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Abusi Santa Maria Capua Vetere: chiesta misura per 29 agenti, no gip

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Abusi Santa Maria Capua Vetere: chiesta misura per 29 agenti, no gip

<strong>Chieste 29 Nuove Misure Cautelari per Agenti Coinvolti nei Pestaggi al Carcere di Santa Maria Capua Vetere: Gip Respinge la Richiesta

Fonte: Fanpage.it

La Procura ha chiesto 29 nuove misure cautelari per altrettanti agenti sospettati di essere coinvolti nei violenti pestaggi avvenuti presso il carcere di Santa Maria Capua Vetere. Tuttavia, il Giudice per le Indagini Preliminari (gip) ha respinto la richiesta. La vicenda proseguirà il prossimo 26 settembre, quando si terrà l’udienza al Tribunale del Riesame.

Misure Cautelari Richieste: Il Contesto delle Indagini

Le richieste di nuove misure cautelari si inseriscono in un contesto più ampio di indagini su episodi di violenza che sarebbero avvenuti all’interno del carcere di Santa Maria Capua Vetere. La Procura ha individuato 29 agenti che potrebbero aver partecipato attivamente ai pestaggi, sollevando così ulteriori interrogativi circa le condizioni di detenzione e la gestione della struttura.

La Decisione del Gip: Motivazioni e Prossimi Passi

Il Gip, tuttavia, ha deciso di non accogliere la richiesta della Procura per le nuove misure cautelari. Le motivazioni di questa decisione restano al momento non del tutto chiare, ma presumibilmente si basano su valutazioni riguardanti l’insufficienza di prove o la mancanza di pericolo di fuga da parte degli agenti coinvolti. Il prossimo passo sarà l’udienza al Tribunale del Riesame, fissata per il 26 settembre, dove le richieste della Procura verranno riconsiderate.

Implicazioni Sociali e Legali: Un Caso Che Fa Riflettere

Questo caso solleva importanti questioni etiche e legali riguardanti il trattamento dei detenuti e la trasparenza delle pratiche carcerarie. Le accuse di violenza all’interno di una struttura penitenziaria richiedono un’attenta analisi e la piena collaborazione delle autorità competenti per garantire giustizia e rispetto dei diritti umani.

Conclusioni e Attese Future

La comunità attende con attenzione l’esito dell’udienza del 26 settembre. Sarà un momento cruciale per determinare se le misure cautelari richieste dalla Procura verranno effettivamente applicate. Nel frattempo, le indagini continuano, con l’obiettivo di fare luce su tutte le responsabilità connesse a questi gravi episodi di violenza.

Per ulteriori aggiornamenti sulla vicenda, puoi continuare a leggere su Fanpage.it.

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“Non fornite dati e password via mail o per telefono”: i consigli di Poste Italiane ai napoletani per evitare truffe

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“Non fornite dati e password via mail o per telefono”: i consigli di Poste Italiane ai napoletani per evitare truffe

Dopo un corso di formazione ai suoi dipendenti a Napoli e provincia su come sventare le truffe, Poste Italiane ha stilato una lista di consigli per gli utenti su come non cadere nelle trappole dei malviventi.

È grazie a corsi di formazione come quello andato in scena nei giorni scorsi se gli operatori riescono a sventare sempre più truffe ai danni di malcapitati clienti. A Napoli e provincia, infatti, Poste Italiane ha organizzato un corso di formazione di 945 ore per formare i suoi dipendenti su come riconoscere truffe e truffatori quando si presentano agli sportelli. Oltre a dare le competenze giuste ai dipendenti, Poste Italiane ha anche stilato una lista di consigli per gli utenti, mettendoli in guardia soprattutto sul fornire dati sensibili, come credenziali e password di accesso ai conti, via mail o per telefono.

“Oggi truffe e truffatori hanno cambiato abito – fa notare Eugenio Simioli, responsabile della funzione Fraud Management Sud di Poste Italiane -. I rapinatori di strada sono stati sostituiti da abili professionisti della persuasione e astuti criminali informatici capaci di sottrarre importi ingenti alle loro vittime. Con l’utilizzo di tecniche psicologiche in grado di far credere al malcapitato ciò che non è,  o attraverso sofisticati strumenti tecnologici, i malfattori inducono l’ignaro interlocutore ad effettuare operazioni di trasferimento fondi o a fornire loro le chiavi di accesso segrete a conti e libretti”.

