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Cronaca

Giugliano: il Comune dichiara guerra alla prostituzione

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Giugliano: il Comune dichiara guerra alla prostituzione

# Giugliano Inizia una Lotta Decisa contro la Prostituzione

Il Comune di Giugliano ha preso la ferma decisione di intensificare gli sforzi per contrastare la prostituzione, puntando a colpire direttamente i clienti. Con una recente ordinanza emanata dal vicesindaco Pietro Di Girolamo, chiunque venga sorpreso a contrattare servizi sessuali a pagamento, anche solo verbalmente, rischia una sanzione di 500 euro.

Un Appello dal Parroco

Questa iniziativa è stata presa in risposta all’appello di Don Massimo Condidorio, parroco della chiesa di San Matteo al borgo Riccio. Il sacerdote ha infatti segnalato che la costante presenza di prostitute nelle vicinanze del luogo di culto sta generando disagi e preoccupazioni tra i fedeli, specialmente tra i genitori dei bambini che frequentano il catechismo.

Preoccupazioni per i Giovani

Numerosi genitori hanno chiesto di poter trasferire i propri figli in altre parrocchie, situate in zone più distanti, per evitare di esporli a scene inappropriate e potenzialmente dannose. Questo dimostra l’urgente necessità di affrontare il problema in modo diretto ed efficace.

Sanzioni e Sicurezza

L’ordinanza non si limita a prevedere multe per i clienti, ma mette in evidenza come la prostituzione su strada sia spesso collegata a crimini più seri, incluso lo sfruttamento, talvolta anche di minori. Per questo motivo, le forze dell’ordine sono state invitate a intensificare i controlli sul territorio comunale, multando chiunque venga sorpreso a contrattare prestazioni sessuali o a tenere atteggiamenti sospetti.

Un Intervento Deciso per la Comunità

Questa forte presa di posizione da parte del Comune di Giugliano rappresenta una risposta concreta alle preoccupazioni della comunità. L’obiettivo è quello di creare un ambiente più sicuro e sereno per tutti, specialmente per i più giovani, proteggendo non solo la morale pubblica, ma anche la sicurezza e il benessere della popolazione.

Con queste nuove misure, Giugliano spera di ridurre significativamente la presenza della prostituzione sulle strade, affrontando allo stesso tempo questioni più profonde legate ai diritti umani e alla dignità delle persone coinvolte in questo fenomeno.

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Cede una parte della tettoia al Maximall Pompei, travolto un operaio di 29 anni

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Cede una parte della tettoia al Maximall Pompei, travolto un operaio di 29 anni

Un operaio di 29 anni è stato travolto questa mattina al Centro Commerciale Maximall Pompei di Torre Annunziata dalla caduta di una tettoia: è in ospedale.

I carabinieri all’interno del centro commerciale Maximall

Incidente sul lavoro questa mattina al Centro Commerciale Maximall Pompei di Torre Annunziata: una parte della tettoia ha ceduto travolgendo un operaio di 29 anni. L’uomo, in stato di incoscienza, è stato portato all’Ospedale del Mare di Ponticelli dal personale del 118, per politraumi da schiacciamento. Le sue condizioni sarebbero gravi. Sequestrata l’area coinvolta all’interno del Centro Commerciale da parte della Procura di Torre Annunziata, che ha aperto un fascicolo d’indagine. Sulla vicenda indagano i carabinieri: sul posto anche personale dell’Asl. Al momento il Centro Commerciale è chiuso al pubblico in vista dell’inaugurazione che si terrà giovedì 28 novembre.

I carabinieri all'interno del centro commerciale Maximall dove è avvenuto l'incidente

I carabinieri all’interno del centro commerciale Maximall dove è avvenuto l’incidente

Le condizioni dell’operaio sono considerate gravi: l’episodio è avvenuto questa mattina, ma non è chiaro se possa essere imputabile alle pessime condizioni meteorologiche che si sono abbattute sulla Campania, con forti raffiche di vento e pioggia già da questa notte. Sulla vicenda è chiamata ora a fare chiarezza la Procura di Torre Annunziata, competente per il territorio. L’operaio di 29 anni è all’Ospedale del Mare per politraumi da schiacciamento riportati nell’incidente.

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Precipita dal 30° piano dell’Hotel Ambassador di Napoli, muore una donna a Napoli

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Precipita dal 30° piano dell’Hotel Ambassador di Napoli, muore una donna a Napoli

Una donna di 52 anni è morta dopo essere precipitata dal 30° piano dell’Hotel Ambassador di via Medina a Napoli, a due passi dalla Questura.

Una donna di 52 anni è morta a Napoli dopo essere precipitata dal 30° piano dell’Hotel Ambassador di via Medina, a due passi dalla Questura partenopea. Fonti investigative riferiscono a Fanpage.it che si tratterebbe di suicidio. La donna è precipitata ieri sera, attorno alle 20, dal 30° piano del grande albergo che si trova su via Medina, e la sua caduta si è “interrotta” al nono piano dell’albergo, dove si è schiantata: per lei non c’è stato nulla da fare. Sul posto sono accorsi i carabinieri e le ambulanze del 118, ma è stato constatato solo l’inevitabile decesso.

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Spari sulla spiaggia a Torre Annunziata, preso 16enne. Il raid per uno sguardo di sfida

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Spari sulla spiaggia a Torre Annunziata, preso 16enne. Il raid per uno sguardo di sfida

Identificato il secondo componente del raid nel Lido Azzurro di Torre Annunziata (Napoli): è un 16enne. Gli spari tra i bagnanti dopo una discussione per “uno sguardo di sfida”.

È stato identificato il giovane che, insieme a un 18enne vicino al clan Gionta, nello scorso luglio aveva fatto irruzione nel Lido Azzurro di Torre Annunziata (Napoli) aprendo il fuoco tra i bagnanti con fucile e pistola: si tratta di un 16enne, è stato rinchiuso in un istituto di pena minorile in esecuzione di una ordinanza di applicazione di misura cautelare per tentato omicidio aggravato e porto e detenzione di arma da fuoco, reati commessi con l’aggravante di avere agito col metodo mafioso in concorso con un maggiorenne.

L’episodio risale al 19 luglio. Dalle indagini era emerso che si era trattato di una ritorsione, partita per uno “sguardo di sfida”. L’obiettivo del raid, che in quel momento si trovava in spiaggia, era riuscito a scappare ed era rimasto illeso. Il primo componente del raid era stato bloccato il 26 luglio: S. D. A., 18 anni, imparentato con pregiudicati del clan dei “Valentini”, era stato fermato con le accuse di tentato omicidio, strage e detenzione e porto di armi da sparo, anche per lui con l’aggravante del metodo mafioso.

Secondo le ricostruzioni il ragazzo aveva avuto una discussione con un bagnante che gli aveva rivolto “uno sguardo di sfida”; il 18enne aveva quindi organizzato subito il raid, con l’aiuto del complice: in due avevano sparato incuranti della presenza di numerosi bagnanti. Il secondo giovane, minorenne, è stato identificato nel corso delle indagini svolte dalla Polizia di Stato e coordinate dalla Procura per i…

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