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Cronaca

Arrestata pusher di Agerola: cocaina trovata nell’auto

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Arrestata pusher di Agerola: cocaina trovata nell’auto

Presa la Pusher della Movida di Agerola: Nell’Auto un Barattolo di Cocaina

Una serata di controlli intensificati ha caratterizzato il sabato sera di agosto ad Agerola, località rinomata per la sua freschezza e relax, ideale per giovani e turisti. In questo contesto, i carabinieri hanno fermato una donna trovata in possesso di cocaina, pronta per essere venduta nella movida della città.

Bloccata Durante i Controlli di Routine

Durante i controlli di routine, i militari della stazione di Agerola hanno fermato l’auto della 53enne Cristina Fortunato. Visibilmente agitata, la sua tensione si è rivelata giustificata quando i carabinieri hanno scoperto un barattolo di vetro nell’abitacolo.

Droga e Denaro Contante in Auto

All’interno del barattolo, i carabinieri hanno trovato quasi 50 grammi di cocaina, suddivisi meticolosamente in 46 dosi. Inoltre, addosso alla donna sono stati rinvenuti 940 euro in contanti, presumibilmente proventi dell’attività di spaccio.

Arrestata e Detenuta a Secondigliano

Cristina Fortunato è stata immediatamente arrestata e trasferita nel carcere di Secondigliano, dove attende di essere giudicata. La sua detenzione è un esempio delle frequenti operazioni di controllo da parte delle forze dell’ordine sui Monti Lattari, un’area strategicamente posizionata tra il golfo di Napoli e il golfo di Salerno, spesso scelta dai turisti per il suo suggestivo panorama.

Conclusioni

Questa operazione riflette l’importanza dei controlli intensificati durante i periodi di maggiore afflusso turistico, non solo per garantire la sicurezza, ma anche per prevenire e reprimere attività illecite come lo spaccio di droghe. La prontezza e l’efficienza dei carabinieri di Agerola sono state determinanti nel fermare questa attività criminale, contribuendo a mantenere la tranquillità e la sicurezza del piccolo comune montano.

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Santo Romano, ucciso a San Sebastiano: “Difficilmente qualcuno indosserà la sua maglia”

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Santo Romano, ucciso a San Sebastiano: “Difficilmente qualcuno indosserà la sua maglia”

A Fanpage.it parla il presidente del Micri, la squadra di Pomigliano d’Arco dove giocava Santo Romano, il 19enne ucciso da un colpo di pistola a San Sebastiano.

Giuseppe Visone, presidente dell’ASD Micri

“Difficile che qualcun altro possa indossare questa maglia, dopo quello che è successo”. Così Giuseppe Visone, presidente dell’Associazione Sportiva Dilettantistica Micri, la squadra calcistica di Pomigliano d’Arco dove giocava Santo Romano, il 19enne ucciso da un colpo d’arma da fuoco nella notte tra venerdì e sabato a San Sebastiano al Vesuvio, in provincia di Napoli. “Sembra di vivere in un incubo, e invece è la cruda realtà”, commenta Visone a Fanpage.it, mostrando la maglia numero uno indossata dal giovane. “Erano 15 anni che stava con noi, finiva di lavorare la sera e veniva ad allenarsi. Qui ci stava cinque volte a settimana, più la partita il sabato o la domenica, praticamente trascorreva tutta la settimana qui”.

Visone ha affidato ai microfoni di Fanpage.it il suo ricordo del giovane: “Era un ragazzo umile, serio, molto più grande della sua età vista la sua maturità. Da uomo di sport ti dico che è difficile tenere insieme tante persone, tante teste, tante situazioni diverse”, ha proseguito Giuseppe Visone, “però bisogna educarli e fargli capire ogni giorno qual è la strada giusta. Perché nel momento in cui desisti e lasci perdere, hai perso. E ieri sera (venerdì sera, ndr) abbiamo perso tutti”. E ora che guarda la maglia con il numero uno che indossava il giovane, non ha dubbi: “I compagni sono…

