sui marciapiedi, specialmente all’ingresso di un pronto soccorso.
Continuo Crescendo di Violenza in Città
Secondo Borrelli, la violenza e l’aggressività stanno diventando sempre più comuni in città, specialmente in luoghi sensibili come ospedali e pronto soccorsi. Egli afferma: "Una violenza inaudita con parole intrise di cattiveria. Purtroppo non c’è angolo della città immune da questa pericolosissima deriva violenta". Il deputato ha sottolineato l’importanza di essere inflessibili con chi tenta di trasformare Napoli in un "far west" senza regole.
Conclusioni e Richieste
Borrelli ha ribadito che si trovava all’ospedale per supportare i familiari delle vittime e dei feriti del crollo avvenuto a Scampia. Ha espresso un appello affinché le autorità siano più severe contro chi perpetra atti di violenza e inciviltà: "Bisogna essere inflessibili contro chi vuole trasformare questa città in un far west senza regole".
L’incidente evidenzia un preoccupante aumento della violenza in spazi pubblici, sollevando serie preoccupazioni sulla sicurezza dei cittadini e sull’urgente necessità di maggiore vigilanza e intervento.
Cronaca
A Scampia l’area comunale diventa discarica di elettrodomestici, denunciato il “gestore”
Una deposito di Raee (Rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche) è stato scoperto dalla Polizia Municipale a Scampia; denunciato un 39enne sorpreso ad asportare parti elettriche e ferrose.
Una discarica di elettrodomestici è stata scoperta a Scampia, nella periferia nord di Napoli: a pochi passi dalle abitazioni, in un’aera di proprietà comunale, erano accatastate decine di lavatrici, caldaie, televisori e forni, tutti oggetti che vanno smaltiti seguendo un percorso specifico. E c’era anche chi ne approfittava: un 39enne è stato sorpreso mentre prelevava materiali dai rottami. L’uomo è stato denunciato e l’area è stata sottoposta a sequestro penale.
La scoperta durante un servizio di controllo del territorio della Polizia Locale, nell’ambito delle attività predisposte dal Comando e finalizzate al contrasto al fenomeno dell’illecito abbandono e gestione illecita dei rifiuti. Il personale dell’Unità Operativa Scampia ha individuato il deposito illegale di Raee (Rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche) in via Anna Maria Ortese, nei pressi dei caseggiati popolari. Nell’area c’era di tutto: 43 grandi elettrodomestici, tutti danneggiati e da buttare, che invece di finire nelle isole ecologiche, per essere quindi smaltite secondo la normativa, erano stati accatastati sul terreno. Al momento del controllo il 39enne era “al lavoro”: armeggiava su lavatrici e televisori per asportare parti elettriche e ferrose, evidentemente con l’intenzione di riutilizzarle o rivenderle.
L’uomo dovrà rispondere di gestione illecita di rifiuti e invasione di suolo pubblico.Nel corso della stessa operazione sono stati fermate e…
Cronaca
Scatta la chiusura per bar di Chiaia: droga nel locale, padre del titolare arrestato
Il Questore di Napoli ha disposto la chiusura per 15 giorni di un bar di Chiaia: ad ottobre il padre del titolare era stato arrestato per detenzione di stupefacenti.
È scattata la sospensione dell’attività, per 15 giorni, per un bar di Chiaia, nel centro di Napoli, alle spalle di piazza del Plebiscito; la decisione arriva dal Questore, su proposta del commissariato San Ferdinando, a seguito di una operazione risalente al mese scorso che si era concluso on la denuncia del titolare e l’arresto di suo padre per detenzione di sostanze stupefacenti. In una nota della Questura di Napoli si specifica che il provvedimento, eseguito questa mattina, 21 novembre, è “finalizzato a scongiurare un concreto pericolo per l’ordine pubblico e per la sicurezza dei cittadini”.
Il controllo che ha portato allo stop per l’attività commerciale risale al pomeriggio dell’11 ottobre scorso. In quella circostanza i poliziotti di San Ferdinando e quelli del commissariato Montecalvario erano intervenuti nel bar e avevano controllato due persone all’interno, identificate come il titolare e suo padre; il secondo era stato trovato in possesso di poco più di 30 grammi di stupefacenti, tra cocaina e hashish, e di una grossa somma di denaro. Nel dettaglio, erano stati rinvenuti 5 involucri di cocaina dal peso di circa 3 grammi, 3 stecche di hashish per complessivi 30 grammi e 4.800 euro in contanti. L’uomo era stato arrestato mentre per suo figlio era scattata la denuncia.
Cronaca
Carne e salumi in cattive condizioni igieniche: sequestrati 15mila chili, chiuso un salumificio
Blitz dei carabinieri in un salumificio in provincia di Avellino, che è stato chiuso a causa delle carenze igienico-sanitarie e per l’impiago di lavoratori in nero. Multato e denunciato il titolare.
Immagine di repertorio
Blitz dei carabinieri del Nas (Nucleo antisofisticazioni e sanità) in un salumificio nell’area di Baiano, in provincia di Avellino: sono 15mila i chili di carne di maiale e di altri prodotti a base di carne, tra cui salumi, che sono stati sequestrati dai militari dell’Arma, mentre l’intera attività commerciale è stata chiusa. I prodotti alimentari posti sotto sequestro – in parte congelati, in parte sottovuoto – erano conservati in pessime condizioni igieniche; i carabinieri hanno poi sequestrato anche 84 chili di “ciccioli” che erano stati etichettati come produzione propria, ma in realtà erano stati importati da una ditta della provincia di Napoli.
Tutti i lavoratori del salumificio erano in nero
Nel corso dei controlli, i carabinieri hanno individuato gli otto dipendenti del salumificio, nessuno dei quali aveva regolare contratto di lavoro: tutti lavoravano in nero; cinque di questi, stranieri, sono stati inoltre denunciati per ingresso e soggiorno illegale sul territorio italiano.
Pertanto, al termine del blitz, i militari dell’Arma hanno disposto la chiusura dell’attività commerciale e hanno multato il titolare per 200mila euro; l’uomo è stato anche denunciato alla competente Autorità Giudiziaria per aver favorito e impiegato manodopera clandestina e per le violazioni connesse alle norme sulla sicurezza del lavoro.
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