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Cronaca

Napoli, 43enne condannata a 6 anni e 1 mese: arrestata

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Napoli, 43enne condannata a 6 anni e 1 mese: arrestata

Napoli: Arrestata una 43enne Condannata a 6 Anni e 1 Mese di Reclusione

Nella mattinata odierna, gli agenti della Squadra Mobile di Napoli hanno dato esecuzione a un provvedimento nei confronti di una donna napoletana di 43 anni. Il provvedimento, relativo alla determinazione di pene concorrenti, è stato emesso il 6 agosto dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Brindisi – Ufficio Esecuzioni Penali.

Condanna per Reati Contro il Patrimonio

La donna dovrà scontare una pena di 6 anni e 1 mese di reclusione a seguito di reati contro il patrimonio. Tali reati sono stati commessi tra Napoli e Milano nel corso del 2015. Il provvedimento giunge a conclusione di un iter investigativo che ha portato alla luce diverse operazioni illecite riconducibili alla 43enne.

Operazioni della Squadra Mobile di Napoli

Gli agenti della Squadra Mobile di Napoli, immediatamente dopo aver ricevuto il provvedimento dalla Procura della Repubblica, si sono attivati per localizzare e arrestare la donna. L’operazione è stata eseguita con successo, garantendo così l’attuazione della giustizia e la sicurezza pubblica nella città di Napoli.

Contesto e Importanza della Sentenza

Questa sentenza rappresenta un importante esempio della lotta contro i reati patrimoniali, un tipo di criminalità che crea non pochi problemi a livello sociale ed economico. Le attività illecite commesse dalla 43enne hanno infatti avuto ripercussioni significative su molteplici vittime tra Napoli e Milano. La determinazione delle forze dell’ordine nel portare a termine l’arresto sottolinea l’impegno delle istituzioni nel contrastare tali reati.

La vicenda della 43enne napoletana è un promemoria del fatto che anche i reati commessi in passato possono e devono essere perseguiti con determinazione, per garantire giustizia e sicurezza alla collettività.

Conclusioni

L’arresto e la successiva condanna di questa donna evidenziano l’efficacia delle operazioni condotte dalla Squadra Mobile di Napoli e l’importanza della cooperazione tra diversi uffici giudiziari. Questo caso servirà sicuramente da monito per coloro che intendano commettere simili reati, dimostrando che la giustizia può essere ritardata, ma non negata.

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Cronaca

“Il cellulare ha il silenzioso, mi nascondi qualcosa” e prende a pugni la fidanzata per strada

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“Il cellulare ha il silenzioso, mi nascondi qualcosa” e prende a pugni la fidanzata per strada

Nei confronti di un 28enne è scattato il divieto di avvicinamento alla fidanzata e il divieto di dimore a Fontanarosa, nella provincia di Avellino.

È bastato un piccolo particolare, il cellulare settato in modalità silenziosa, a scatenare la gelosia e la violenza di un uomo di 28 anni, che ha colpito con schiaffi e pugni la fidanzata mentre si trovavano per strada: nei confronti del 28enne, nella tarda serata di ieri, venerdì 15 novembre, i carabinieri hanno eseguito una ordinanza di applicazione della misura cautelare del divieto di avvicinamento alla ragazza e ai luoghi da lei frequentati, nonché del divieto di dimora nel Comune di Fontanarosa, nella provincia di Avellino.

Qualche giorno fa, infatti, i carabinieri della stazione di Fontanarosa erano intervenuti dopo la segnalazione di una lite avvenuta sulla pubblica via e avevano accertato che il 28enne, dopo aver preteso di controllare il cellulare della fidanzata, si era accorto che lo stesso era stato impostato in modalità silenziosa e aveva aggredito con pugni e schiaffi la giovane donna.

Pertanto, la Procura di Benevento, che ha coordinato le indagini, ha raccolto a carico del 28enne gravi indizi di colpevolezza in ordini ai reati di lesioni personali e minacce aggravate. Sulla base delle evidenze raccolte, il gip del Tribunale di Benevento ha ritenuto necessarie le misure disposte in quanto sussistevano fondati motivi per ritenere che il 28enne potesse reiterare i comportamenti violenti nei confronti della fidanzata.