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Lo sfogo di Geolier: “Facili omicidi, la Napoli che non vorrei: basta”

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Lo sfogo di Geolier: “Facili omicidi, la Napoli che non vorrei: basta”

Il rapper napoletano si sfoga su Instagram. Appena un mese fa aveva detto agli studenti di Pompei: “Un libro è meglio di una pistola”

Il rappert Geolier, pseudonimo di Emanuele Palumbo. Foto / Fanpage.it

Un chiaro riferimento ai “facili omicidi” di questi giorni, con l’aggiunta de “La Napoli che non vorrei”, seguita da un “basta”. Si sfoga così, su Instagram, il cantante Geolier (al secolo Emanuele Palumbo), il rapper partenopeo originario di Secondigliano. Lui, che ha un seguito enorme soprattutto tra i più giovani, ha voluto lanciare così un segnale dopo i recenti fatti di cronaca, che hanno visto due giovanissimi essere uccisi a colpi d’arma da fuoco da due minorenni, in due zone e contesti differenti: da una parte Emanuele Tufano, freddato a 15 anni in via Carminiello al Mercato all’angolo con corso Umberto I, nel cuore di Napoli; dall’altra Santo Romano, 19 anni, ucciso davanti il Municipio di San Sebastiano al Vesuvio, mentre cercava di fare da paciere ad una rissa. E prima ancora, gli omicidi di Giovanbattista Cutolo, 24 anni, a piazza Municipio e quello di Francesco Pio Maimone, 18 anni, a Mergellina. Tutti giovanissimi uccisi a colpi d’arma da fuoco da coetanei.

La storia Instagram di Geolier

La storia Instagram di Geolier

Un messaggio lapidario quello di Geolieri: “Facili omicidi. La Napoli che non vorrei. Basta”. Il musicista napoletano, arrivato secondo all’ultimo Sanremo, parla chiaro ai suoi tantissimi fan. E mentre proliferano i messaggi per “disarmare Napoli”, come richiesto anche dall’arcivescovo metropolita di Napoli,…

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Santo Romano ucciso a 19 anni nel Napoletano, confessa il 17enne fermato: “L’ho ucciso io”

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Santo Romano ucciso a 19 anni nel Napoletano, confessa il 17enne fermato: “L’ho ucciso io”

Il 17enne fermato per l’omicidio di Santo Romano, 19 anni, ha confessato: “L’ho ucciso io, la pistola comprata in un campo rom”.

Santo Romano

Aveva inizialmente negato tutto, dicendo di non saperne nulla. Poi, nella tarda mattinata di oggi, ha ammesso agli inquirenti di avere ucciso lui Santo Romano, il 19enne morto per un colpo di pistola a San Sebastiano nella notte tra venerdì e sabato scorsi. Il 17enne, napoletano del quartiere di Barra, ha confessato il delitto al pubblico ministero della Procura dei Minori. Le accuse nei suoi confronti sono di omicidio, porto e detenzioni di armi, spari in luogo pubblico e droga: quest’ultima è stata ritrovata nell’automobile sequestrata dagli inquirenti ed all’interno della quale il 17enne avrebbe fatto fuoco contro Santo Romano, intervenuto a fare da paciere durante una lite tra coetanei. Oltre alla confessione, il 17enne ha aggiunto che avrebbe comprato l’arma in un campo rom.

Le indagini dei carabinieri si sono concentrate su di lui incrociando le immagini delle telecamere di videosorveglianza presenti sul posto, ovvero nei pressi del Municipio di San Sebastiano, con la testimonianza del 17enne amico di Santo Romano, rimasto ferito da uno dei due proiettili esplosi. Il giovane arrestato, che domani sarà sottoposto all’interrogatorio per la convalida del fermo, era stato scarcerato dall’Istituto di Pena Minorile di Nisida lo scorso 28 maggio: era stato condannato a un anno e mezzo, con pena sospesa, per i reati di resistenza a pubblico ufficiale e detenzione ai fini…

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