I consigli per evitare le truffe

Come detto, Poste Italiane ha fornito agli utenti anche una serie di consigli utili a riconoscere ed evitare possibili raggiri. Ecco quali sono:

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Cercano di spendere 50 euro falsi nei negozi, ma le banconote sono contraffatte male: 4 giovani denunciati

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Cercano di spendere 50 euro falsi nei negozi, ma le banconote sono contraffatte male: 4 giovani denunciati

� accaduto a San Felice a Cancello, nella provincia di Caserta, dove 4 giovani tra i 16 e i 24 anni sono stati denunciati dai carabinieri: la banconota da 50 euro che hanno cercato di rifilare a un negoziante è apparsa subito palesemente falsa.

Come Totò e Peppino nel film cult “La banda degli onesti”, si sono improvvisati falsari e hanno cercato di spendere banconote contraffatte da 50 euro in vari esercizi commerciali, ma la scarsa fattura delle stesse, che a vista d’occhio apparivano palesemente false, li ha fatti scoprire: a San Felice a Cancello, nella provincia di Caserta, quattro giovani – hanno tra i 16 e i 24 anni – sono stati denunciati dai carabinieri.

Nel pomeriggio di ieri, giovedì 21 novembre, i carabinieri della locale stazione sono intervenuti dopo numerose segnalazioni giunte al numero di emergenza 112 da parte di alcuni commercianti di San Felice a Cancello: quattro giovani, a più riprese, avevano cercato di spendere nei negozi cittadini delle banconote da 50 euro che risultavano palesemente false.

Immediate le indagini dei militari dell’Arma, che hanno rintracciato i quattro truffatori in erba, in piazza Castra Marcelli, a bordo di una Fiat Panda. Identificati e sottoposti a perquisizione, i quattro giovani sono stati trovati in possesso di 6 banconote da 50 euro false e di una somma di denaro di 720 euro, suddivisa in banconote di vario taglio, non contraffatte. Tutto il denaro è stato posto sotto sequestro, mentre i giovani sono stati denunciati in stato di libertà alla competente Autorità Giudiziaria per spendita e introduzione nello stato, senza concerto, di monete falsificate in concorso tra loro.

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Su TikTok il fumetto che difende Crescenzo Marino, il figlio di McKay, boss di Secondigliano

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Su TikTok il fumetto che difende Crescenzo Marino, il figlio di McKay, boss di Secondigliano

Su un profilo TikTok di un amico di Crescenzo Marino è stato pubblicato un fumetto che difende il figlio del boss, condannato ad agosto a 10 anni di carcere; scritto in prima persona, sarebbe autobiografico.

L’infanzia in un quartiere difficile, l’arresto del padre, la scoperta di essere figlio di un boss di camorra e i tentativi di allontanarsi da quel mondo che l’hanno portato anche a stringere amicizia col rapper Geolier, fino a quando le manette sono scattate anche per lui e alla detenzione da innocente. Tutto raccontato in un fumetto che ieri sera è stato pubblicato su un profilo TikTok e che sarebbe stato disegnato da Crescenzo Marino, il figlio del capoclan Genny McKay. “Nato a Secondigliano”, questo è il titolo. E, subito sotto, la nota: “a cura di Crescenzo Marino”.

Il fumetto sulla vita del figlio del capoclan Marino

Non è sicuro che l’autore del fumetto sia effettivamente Crescenzo Marino, attualmente detenuto, ma è certo che il profilo su cui è stato pubblicato viene gestito da qualcuno molto vicino al ragazzo. Nato nel 1997, il giovane aveva appena sette anni quando è scoppiata la faida di Scampia, nel 2004. Il racconto a fumetti, scritto in prima persona e con protagonista Marino, inizia proprio da quel periodo: “Ricordo che giocavamo a pallone tra i colpi di pistola”.

Nel giro di qualche vignetta, la prima svolta: l’arresto di Gennaro Marino (2004). Le bugie della madre per non dirgli la verità: “Papà lavora in un castello”. Poi le “cose strane” che succedevano durante l’infanzia e l’adolescenza: i ragazzi che volevano essere suo amici e quelli che gli dicevano che non potevano invitarlo a casa perché “le loro…

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