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Adescano un bambino online e lo convincono a filmare atti sessuali e a inviare foto e video hot: arrestati due uomini

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Adescano un bambino online e lo convincono a filmare atti sessuali e a inviare foto e video hot: arrestati due uomini

I due indagati, approfittando dell’ingenuità del bambino, residente nella provincia di Salerno, lo hanno convinto a compiere atti sessuali e a inviare loro foto e video degli stessi.

Immagine di archivio

Hanno adescato online un bambino, residente nella provincia di Salerno, e lo hanno convinto, approfittando della sua ingenuità, a inviargli foto e video con contenuto sessualmente esplicito: per questo due uomini, residenti a Milano, sono stati arrestati dalla Polizia di Stato (uno è finito in carcere, l’altro ai domiciliari) per violenza sessuale e produzione di materiale pedopornografico.

Le indagini, svolte dalla Sezione Operativa per la Sicurezza Cibernetica di Salerno e coordinate dal Centro Nazionale per il Contrasto alla Pedopornografica Online, hanno accertato come i due uomini, dopo aver adescato il bambino in rete, approfittando dell’immaturità e dell’ingenuità derivanti dalla giovanissima età, lo abbiano indotto a compiere atti sessuali e a inviare loro foto e video con contenuti sessualmente espliciti. Dalle indagini sono emerse anche le continue pressioni esercitate da uno degli indagati per avere incontri in presenza con il bambino, che ne hanno determinato la custodia cautelare in carcere.

Indagini in corso su altri due uomini

Gli inquirenti hanno così ricostruito che gli indagati utilizzavano app di messaggistica per contattare minori. Le indagini hanno fatto così emergere condotte di adescamento e detenzione di materiale pedopornografico anche di altri due uomini – uno residente nella provincia di Torino e l’altro nella provincia di Foggia – sui quali sono in corso ulteriori approfondimenti investigativi.

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Guerra tra i due clan a Ponticelli: il primo pesta i rivali in carcere, il secondo sequestra il fratello del boss

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Guerra tra i due clan a Ponticelli: il primo pesta i rivali in carcere, il secondo sequestra il fratello del boss

La vicenda vede contrapposti esponenti dei clan De Luca Bossa e De Micco-De Martino: i primi hanno pestato esponenti del secondo, che hanno sequestrato il fratello di uno degli aggressori per far interrompere le violenze.

Immagine di repertorio

Due persone sono state arrestate nella mattinata di oggi dai carabinieri della tenenza di Cercola, su richiesta della Direzione distrettuale antimafia di Napoli, nell’ambito di una vicenda che vede contrapposti i clan De Luca Bossa e De Micco-De Martino; i due arrestati devono rispondere di sequestro di persona aggravato dal metodo mafioso, commessi ai danni di un uomo di 43 anni residente a Cercola, fratello di un noto esponente dei De Luca Bossa di Ponticelli, attualmente in carcere.

Le indagini dei militari dell’Arma, coordinati dall’antimafia partenopea, hanno permesso di accertare che, nello scorso mese di agosto, il 43enne, mentre si trovava in un bar di Ponticelli – quartiere della periferia orientale di Napoli – era stato prelevato con la forza e costretto a salire in auto, venendo rilasciato soltanto alcune ore dopo.

Stando a quanto ricostruito nel corso dell’attività investigativa, il 43enne, che come detto è il fratello di un noto esponente del clan De Luca Bossa, sarebbe stato sequestrato dal clan De Micco-De Martino per fare da mediatore con il fratello detenuto e mettere così fine ai ripetuti pestaggi subiti in carcere da loro affiliati. Secondo gli inquirenti, gli episodi si inseriscono nella guerra di camorra che da anni vede contrapposti i due clan per il controllo delle attività illecite nell’area Est di Napoli.

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